Le tegole d’Israele

Pubblicato il 18-02-2024

di Agnese Picco

Durante uno scavo effettuato dai ricercatori dell’Israel Antiquities Authority e dall’Università di Tel-Aviv nel Parco Nazionale della Città di Davide, sono stati trovati 16 frammenti di tegole risalenti all’età ellenistica (II sec. a.C.). Sono le tegole più antiche (ad oggi note) ritrovate in questa regione.

L’eccezionalità della scoperta però, non è questa. Il secondo secolo prima della nascita di Gesù è infatti un periodo chiave. Dopo la morte di Alessandro Magno il suo regno si divise in regni minori, governati da alcuni dei suoi generali. La parte corrispondente al Vicino Oriente (comprendente Mesopotamia, Siria, Persia e Asia Minore) era dominata dalla dinastia dei Seleucidi. Apparteneva a questa dinastia anche Mitridate, che nel 175 a.C. salì al potere con il nome di Antioco IV Epifane. Secondo il libro dei Maccabei, nel 168 a.C. Antioco IV effettuò una spedizione militare contro Gerusalemme, conquistando la città. Le efferatezze compiute dall’esercito seleucide furono la causa della rivolta dei Maccabei. Antioco IV depredò gli arredi del Tempio consacrandolo invece a Giove Olimpo e costruì una fortezza, denominata Akra. Nonostante le descrizioni presenti nelle fonti letterarie ebraiche e non, ad oggi non si conosce l’esatta ubicazione della fortezza seleucide. Il ritrovamento dei frammenti di tegole appartenenti a questo periodo nella zona della città di Davide può essere un indizio da ricollegare alla fortezza seleucide. Le tegole infatti prima della dominazione romana erano poco usate nell’area, tanto che queste sono le più antiche, ma anche tra le poche ritrovate. Nel mondo greco invece erano la tecnica più diffusa per costruire i tetti delle case. La presenza delle tegole potrebbe quindi indicare la localizzazione della fortezza, fatta costruire dal re straniero, di cultura greca.

Dopo la caduta del regno Seleucide e l’ascesa degli Asmonei le tegole scompaiono nel record archeologico della regione fino al dominio romano. «È sorprendente come una così piccola scoperta possa aprire finestre nel vasto mondo della ricerca» dicono i ricercatori che hanno partecipato allo scavo.


Agnese Picco
NP gennaio 2024

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