E uscimmo a rivedere la luce

Pubblicato il 25-01-2024

di Mauro Tabasso

Come l’arte, la cultura e la musica possono annullare il buio

Dio disse e la luce fu. Quindi chi è il furbastro che disse Enel e la bolletta fu? Perbacco, il sole c’è per tutti, ma la luce non direi, e non solo in senso fisico, ma soprattutto metaforico e simbolico. Stiamo vivendo tempi bui, nei quali – secondo alcuni studi accreditati dall’Istituto Universitario di Studi Superiori di dell’Università di Pavia – si sta verificando un’inversione di tendenza del QI, il quoziente di intelligenza.

Dal 1938 fino al 1984, di generazione in generazione, i figli sono stati più intelligenti dei padri (con circa 13 punti acquistati negli anni indicati). Ma negli ultimi 10 anni questa tendenza (chiamata effetto Flynn dal nome dello psicologo che per primo l’ha osservata) si è invertita. I figli stanno cominciando a essere meno intelligenti rispetto ai loro genitori. Non lo dico per fare un processo alla società, alla scuola, al sistema (questo lo lasciamo fare ai sociologi), ma qualche piccola riflessione viene spontanea: sono tempi davvero bui e temo lo diventeranno ancora di più. Quindi che si fa?

Cosa facevano i nostri avi che non avevano la corrente ma erano più svegli di noi (pare)? Accendevano un fuoco, una candela, un falò e montavano una tenda, così si riscaldavano e illuminavano (per quanto possibile) il nero della notte. Credo che dovremmo di nuovo imparare a fare la stessa cosa. Il fuoco riscaldava non solo l’ambiente, ma anche i cuori, le persone. Il fuoco è quella passione che divora, che fa fuggire via il tempo, che riscalda il cuore anche quando intorno c’è il ghiaccio, il gelo delle persone, della solitudine, delle guerre, della sofferenza. La luce del fuoco guida i passi, ma solo uno alla volta, perché non illumina a chilometri, ma quel paio di metri necessari per fare due passi senza inciampare, e dopo i passi illumina altri due metri e così via. Ecco cosa si fa nei tempi bui. Si tiene il fuoco acceso, considerando (se possibile) anche la bolletta di cui sopra e il fenomeno che l’ha creata.

Più i tempi sono bui, più dobbiamo sforzarci in tutti i modi di far dilagare il bene, l’amore, anche attraverso l’arte, la cultura, la musica che sa emozionare e diventare strumento di conoscenza, rispetto, tolleranza, pace. Il buio si sconfigge solo attraverso la luce, e un cuore inondato di luce può guidare gli occhi e i passi di un individuo sulla strada del bene comune.

Per questo, per il secondo anno, sosteniamo insieme agli amici di Lingotto Musica la campagna del Biglietto Sospeso, perché crediamo fortemente nel potere benefico della bellezza universale, e siamo felici che attraverso questa iniziativa essa possa essere condivisa con un gran numero di persone che non hanno mai (o raramente) potuto toccarla con mano. Vorremmo davvero che questa proposta diventasse una consuetudine per Torino, una città in cui la solidarietà ha radici antiche e profonde.

Se la parola ha creato può farlo ancora, e per parlare di bene bisogna pensare al bene, cercarlo, praticarlo.

Nessuno di noi è così povero da non poter donare qualcosa a qualcuno, e la felicità più grande è far felici gli altri. Si può fare anche attraverso un’emozione. È la luce che sconfigge il buio, e non viceversa, e nessun uomo al mondo può impedire al sole di sorgere domani.

Mauro Tabasso

NP Dicembre 2023

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