Piccoli segni di Natale

Pubblicato il 03-03-2024

di Arsenale dell’Incontro

Nelle scorse settimane sono venuti da noi dieci studenti al primo anno di università, futuri medici, ingegneri e manager d’azienda. Il loro piano formativo comprendeva la realizzazione di un piccolo progetto di inclusione sociale, e siccome il fratellino di uno di loro frequenta l’Arsenale, hanno pensato a noi. Hanno condiviso una mattinata con i nostri bambini e ragazzi, tra attività didattiche, arte, musica e sport. Prima di andare via, uno di loro ci prende da parte, ci accorgiamo che ha qualcosa da dirci a tu per tu. Fino a qualche minuto prima era stato il trascinatore del gruppo, con grande intraprendenza, loquacità e sensibilità aveva saputo coinvolgere tutti nelle attività e anche nella preparazione si era mostrato in tutta la sua abilità. Adesso il suo sguardo ha gli occhi lucidi, la voce fatica a uscire. Prima parla il silenzio, poi segue qualche parola: «Sapete, ho un fratello più piccolo che è come i bimbi con cui abbiamo giocato oggi, quanto mi piacerebbe che questa diventasse anche casa sua... Proverò a parlarne con i miei genitori, spero davvero che decidano di portarlo». Non sappiamo se questo bimbo arriverà qui, ma negli occhi di quel ragazzo abbiamo visto la luce della commozione che i nostri piccoli hanno seminato in lui... la affidiamo perché faccia strada, faccia luce. E li aspettiamo con la porta aperta.

Poi è venuto il momento della festa di Natale e dei regali. Quest’anno, come segno in questo tempo difficile, abbiamo pensato di dedicarli tutti ai più piccoli, e così gli oltre 50 ragazzi maggiorenni che frequentano l’Arsenale hanno ricevuto la proposta di ricevere un dono non per loro ma per i piccoli delle loro case: fratellini e sorelline, nipoti, cugini, vicini di casa... perché il loro regalo potesse essere quello di far felici i bambini. Non eravamo sicuri che avrebbero capito, ma gli educatori ci hanno incoraggiato: «Tanti di loro anche nella quotidianità quando prendono all’Arsenale dolcetti o cioccolata non li mangiano e li portano a casa da regalare ai bambini, vedrete che capiranno». E così è stato. La gioia sui loro volti ci ha commosso. Qualcuno l’ha tradotta anche in parole. Una ragazza si avvicina con un peluche in mano e ci dice: «Non vedo l’ora di arrivare a casa e di vedere la mia nipotina Lyn: stasera la faccio felice!». C’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Ce lo insegnano con la vita i nostri piccoli che sono pieni di gioia nel far felici altri piccoli “più piccoli di loro”. E così quando abbiamo fatto la stessa proposta per i loro regali anche agli educatori e a tutte le persone che lavorano con noi, abbiamo visto volti desiderosi di sperimentare quella stessa felicità. Davvero, come ci ha ricordato Ernesto nei suoi auguri di Natale: «i disabili che accogliamo ci rendono persone migliori».

Infine ci siamo scambiati gli auguri con le persone che insieme a noi ogni giorno tengono aperte le porte di questo Arsenale, chiedendo ad ognuno se aveva qualcosa da condividere. Una delle educatrici, che è con noi da oltre dieci anni ed è appena rientrata dalla maternità, ha detto: «Voi ci parlate sempre di amore, dell’importanza di mettere amore nelle cose che facciamo. In questi mesi di gravidanza l’ho capito fino in fondo. Ho ricevuto mille attenzioni nei momenti di difficoltà e di fatica, in un modo silenzioso ma costante vi siete presi cura di me, mi avete aiutato a vivere bene la mia attesa, senza farmi mai pesare l’aiuto di cui avevo bisogno. Grazie». Nove mesi di attesa per imparare ad amare dal sentirsi amati con gratuità. Iniziamo il nuovo anno con il desiderio di continuare a fare spazio all’amore, a cercare ogni giorno nel quotidiano, anche quando è più buio e faticoso, piccoli segni di Natale.

La Fraternità del Sermig in Giordania
NP gennaio 2024

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