QUARESIMA/1: Il tempo del ritorno

Pubblicato il 22-09-2011

di Redazione Sermig


Domenica scorsa gli indios del Nord America ci hanno invitati a fermarci ed aspettare le nostre anime. Da questa domenica iniziamo quel pellegrinaggio verso Gesù che si concluderà portandoci a dare vita ai fratelli. La preghiera, il digiuno e l’elemosina che si fa condivisione sono i segnali indicatori di questo cammino.

di Elide Siviero

 

Tutti i miei amici sanno che io non amo particolarmente la Quaresima: porto in me il retaggio di catechesi buie e un po’ oscure dove “Quaresima” voleva dire penitenza, e la penitenza aveva il colore violaceo della tristezza. Così, ogni anno sento che devo riscattare questo tempo importante da tutto ciò che lo oscura, per riscoprirlo e sfruttarlo.
La grazia di Dio viene in soccorso a questa mia ricerca per mostrarmi il vero volto della “penitenza quaresimale”: questa non è tanto l’atteggiamento del fachiro che si priva di tutto per gioire del fatto che non ha bisogno di niente. È, invece, il cammino di chi cerca le vie migliori per ritornare a Dio.

È questo, infatti, il verbo della Quaresima: ritornare. Lo sentiamo risuonare in tutte le letture e ci chiarisce che la conversione non è semplicemente cambiare rotta, invertire la marcia, ma è soprattutto ritornare a Dio.
I mezzi che la Quaresima ci offre nascono dalla Tradizione ma vanno compresi nel loro significato valido per ogni epoca. Parlare di preghiera, digiuno ed elemosina può essere pericoloso se non si spiega il loro valore in questo tempo in cui la preghiera è scambiata per una tecnica di meditazione in cui ritrovare se stessi, il digiuno è catturato dalle diete dimagranti imposte dalla moda, e l’elemosina è confusa con la piccola offerta che si dà per cause umanitarie.

Pregare è trovare il tempo per Colui che scegliamo come Signore della nostra storia: è il primo gesto che ci permette di tornare a Dio. Pregarlo, ricordarci di Lui, sprecare tempo per la sua Parola, vuol dire metterlo al primo posto. Non sarà essenziale quello che comprendiamo, quello che sentiamo o proviamo: sarà importante Dio. La penitenza che chiede la preghiera è quella della rinuncia al proprio piccolo mondo per entrare nell’immensità dell’Eterno.

Il digiuno è imparare a privarsi del superfluo per conoscere la sobrietà che ci rivela la ricchezza di Dio e tornare a Lui come all’Unico necessario. Può avere molti aspetti: dalla rinuncia al cibo a quella della TV o alla privazione di qualcosa di piacevole. Altre volte lo stesso digiuno avrà anche il sapore della condivisione, della solidarietà: ci permetterà di ascoltare in noi la sorte di milioni di esseri umani che non sentono solo un po’ di appetito, ma muoiono di fame. Sarà un modo per tornare a Dio accanto ai fratelli che soffrono. La penitenza del digiuno è quella della rinuncia alle proprie esclusive esigenze per accorgerci di Dio e degli altri.

L’elemosina completa il quadro: non è solo condividere la sorte dei più poveri, ma anche donare concretamente ai fratelli qualcosa della propria vita: non solo denaro, ma anche tempo, ascolto, capacità, creatività, parola. È tornare ai fratelli con il dono di Dio che ci spinge da dentro. La penitenza dell’elemosina è quella dell’amore che si offre agli altri e in questo trova la sua gioia.

Comprendiamo da questi piccoli accenni che tutto il cammino di penitenza quaresimale non è un percorso triste in cui si soffre in attesa della fine, ma un cammino di liberazione, come quello che gli Ebrei vissero durante l’Esodo. Siamo chiamati a uscire dai nostri “Egitti”, che ci legano, per entrare nella terra promessa della libertà: la libertà dall’immagine stretta e limitata che possiamo avere di Dio, di noi stessi, degli altri.

Potremmo dire che la quaresima ci aiuta a lasciare da parte quanto è superfluo, a scegliere il bene, a conoscere la gioia vera. La sua parte di rinuncia serve per vivere quello che disse C. Dubois, e cioè che la cosa importante è essere capaci di sacrificare quello che siamo per quello che potremmo diventare.
Siamo chiamati a diventare i figli diletti del Padre.

Elide Siviero

Vedi anche:
QUARESIMA/2: Una voce dal monastero
QUARESIMA/3: Prendersi cura
QUARESIMA/4: Controcorrente
Speranza in cammino

 

 

 

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