Restituiamo (per) la pace

Pubblicato il 29-12-2023

di Arsenale dell’Incontro

In questo tempo qui all’Arsenale dell’Incontro condividiamo la nostra quotidianità con tante persone a cui la guerra e la violenza sta toccando da vicino – vicinissimo – padri, madri, figli, fratelli, parenti stretti, amici cari... Siamo sulla carta a pochissimi chilometri da tutti loro, ma il confine che ci separa è in realtà enorme, attualmente invalicabile. La tentazione è di permettere che questa impossibilità di farsi vicini concretamente a ognuno di loro apra la strada a uno sconforto senza orizzonte. La sensazione di impotenza a volte è davvero grande. Ma ci siamo detti che non vogliamo sia questa la strada su cui camminare..

Sentiamo che in questo momento difficile e buio la restituzione può diventare la chiave per continuare a essere insieme un segno concreto di pace. Farci prossimi a chi abbiamo accanto e a chi ci viene affidato con dei gesti, farci prossimi con il bene che possiamo fare, farci prossimi tentando di essere una porta aperta sempre e comunque... diventa la credibilità del nostro sì convinto alla pace. Un sì che non è fatto di parole ma di una fatica che non si arrende.
E continua a scommettere di poter costruire pace anche in quelle relazioni che magari sono un po’ chiuse. Continua a cercare una via per stare accanto anche a quelle persone o quelle situazioni per le quali una risposta concreta si fatica a trovarla.

Allora ci siamo detti reciprocamente di impegnarci per continuare a tenere aperte le porte dell’Arsenale a tutti i bambini e i giovani che ci frequentano e alle loro famiglie, con una forza e una disponibilità ancora più grande del solito. Ci siamo detti di impegnarci perché ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo che ricevono da quando varcano la soglia dell’Arsenale a quando escono sia un respiro di pace: mai come oggi ne hanno e ne abbiamo bisogno per non farci intossicare dall’aria piena di odio e di violenza e di brutture che ci circonda! Ci siamo chiesti di regalare a loro tutto il bene e tutto l’affetto con cui vorremmo abbracciare, anche fisicamente, le persone lontane a cui vogliamo bene e ogni bambino aldilà del confine... credendo insieme che questa restituzione raggiunga in qualche modo anche ognuno di loro, perché tiene accesa nei nostri cuori e in questa terra la speranza di una pace realizzabile, di un incontro possibile, di un bene che non si tira indietro, nemmeno nel momento della sofferenza più grande.

Non sempre è facile tenere insieme le nostre diversità, guardarle come una ricchezza. Ma il desiderio che ci accomuna di mettere al centro i più piccoli – quei piccoli che agli occhi di tanti non hanno valore ma per noi sono il valore più grande – da custodire e da aiutare a crescere con tutte le nostre forze, ci aiuta e ci spinge a farlo, «saldi nella speranza contro ogni speranza » (Rm 4,18). E ci sprona a cercare di far diventare un segno di pace anche la sofferenza che stiamo attraversando, le nostre fatiche, le nostre difficoltà, a volte le nostre incomprensioni... perché la nostra comunità sia un piccolo segno di luce che continua con costanza a dire sì alla pace, con costanza continua a essere un ponte. Mai come in questo tempo serve.
 

La Fraternità del Sermig in Giordania
NP novembre 2023

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok