Il bene di tutti

Pubblicato il 15-09-2019

di Cesare Falletti

Cesare Falleti - CUORE PUROdi Cesare Falletti - Ad ascoltare le persone si impara molto, perché il Signore dà la vera sapienza a tutte le sue creature; e, quando queste non la soffocano con calcoli egoisti e menzogne dette più a se stessi che agli altri, ogni incontro, ogni relazione, può diventare sorgente di arricchimento e di riflessione. Talvolta anche le cose che si sanno già benissimo ricevono una conferma e un colore nuovo che permette di rivedere le proprie convinzioni e di porre dei giudizi più sfumati o, altre volte, più chiari, fermi e decisi.

Bambini dell'Arsenale della piazzaParlavo un giorno con un giovane imprenditore con pochi lavoratori, tutti immigrati, con cui ha stretto un legame fraterno. Il lavoro era diventato un interesse comune e lui ci teneva ad essere giusto nel salario, nel pagare gli straordinari, nei contributi, nelle ferie, anche se, come spesso succede con chi ha bisogno di lavorare, i suoi impiegati non chiedevano o non osavano chiedere nulla. Il clima di giustizia nel quale vive lo rende contento, anche se non guadagna troppo. Vedevo una soddisfazione non superba o vanitosa, ma quella dovuta al giusto orgoglio di una coscienza a posto. Mi parlava anche di un vicino che invece quel clima di giustizia non lo viveva e sfruttava i suoi dipendenti, anch’essi immigrati, che neppure loro osavano chiedere nulla. In una ispezione del lavoro hanno trovato naturalmente le cose molto irregolari e la multa è stata salata. Fin qui possiamo dire che almeno le cose sono state fatte in modo giusto: l’onesto è stato riconosciuto come tale e il disonesto è stato punito, e questo purtroppo non capita sempre.

Il mio amico provava una certa soddisfazione: la punizione dell’altro metteva in risalto il fatto che lui faceva le cose bene e la giustizia, sia la sua che quella dell’ente pubblico, veniva salvata; ma come salvare questa giusta soddisfazione dall’ombra di un’altra che nasce a scapito di colui che, anche se poco onesto, rimane una persona umana e non è bene rallegrarsi delle disgrazie altrui? Il nostro senso di giustizia è spesso messo alla prova da questa apparente contraddizione e il sentimento che possiamo avere non ci lascia sempre col cuore in pace. Il male altrui, anche se meritato, non può rallegrarci; neanche quello di un nemico (e questo non era il caso, perché i due vicini d’azienda non vivono nessuna ostilità fra di loro).
Questo ci fa prendere coscienza che c’è una giustizia umana, che premia o punisce in modo oggettivo, ma che non può darci gioia o afflizione. C’è una giustizia divina che pur facendo le cose giuste, salva sempre e attraverso la pena apre una strada più viva a chi è chiamato a convertirsi, cioè a tutti noi. È di questa giustizia divina che noi dobbiamo essere affamati e assetati. La giustizia non fa a meno dell’urgenza del volere il bene di tutti, anche nella severità della Legge, che è (o dovrebbe essere) davvero il mezzo per ottenere il bene comune, senza il quale non ci sono beni personali. Quando la Legge sembra costringerci in qualcosa di difficile o nella quale sembriamo perdere, per prima cosa è importante interrogarsi sul Bene Comune che la Legge cerca, sapendo che è anche un bene personale. Non posso vivere felice se non essendo sorgente di bene per gli altri. In caso posso dubitare della capacità della legge di ottenere un bene comune. Pensando solo al bene proprio si creano dei muri che diventano prigioni, molto solide, ma alla fine ci si accorge che la felicità, la gioia, la pace, tutto ciò che ci fa stare veramente, e non solo apparentemente, bene, rimane fuori. L’illusione del bene egoistico o egocentrico è malvagia; alla fine soffoca. La giustizia ha come ruolo quella di metterci in un movimento di comunione nel quale il respiro diventa più ampio e la voglia di vivere più autentica e pura, libera da ogni artificio.
Ora, la giustizia comincia da ciascuno di noi e, se rimane una cosa astratta, non è giustizia, ma oppressione.

Cesare Falletti
CUORE PURO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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