La vera preghiera

Pubblicato il 19-09-2015

di Flaminia Morandi

Susan Lordi, Preghieradi Flaminia Morandi – Chi può dire di saper pregare? Perfino gli apostoli, dopo aver visto Gesù che pregava, si resero conto di non saperne nulla. Leone Tolstoj, che era un uomo di genio dal carattere impossibile e dalle intuizioni celestiali, ha scritto sulla preghiera una storia affascinante che vale la pena di ricordare.

Un vescovo navigava alla volta di un monastero. Sulla nave c’erano altri passeggeri in pellegrinaggio verso la stessa mèta. Mentre passeggiava in coperta, il vescovo vide uno di loro che indicava un’isoletta all’orizzonte, raccontando qualcosa alla piccola folla riunita intorno a lui. Si avvicinò e sentì che parlava di tre bizzarri anziani che vivevano in solitudine su quell’isola per salvare la propria anima.
Uno era piccolo e decrepito, con una barba diventata verde e vestito di una tonaca logora. Il secondo, anche lui molto anziano e con una barba giallastra, era molto più grande e forte. Il terzo era un uomo gigantesco con la barba bianchissima e lunga, lo sguardo triste, vestito solo con una fascia di rafia intorno alle reni. Tra loro si capivano al primo sguardo e non parlavano mai.

Intanto la nave stava passando proprio vicino all’isola. Il vescovo pretese di sbarcare ad ogni costo e il capitano, anche se riluttante, fu costretto a organizzare una scialuppa per portarcelo a remi.
Sulla riva c’erano effettivamente tre uomini che si tenevano per mano, uno grande, uno piccolo e un altro piccolissimo. Il vescovo li benedisse e i tre uomini fecero un rispettoso inchino. “Ho sentito – disse il vescovo – che voi, servi di Dio, siete qui per la vostra salvezza e pregate Cristo nostro Signore. Io, indegno suo servitore, sono chiamato a pascere le sue pecore sulla terra. Così ho voluto visitare anche voi e darvi un po’ di istruzione. Ditemi dunque: come pregate?”. “Noi non sappiamo servire Dio – disse il piccolo decrepito dopo aver scambiato un’occhiata con gli altri – noi ci serviamo l’un l’altro procurandoci il pane quotidiano”. “E come pregate?” chiese il vescovo. “Diciamo: Tre sei Tu, tre siamo noi, abbi misericordia di noi, stacci vicino”. Allora il vescovo cominciò a insegnare il Padre Nostro ai tre vecchi, e quelli lo ascoltavano volenterosi. Lì per lì ripetevano le parole, ma poi le dimenticavano subito.

Alla fine della giornata, come Dio volle, sapevano la preghiera a memoria e il vescovo poté tornare sulla nave e riprendere il viaggio. Ma ecco che in mezzo alla notte, mentre il vescovo insonne se ne stava in coperta alla luce della luna, scorse una forma bianca volare verso la nave. Mentre chiamava preoccupato il timoniere, vide chiaramente le barbe bianche dei tre anziani che correvano sull’acqua senza muovere i piedi, tenendosi per mano. “Fermatevi! – gridavano a una voce – abbiamo dimenticato quello che tu, servo di Dio, ci hai insegnato. Ti prego, insegnacelo di nuovo!”.
Il vescovo fece un segno di croce, si inchinò profondamente e disse: “Non ho nulla da insegnarvi, uomini santi! Anche la vostra preghiera sale verso Dio. Pregate voi per noi peccatori!”.


MINIMA – Rubrica di Nuovo Progetto

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