Intervista a Dom Luciano Mendes de Almeida: la violenza contro i bambini

Pubblicato il 15-02-2012

di Redazione Sermig

Dom Luciano ha sempre avuto una preoccupazione speciale per i bambini della sua terra, soprattutto quelli più poveri, quelli vittima di violenze e soprusi. Pubblichiamo un’ intervista che ci ha rilasciato su questo tema.
 

Dom Luciano, tu ci hai insegnato ad aprire il cuore ai bambini di strada. Parlaci di loro...

Mai come in questi tempi la violenza contro i bambini è diventata una realtà comune a qualsiasi nazione, cultura o realtà sociale. Il Brasile non ne è esente.
Ho in mente la storia di una bambina sempre coperta di piaghe, causate dalle continue percosse ricevute dal convivente di sua mamma. O una nonna che mi ha raccontato la triste storia di una nipote di 12 anni, violentata dal convivente della propria madre; la bimba non mangiava più, non parlava più e non andava più a scuola per vergogna e paura.
Molte delle violenze sui bambini nascono in casa, dove non esiste più fedeltà coniugale e quindi responsabilità e affetto di genitore. L’amore è molto importante, dove manca è difficile che possano crescere bambini senza squilibri fisici o psicologici.

Abbiamo saputo che dei bambini, soprattutto nel nord-est del Brasile, vengono rapiti o comprati con la promessa di una vita migliore, in realtà per venderne gli organi: un’altra cosa crudele, ingiusta, inaccettabile, ma nessuno la ferma.
La violenza é dunque prima di tutto violenza personale, per mancanza di equilibrio, di padronanza di sé, frutto tante volte della passione umana, della cattiveria aumentata dalla droga... Quando un bambino viene bruciato dal papà (non sempre il vero padre) o subisce violenze perché non é andato a prendere della coca-cola, non dobbiamo stupirci se lo stesso succede tra bambini e bambini. Così due bambini possono litigare e possono ammazzarsi con un pezzo di ferro, con una pietra.
C’é la violenza delle bande che non risparmia nemmeno i bambini, torturati, eliminati perché di un altro gruppo, oppure minacciati: “O te o tua mamma”. Hanno trovato a Belo Horizonte un cimitero di 500 giovani…

C’é lo sfruttamento sessuale dei bambini, sottomessi a cose inaudite ed alla tortura fisica e filmati a scopo di lucro. È una violenza molto grave, perché elimina la trasparenza di cuore di un bambino, la fiducia nei rapporti umani e lo lascia in uno stato di estrema fragilità per tutta la vita.
Poi viene la violenza delle istituzioni statali, quando manca una politica che permetta la salvaguardia della salute a chi è malato o portatore di handicap. Questi bambini qui in Brasile hanno nella Chiesa l'unico elemento di aiuto.

Penso anche agli indigeni, che pure meritano la nostra comprensione per i loro usi e costumi. Una loro usanza é terribile: se la madre dà alla luce due bambini, uno di loro viene sacrificato e abbandonato nella foresta, poiché la madre non può alimentarli entrambi. Le suore che lavorano con gli indios fanno degli esami alle madri incinte e se avranno dei gemelli si offrono di accogliere uno dei due.

La violenza contro la vita, il disprezzo per la dignità umana caratterizzano la società in cui viviamo e la violenza contro i bambini diventa un capitolo nella “storia della disumanità”. Ogni vita umana violata ci deve interpellare sul nostro impegno perché ad ogni bambino sia riconosciuto il diritto di vivere, con dignità, in un mondo condiviso ed aperto ad ogni persona.


Il Sermig ha collaborato con dom Luciano in molteplici progetti, in particolare a favore dei bambini e dei giovani, e continuerà a sostenerli. 

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