Nunca mas

Pubblicato il 15-10-2011

di bruno


Oggi è la “Giornata internazionale di abolizione della schiavitù”: un’occasione per capire quante sono le schiavitù che ancora impediscono a milioni di persone una vita degna…

di Ernesto Olivero

 

Quanti giovani devono ancora morire di niente per farci aprire gli occhi? Ogni giorno mille e mille bambini muoiono di fame, di malattie, di guerre, di abusi sessuali, di commercio di organi. Ogni giorno milioni di persone buttano nell'immondizia cibo ancora buono. Ogni giorno milioni di persone vivono scavando nell’immondizia. Ogni giorno mille e mille donne, con l’avvallo di uomini o abbandonate a se stesse, non danno vita a una sicura vita. Ogni giorno mille e mille donne sono costrette a prostituirsi. Ogni giorno uomini indecenti - che tante volte indossano abiti rassicuranti – approfittando della loro posizione di guide e di maestri, marchiano per sempre della loro infamia mille e mille bambini e bambine. Ogni giorno mille e mille tragedie, mille e mille violenze, mille e mille sofferenze …

Ogni giorno un bene silenzioso ma vero fa quello che può e a volte fa l’impossibile per arginare questo fiume in piena di male. Quando noi donne e uomini che crediamo in Dio, noi donne e uomini che facciamo politica, noi donne e uomini scienziati, industriali, economisti, banchieri, artisti, intellettuali, giovani o adulti, ci alzeremo per indignarci?

Quando diremo con i fatti che il male causato dagli uomini è insopportabile e deve finire? Quando questi mali coperti da ideologie o da religioni verranno smascherati? Quando i pedofili, che siano cristiani, ebrei, musulmani, che siano religiosi o laici, sacerdoti o pastori, professori o maestri di asilo capiranno la loro indegnità e si dimetteranno, pagheranno e si faranno curare? Quando? Dio mio, fa che sia subito!

Cari amici, il quando deve incominciare ora, ai piedi del presepe. “Nunca mas”, mai più. Nel mai più c’è la nostra resurrezione, nel mai più c’è l’inizio di quella dignità dell’uomo e della donna che per moltissimi è persa.
Dio mio, sei in me, sono in Te, siamo insieme. Insieme per amare, insieme per credere che solo l’amore dà senso alla vita. Solo l’amore, quello vero, dà opportunità alla vita di essere vita. Insieme per piangere su questo mondo che crede di trovare libertà e senso lontano da Te. Piangiamo insieme, Dio! Ma il nostro pianto è di speranza, perché sappiamo che l’uomo, solo quando trova il vero senso, si ritrova.
Dio mio, Tu sei in me, in me che sono povero, che sono niente, ma sei in me e io in Te.

Torino, 30 novembre 2005
Ernesto Olivero

 

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