Cittadini del Regno

Pubblicato il 15-02-2012

di dom Luciano Mendes de Almeida

La luce dell’amore vince le tenebre del peccato.

 

 Berardino Del Bene, Amore per il prossimoSiamo immersi in situazioni di peccato: avidità, cupidigia, invidia, violenza. Il peccato è come un albero con tanti frutti cattivi che sono presenti nella storia dell’umanità: lo sfruttamento delle persone, l’oppressione, la menzogna, … È difficile fare un elenco completo di situazioni ed azioni che per noi traducono la realtà del peccato. Si potrebbe dire che siamo cittadini dell’impero delle tenebre, dove dominano momenti di “distrazione” della persona umana, nel senso che si lascia attrarre e trascinare dall’incapacità di accettare pienamente l’azione e l’amore di Dio.
Quando siamo su un aereo ed è notte, non vediamo niente, è buio. A poco a poco, le ore passano. Incominciamo a scendere. Guardando bene, vediamo qua e là piccole luci di una città, di un villaggio, di una casa che sembrano valere di più di tutte le ore di buio. È un’esperienza che ognuno fa quando si trova in un aereo. Atterraggio notturnoQuelle luci piccoline ci danno gioia, perché indicano che stiamo scendendo, che il tempo è buono e che fra poco ritroveremo la stabilità, la normalità della vita, la sicurezza.

Nella vita spirituale ci sono una quantità di esperienze negative che sono come le tenebre in cui noi ci troviamo quando siamo su un aereo che vola nella notte. Non è l’impero delle tenebre che ci fa più impressione, ma è quell’insieme di luci piccoline che indicano la vita, l’amore gratuito, il perdono, la vittoria sulla paura della morte, è la certezza della bontà di Dio, è il desiderio di servire i poveri. Queste luci ci fanno capire meglio che cos’è l’impero del peccato: è l’assenza di segni d’amore. L’impero è vinto dai gesti d’amore, di gratuità, di bontà di chi imita la vita di Gesù Cristo. L’impero della morte è l’impero distrutto da Gesù.

Noi non siamo cittadini dell’impero delle tenebre, siamo cittadini del Regno, il nostro cuore è aperto agli altri, la nostra vita è spesa a servizio dei più poveri, a fare del bene a chi ne ha bisogno, a realizzare l'opera evangelica della "misericordia" che si sa donare ai piccoli perché abbiano la vita.

In un mondo fatto di violenza, di egoismo, di consumismo, di accumulazione di beni con esclusione degli altri, l’andare verso i poveri converte il cuore e cambia il nostro modo di vita. In questa esperienza c'è qualcosa di nuovo: impariamo dai poveri. Il Signore, tramite questi fratelli "più piccoli", si comunica fortemente con noi, facendoci imparare, scoprire, vivere tanti valori che non sapevamo, vedere nella stessa luce nella quale loro vedono. Impariamo così a distaccarci dai soldi, dal lusso, dalla gioia di avere buona salute, dall’essere lodati e apprezzati dagli altri e impariamo il valore dell’amicizia pura, della pace del cuore, dell’unione in famiglia, della pazienza cristiana, del soffrire insieme agli altri, del non disperarci se non abbiamo la salute che vogliamo. La vita allora si fa bella, divinamente bella, perché ci offre l’occasione di una comunione più profonda con Dio e con gli altri.
Maximino Cerezo Barredo, Deporre i poveri dalla croce
La Madonna è tutto questo: è comunione con Gesù nella dedizione di se stessa, nella gioia del cuore, nella pace dello Spirito, nello stare accanto ai sofferenti come a Gesù crocefisso, è pienezza di amore gratuito, è l'espressione più bella del cuore di Gesù.

 

dom Luciano Mendes de Almeida
da Nuovo Progetto giugno/luglio 2009



 

 

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