La TV è buona o cattiva?

Pubblicato il 24-01-2013

di Flaminia Morandi

Interno giorno. Un ufficio postale affollato. Siamo a fine mese, e c'è una lunga fila davanti agli sportelli dei servizi finanziari. Fra le varie bollette, tutti hanno il bollettino del rinnovo della Rai TV. Tutti tranne uno. È un tipo magro e alto, che si dondola nervosamente sulle gambe, sospira, guarda l'orologio. Poi sbotta: "Pecore! Ecco cos'è l'umanità! Un gregge di pecore! Tutti a pagare l'abbonamento alla televisione! La televisione! Uno strumento del demonio! L'ha detto anche il papa!".
La gente imbarazzata fa finta di niente, e ignora il signore che sembra sinceramente arrabbiato. Solo una signora con zazzera e cappello, che sembra immersa nel suo giornale piegato in quattro, alza gli occhi, lo guarda e gli risponde sorridendo: "Veramente a dirlo è stato Urs von Balthasar, un teologo tedesco... Il papa, anzi i papi, si sono espressi diversamente, caro signore... Cominciò Pio XII nel 1957, parlando di dono di Dio... Miranda prorsus, mi sembra...
Nel 1975 Paolo VI si pose addirittura il problema dei media come struttura culturale che andava compresa e interpretata... Evangelii Nuntiandi... Cosa sottolineata anche da Giovanni Paolo II, Redemptoris missio... il quale l'ha anche messa in pratica: un papa televisivo, mediatico; un papa che si muove davanti alle telecamere come un pesce nell'acqua, conosce la forza della sua immagine, ha fatto della televisione lo strumento del rilancio cattolico, ha assunto un'identità planetaria attraverso la televisione... Non lo dico io, lo dice Dennis de Kerckhove, un massmediologo americano cattolico..."."Figuriamoci! Un massmediologo! Sarà qualche senza Dio pagato da qualche televisione americana...".
"Veramente de Kerckhove insegna a Toronto, Canada, ed è l'erede di Marshall Mc Luhan, che per primo parlò di villaggio globale, ed era un fervido credente... La tesi di de Kerckhove è che, poiché la televisione è uno strumento fisico, corporeo, che privilegia l'espressività e la fisicità e rifiuta l'astrazione e il ragionamento, è il mezzo cattolico per eccellenza... Già, c'è un ragionamento teologico dietro questa affermazione...
Se Dio si è fatto uomo perché l'uomo diventasse come Dio (non lo dico io, lo dice sant'Ireneo di Lione), vuol dire che l'uomo ha dentro di sé l'impronta dello Spirito... Se lo Spirito viene lasciato emergere all'esterno, se riesce ad invadere l'anima (la ragione, la volontà, i sentimenti, la psiche) e poi il corpo, ecco che affiora all'esterno e può essere percepito.
Lo dicevano i Padri della Chiesa. L'uomo tripartito, fatto di Spirito, anima e corpo è un'affermazione loro. In teologia si dice: la tricotomia dei Padri. Dunque, dicevo... è per questo Spirito che affiora nei volti, nelle vite vissute nello Spirito che i pittori medioevali mettevano l'aureola ai Santi: era un modo concreto per esprimere un concetto teologico...".
"Ma lei mi sta confondendo! Che c'entra ora l'aureola dei santi con la televisione!".
"C'entra, c'entra, caro signore, se mi fa finire... tanto, come vede, c'è tempo prima di guadagnare lo sportello... C'entra perché se la televisione, come è vero, lascia passare solo il messaggio fisico di una persona... già, perché immagino che lei, come me, dia un giudizio umano su tutti quelli che compaiono in TV... dirà: mi è simpatico, antipatico, questo dice la verità, di questo non mi fido... È l'"amicizia mediale" prodotta dalla fisicità della televisione, perché, guardando la TV, si osservano le persone come non si riesce a fare quando le si incontra faccia a faccia..."."Amicizia mediale ce l'avrà lei!".
"Se vuole... Bene, insomma, quando il messaggio fisico di una persona è un messaggio di santità, la TV lo fa passare e amplifica! Come dire che la santità buca il video... Ecco perché il corpo del papa è stato un elemento importantissimo di questo pontificato! Senza la televisione probabilmente non avrebbe avuto questa forza ecumenica... Chi legge i discorsi del papa? Pochi. Chi lo ama attraverso l'immagine televisiva diffusa in tutti i continenti? Tutti. Non è un caso che il Vaticano, nell'84, abbia aperto il suo Centro televisivo, che registra tutto ciò che riguarda il papa e lo diffonde in tutto il mondo... Se la televisione fosse stata cattiva...".
"Cattiva maestra televisione! Questo lo so anch''io! L'ha detto un filosofo che la pensava come me, cara la mia signora! La televisione fa schifo!".
"Il filosofo si chiamava Karl Popper, signore... un guru liberale che è arrivato ad invocare la censura... e poi ha ripiegato sulla proposta di un giuramento morale, una specie di patente per i professionisti della televisione..."."Giustissimo! Sacrosantissimo! Un richiamo al senso di responsabilità degli operatori, certo! Perché la sua televisione, esimia rappresentante del gentil sesso, è superficiale, leggera, stupida... Perché comunica solo disvalori: corsa al successo facile, al denaro, come se nella vita non esistesse altro che divertirsi e star bene, anzi meglio degli altri, se possibile a danno di altri! La sua televisione diffonde una cultura edonistica, narcisistica e, mi lasci dire, lei che parla di religione, lesiva del valore positivo della famiglia. Trasmette e inculca violenza, relativismo morale e... sì, religioso!".
"Mi scusi, signore, lei sta facendo un gran fricandò! Sta confondendo i piani del ragionamento! Occorre fare un distinguo, caro lei, fra mezzo-televisione e suoi contenuti... Il mezzo non è cattivo in se stesso... Il mezzo-televisione è un mondo culturale, ha contribuito con la fotografia, con il cinema, con la radio a creare una nuova cultura, una mentalità, un nuovo modo di pensare, di costruire il pensiero... Un mondo culturale in se stesso è buono, un dono di Dio... I mondi culturali sono diversi, vari... come il creato è sempre diverso, vario! Segni dei tempi, li chiama la Chiesa! Segni dei tempi da considerare con rispetto e interesse come tutto ciò che è umano, perché il nostro Dio non se ne sta lassù nell'alto dei cieli, è un Dio incarnato, impastato nelle faccende umane... anche nella stampa o nella televisione, caro signore!".
"Eh, nella stampa! Ma signora, la stampa ha diffuso la Bibbia, mi risulta...".
"Già, il primo libro a stampa è stata una Bibbia... e l'invenzione della stampa ha preceduto di poco la riforma protestante...
Non è una coincidenza di date: gli studiosi vedono un nesso forte fra Gutenberg e il movimento di riforma, che predicava la "sola scriptura", il rapporto personale di ogni credente con la parola di Dio! Il mezzo-stampa ha insegnato la lettura solitaria... e il rapporto personale con la pagina favorisce il pensiero interiorizzato e il ragionamento astratto... cosa che ha innalzato barriere fra chi poteva leggere e chi no, e fra i diversi gradi di competenza nella lettura... Più tardi la televisione ha di nuovo smontato queste barriere, e trasformato la cultura scritta in cultura dell'immagine, una cultura sensuale e impressionistica, in cui la sensazione conta più del ragionamento...".
"E a lei par buono, questo?".
"Vede che lei continua a confondere i piani... Non si può dare un giudizio morale ad una cultura, è contro qualsiasi principio spirituale, religioso, sociologico, antropologico... È come se lei dicesse: la cultura tradizionale africana non è buona perché c'è la poligamia... Lei può anche pensare, da cristiano, che la poligamia è una struttura di peccato, ma non può dare un giudizio morale ad una struttura, che piuttosto va studiata sforzandosi di comprendere...".
"Va bene, ho capito... In sé la televisione non è un male...".
"Finalmente ci siamo, caro signore!".
"Eh già, ci siamo!" interloquisce acida una signora nella fila. "Tanto infervorato a discutere, che neanche s'è accorto che è arrivato il suo turno, signore nemico-della-televisione!".
"Per tutte le televisioni! Ci scusi, signora, abbiamo esagerato... Peccato però, stavo cominciando ad appassionarmi...".
"Possiamo sempre continuare, caro signore...".
"Lei dice, dolce signora? E perché no? Al bar, per esempio...".
"Domani al bar dei Pini...alle sei del pomeriggio, per esempio. E adesso arrivederci, vado a pagare l'abbonamento TV".
"Ah, giammai! A questo non mi piego!".
"Mai dire mai, caro signore! Intanto... a domani!".


Flaminia Morandi
NP febbraio 2003

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