Sveglia!

Pubblicato il 10-04-2024

di Matteo Spicuglia

Dicesi “sonnambulismo” lo stato di una persona che dimostra limitata reattività nei confronti dell’ambiente circostante e non reagisce agli stimoli. Un’immagine chiara e precisa scelta dal Censis per definire lo stato attuale del nostro Paese. Per l’istituto di ricerca gli italiani sono sonnambuli, incapaci di immaginare un futuro diverso, schiacciati dalle paure: della guerra, dei cambiamenti climatici, della perdita di benessere. Tutto legittimo, ma c’è un ma. È come se ci affidassimo a una sorta di pensiero magico, di ineluttabilità, cullandoci in un presente incerto che non vuole fare in nessun modo i conti con il futuro. «Alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti, – scrivono i ricercatori – sembrano rimossi dall’agenda collettiva del Paese, o comunque sottovalutati, benché il loro impatto sarà dirompente per la tenuta del sistema».

Un esempio, la crisi demografica. Nel 2040 saranno solo il 25% le coppie con figli. Allo stesso modo, quasi 10 milioni di famiglie (il 37%) saranno composte solo da una persona. Non va meglio lo scenario dei dieci anni successivi. Nel 2050, il 34,5% della popolazione sarà composto da anziani (oggi sono il 24%), con un balzo di +4,6 milioni di persone. Questo vuol dire che mancheranno all’appello 8 milioni di persone in età lavorativa e 4 milioni e mezzo di residenti. Tradotto, meno ricchezza, molto probabilmente meno entrate per lo Stato, con il rischio di un cortocircuito. Solo per la sanità pubblica, servirebbero 177 miliardi di euro rispetto ai 131 attuali. Per non parlare del fabbisogno pensionistico. Chi si farà carico di questi impegni? Dovremo rinunciare a diritti conquistati con fatica? Ripensare a nuovi modelli?

Domande decisive a cui dovremmo cominciare a rispondere già oggi. A tutti i livelli. Perché la sfida è enorme, complessa, forse con risposte non ancora definite, ma con un punto fermo: la sfida è certa, non ipotetica. Non dovremmo dormire la notte per pensare all’Italia che verrà, per confrontarci concretamente e senza dogmatismi sul welfare di domani, sui flussi migratori necessari a coprire tanti vuoti, sugli strumenti per fasciare la solitudine endemica che segnerà ancora di più la nostra società, sugli ideali per alimentare una mentalità che non lasci indietro nessuno.

Eppure, sempre secondo il Censis, otto italiani su dieci sono convinti che il Paese sia «irrimediabilmente in declino». E così è la paura a dettare l’agenda, a dare per scontato un futuro dal clima impazzito, segnato da una crisi economica e sociale irreversibile, con povertà diffusa e violenza.

La storia, tuttavia, non è già scritta, è nelle nostre mani, può cambiare con la nostra creatività, il nostro impegno, i nostri sogni, quelli che però si fanno da svegli. Diamoci da fare, senza drammi, senza esasperazioni, in modo costruttivo. Avendo chiaro l’insegnamento di quel saggio che diceva: «Una sveglia che suona non ti accusa di aver dormito, ti dice semplicemente che è arrivato il momento di alzarsi». Facciamolo!


Matteo Spicuglia
NP marzo 2024
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