Serenità

Pubblicato il 26-02-2024

di Fabio Arduini

Sereno vuole dire senza nuvole. Originariamente significava secco, senza umidità. Un cielo sereno è fatto di un colore solo, evidente, compatto, vivido. Ed è asciutto. Il linguaggio della meteorologia si è tirato poi dietro quello dell’anima, ed esprime quella condizione che è senza ombre di sorta. Stato d’animo che è universalmente desiderato; eppure nell’esperienza di tanti è sfuggente, poco prevedibile (il che ha qualcosa di umoristico se consideriamo che invece il clima sereno è prevedibile). In fondo, poco affidabile. Perciò è particolarmente interessante l’esperienza di chi avverte serenità anche in mezzo alle tempeste.

E se fosse vero che una certa serenità può essere a disposizione sempre? Sarebbe una rivoluzione. Forse la serenità è vicina, raggiungibile: come un letto da rifare che viene rifatto, o una pentola sporca che viene lavata. Insomma qualcosa che magari richiede impegno, e che però si può veramente rendere presente. È assurdo pensare che gli stati d’animo si possano fabbricare, ma se considerassimo la serenità, invece che una chimera, la conseguenza di qualche cosa di saggio, allora si tratta di andare alla ricerca. Verità da contemplare: ci saranno pure da qualche parte!

Di quelle che spingono via le nuvole, o capaci quantomeno di recintare un pezzo di bellezza che nulla può rovinare: come se ci seguisse sempre, da qualche parte, non la nuvola di pioggia, ma uno scorcio di cielo azzurro al quale affacciarsi.

Fabio Arduini

NP Gennaio 2024

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