Gli ultimi, gli amati dal Signore

Pubblicato il 04-10-2013

di Ernesto Olivero

di Ernesto Olivero - Il mondo aspetta la pace del nostro cuore.

Maximino Cerezo Barredo, El Padre nos acogeLa vita di Gesù spiega bene chi siano gli amati dal Signore per i quali è giunto il tempo della pace! Sono i poveri, gli scartati, i peccatori, i diversi di allora come di oggi, che Gesù ha incontrato, amato e aiutato!
Da Gesù ho imparato anch'io questo amore, questa tenerezza, e oggi anche per me tante lacrime, tanti volti angosciati, disperati, hanno un nome, non appartengono solo ad una storia, ad una morbosa cronaca letta sui giornali. Ogni lacrima ha un nome, ogni lacrima mi ricorda un momento di condivisione, un cuore stimolato, un volto accarezzato, un volto dallo sguardo talmente limpido da farci incontrare il paradiso e annunciarci la bellezza del Regno.
Ma ogni lacrima è una speranza, è la speranza di una rivoluzione d'amore che noi ultimi possiamo attuare; sì, noi ultimi, perché troppe volte i primi, che dovrebbero dare l'esempio, si impegnano solo a gestire il potere, ad imbrogliare e uccidere. Sì, noi ultimi, perché ho trovato più buona volontà in queste lacrime, in questi visi angosciati, che non in tante persone di buon senso e che sono in regola con le leggi degli uomini.
A volte la vita è tragica, violenta. Troppe volte sfugge nel nulla, nella disperazione, ma se le lacrime sono sincere, prima o poi, incontreranno altre lacrime sincere per diventare insieme una stella.

Gesù mi assicura che questi sono i suoi amici, i suoi prediletti, perché dopo averlo conosciuto, pur con molta fatica, gli vogliono bene, vanno nel mondo ad annunciarlo con la loro vita, la loro storia, le loro sofferenze e diventano i suoi testimoni più credibili.
Pace alla samaritana, che dal profondo del suo peccato, della sua miseria, si apre ad accogliere il Signore. Gesù si rivela a lei. E lei corre in città a dire alla gente che ha incontrato il Signore. E per le sue parole e per la sua testimonianza molti della sua città credettero in Gesù.
Pace a Zaccheo, che con un atto di umiltà vera ha capovolto la sua vita aprendosi a Gesù. E per la sua fede in Gesù ha abbandonato il suo dio di prima, il denaro, restituendo ai poveri quattro volte quanto aveva rubato.
Pace al cieco di Gerico, alla schiera di malati, paralitici, indemoniati, lebbrosi, che hanno creduto all'impossibile e sono stati guariti da Gesù e non solo nel fisico debilitato, ma nel loro intimo riacquistando fiducia e capacità di amare. Ho faticato per arrivare a Te, ma ti ho trovato, ti ho vicino e ora posso sentire che nessuna perla mi attrarrà di più.
Pace agli ultimi, additati anche loro, scartati, poveri di professione, da commiserare e da aiutare. Si fanno toccare da Gesù, cercano di toccarlo, permettono che entri nel loro cuore e dia loro la forza per iniziare la conversione del mondo. Sono talmente certi della salvezza di Gesù che, fin dai primi secoli, hanno offerto le loro vite pur di non rinnegare la loro fede, opponendosi al potere di allora. Grazie a questi sacrifici, a questo sangue, il mondo pagano si è convertito, ma il potere non si è mai dato per sconfitto, è sempre stato in agguato e un po' alla volta ha cercato di intronizzare la Chiesa.

La tentazione, quando è diventata potere, demonio, ha svuotato il messaggio di Gesù da tutto ciò che è trascendentale, divino, che è fuori del mondo, per farlo diventare semplicemente un messaggio sociale o un messaggio che acquietasse le coscienze. La storia di oggi è nelle nostre mani. Gesù, lo stesso Gesù che è morto in croce, che si offre sull'altare ogni giorno, chiede nuovamente a noi ultimi, scartati, di entrare nel nostro cuore affinché noi che l'abbiamo conosciuto possiamo riportare il suo messaggio alla vivezza iniziale. Mentre i primi cristiani hanno combattuto, pagato per eliminare la schiavitù dell'uomo sull'uomo, a noi tocca tuffarci in questo mondo per combattere la schiavitù del peccato.

Credo che solo se cominciamo noi ultimi, noi che abbiamo sbagliato, Gesù sarà nuovamente annunciato nella sua vera vivezza. Ma la nostra lotta è forse più dura di quella dei nostri fratelli di un tempo perché il peccato sta vivendo una grande stagione, e non trova più molta resistenza, anzi il nostro tempo sta facendo passare per cultura ciò che è peccato.
Penso all'aborto: la nostra cultura evoluta ci concede di scaricarci del peso di una vita umana indesiderata.
Penso alla leggerezza con cui affrontiamo la vita, limitandoci a goderla nei suoi aspetti esteriori. Libertà da ogni legame costrittivo, libertà dalle regole, libertà per il nostro corpo, è la cultura dei nostri tempi, una cultura che crea le prigioni della pornografia, della droga.
Penso alla cultura dell'opulenza: vale chi possiede, vale chi sa farsi strada senza scrupoli né riguardi verso nessuno. Solo se avremo una grande impronta d'amore stampata nella nostra vita potremo vivere e far capire che le Beatitudini evangeliche appartengono agli ultimi, sono la gioia di coloro che si convertono ai comandamenti del Signore, al comandamento nuovo di Gesù: amatevi come io vi ho amato. E i comandamenti non sono più leggi gravose e difficili, ma la legge di chi non ha leggi, di chi preferisce l'amore all'essere in regola con le leggi degli uomini.

Allora le Beatitudini sono l'anticipazione del Regno per coloro che scelgono di amare sempre: beati i poveri in spirito, beati gli afflitti, beati i miti, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace, beati i perseguitati per causa della giustizia. Così ancorati a Gesù e alla sua Parola, dobbiamo tuffarci nel mondo per incontrare il peccato di oggi, senza lasciarcene travolgere.
Chi pensa solo alla legalità forse non sbaglia o almeno il suo errore non viene alla luce, non viene alla ribalta, ma spesso perde la capacità di amare con tutto il cuore. In questo modo il cuore si indurisce, non diventa un cuore di carne, un cuore umile, non si china sui problemi e non sente neanche l'esigenza che gli errori degli altri siano evitati. Sì, perché anche fare il bene è un grosso rischio!
Ma quale amore non corre dei grossi rischi per essere vero amore? È solo con un grande amore nel cuore che possiamo vivere la pienezza della vita, dare pienezza al mondo senza essere del mondo.

Sento di diventare amore se non pretendo amore. Sento di essere in pace se lotto per chi non ha la pace. Sento di essere perdonato se vivo il perdono. Sento di vivere l'eternità se, attimo per attimo, gesto dopo gesto, cresce in me questa certezza. Tante volte noi stessi abbiamo peccato come certi peccatori pubblici, ma a noi è andata bene, abbiamo usato più precauzione e per certi peccati abbiamo avuto amici influenti che ci hanno coperto.

Amico che ti senti insicuro della tua vita e delle tue risorse, amico che sei solo, amico carcerato, drogato, terrorista, ladro, amico che hai abortito, divorziato, amico dal volto angosciato, pieno di lacrime, amico toccato dal Signore nel più profondo del tuo essere, ti chiedo di insegnarmi la forza dell'umiltà, la forza della pazienza, la forza della speranza, la forza di un grande amore per il quale vale la pena vivere. Fammi il dono della tua amicizia perché tu sei maestro della sofferenza e dell'angoscia, perché tu hai pagato lo sbaglio di un momento a un caro prezzo che pochi conoscono, ma che è diventato forza per te! Ti chiedo, vi chiedo di camminare insieme!

Per troppo tempo vi abbiamo considerato i diversi, ora insieme possiamo cambiare le nostre vite, trasformarle. Il primo passo è capire che l'errore è un errore e resta tale, il peccato è peccato e resta peccato, un errore si paga come è giusto... Oggi il peccato è di moda, è entrato in noi stessi, in tutte le nostre azioni; il tempo del demonio è il tempo in cui il peccato fa cultura, ma voi ed io sappiamo che il peccato è peccato! Per questo chiedo a voi, come a me, un altro passo decisivo, quello di cambiare vita, di scegliere una strada totalmente nuova, come amati dal Signore, come persone di sua fiducia, fidandosi anche reciprocamente e così insieme costruiremo una nuova vita perché il mondo aspetta la pace del mio cuore, del nostro cuore.

Se noi, che eravamo considerati persi, viviamo da convertiti, il mondo si chiederà conto della sua durezza e di tutto il male di cui si è circondato. C'è stato un tempo nella mia vita in cui l'angoscia, il peccato mi bloccavano; tutto il mio mondo, la mia vita sembravano fermarsi. Ma poi la strada mi ha condotto a Te e da allora le stesse angosce, gli stessi peccati non fanno che inchiodarmi sempre più a Te perché la mia vita è tua.

da NP, maggio 1984

OGNI LACRIMA È UNA SPERANZA


Non ti chiedo cose grandi,
non ti chiedo
di cambiare il mondo,
di convertire gli altri.
Ti chiedo solamente
occhi che sappiano
piangere e gioire,
orecchi che sappiano
ascoltare,
labbra che sappiano
consolare,
una vita da spendere
per gli altri.


di Ernesto Olivero

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