Baluardo

Pubblicato il 24-08-2023

di Fabio Arduini

Robusta difesa contro l’irrompere delle forze di distruzione; opera realizzata con il contributo di tanti; sfruttamento di risorse naturali che può portare a dilapidarle oppure a proteggere l’ecosistema da cui esse scaturiscono. La parola ha un chiaro, anche se antico, sapore militare. Poi lentamente è filtrata ad altri campi, ed oggi si usa soprattutto in senso lato, per esempio nel descrivere la realtà della vita spirituale e morale, e anche in linguaggi della vita civile. Se in campo bellico trovò la sua grande diffusione, il baluardo ha un’origine precedente a questa applicazione e alla radice proviene, potremmo dire oggi, dalla protezione civile.

Quello che conosciamo è un’opera di architettura tipica dei secoli rinascimentali, quando costituiva uno dei punti chiave delle mura difensive di città e piazzeforti. Doveva essere sufficientemente robusta da resistere alle cannonate delle artiglierie nemiche. La sua specifica caratteristica era l’ossatura di legno. Era per l’appunto quel tipo di realizzazione, grandiosa per l’epoca, che, ben prima dell’applicazione militare, le popolazioni germaniche delle coste del Mare del Nord conoscevano come bolwerk, cioè “opere in legno” (tradotto in francese con boulevard che presto andò a indicare la cinta di fortificazione interna, e poi ancora i viali che ne presero il posto). Con queste strutture si ingegnavano a difendere le terre emerse dalla minaccia delle inondazioni e sfidavano la potenza del mare.

Fabio Arduini

NP Maggio 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok