La vita vale. Come spenderla?

Pubblicato il 11-08-2012

di Ernesto Olivero

di Ernesto Olivero - Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei. Non sempre ci scegliamo i compagni di viaggio.
 

 

Io non ho scelto come compagna di viaggio questa o quella velina, questa o quella famosa conduttrice di programmi televisivi. Eppure me le trovo improvvisamente sullo schermo a presentare giovani che con i loro litigi e i loro amori vorrebbero entrare nella mia vita. Lo stesso vale per i protagonisti di vallettopoli che infuriano sui media con le loro imprese. Scopro addirittura che un’università a me molto cara, quella di Salerno – sono nato nei paraggi – ha invitato uno di loro come relatore ad un convegno…

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. I proverbi sono la saggezza dei popoli, si dice. Mi chiedo: chi si è scelto il proprio capoufficio, il proprio parroco, il proprio vicino di casa…? La maggior parte delle persone con cui viviamo, direttamente o indirettamente, non ce le siamo scelte e non le sceglieremmo mai.

In un caos del genere, come può un giovane incontrare Dio? Come può nascere una vocazione? Ti viene la nostalgia di un bel viale di platani, di prati erbosi, del mare sterminato davanti a te… quelli sì che ti portano a Dio! Anch’io ho nostalgia qualche volta di un prato erboso, ma ho capito che il silenzio deve nascermi dentro, e io devo lasciare che mi faccia compagnia. Devo star bene con il silenzio, essere in pace con lui.

Credo che la vocazione più bella, quella che mi fa dire: “Io la vita la voglio spendere bene per Dio”, sia stare in mezzo alla vita, in mezzo alle lacrime ed alle angosce. Non scopro una novità: Gesù stava in mezzo alla gente, in mezzo a ricchi e poveri, prostitute e indemoniati. E qualche volta si ritirava nel deserto. Qualche volta. Anche mia madre non ha mai avuto un prato erboso a disposizione, perché aveva accolto con amore i miei fratelli e me. Eppure, quanta pace mi dava il solo guardarla. Quanti “sì” ho incontrato che si sono persi al primo dolore! Spesso erano i “sì dei platani”, degli spazi infiniti di silenzio. E quanti “sì” ho incontrato, forti ma pieni di lacrime, pieni di ferite ma fedeli!

Non voglio trarne una morale, ma una piccola chiave sì. Chi vuol dare la sua vita a Dio e farne un “sì”, deve stare con il cuore attaccato a Gesù e con le orecchie attente al grido di dolore di tanti. Saper piangere con chi piange, saper accettare il disperato e con un amore infinito, senza giudizio, lasciarsi guardare negli occhi e guardare. E sperare che quello sguardo, velato dalle fatiche della vita, si alzi un po’ in alto.

Oggi, se si presentasse un nuovo Francesco d’Assisi, Costanzo sarebbe capace di fare un dibattito con personaggi stravaganti nel quale proprio Francesco passerebbe agli occhi di tanti come il tipo originale! Invece ci vorrebbero davvero 100 e 100 Francesco - e io ne conosco tanti - per mettere un dubbio sulle parole di certi predicatori e presunti tali, ed aiutare la gente ad alzare un po’ lo sguardo.
Ernesto Olivero
 
 
 
 

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