Ritrovare l'essenziale

Pubblicato il 10-09-2019

di Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - Prendiamo due eventi che sanno di disastro e di tragedia. Da una parte il caos della guerra in Libia, dall’altra parte l’incendio che ha devastato Notre Dame a Parigi. Ma, oltre a queste situazioni eccezionali che sono rimbalzate e rimbalzano sotto i nostri occhi, resta il nodo anche un po’ complesso che riguarda il nostro modo di reagire, a fronte di quanto capita di eclatante altrove, a distanza.

E forse non si è così logici e nitidi nell’agganciare, alle news sulla guerra in Libia, tutta quella realtà mediaticamente bypassata che conta morti, feriti, carenza di cibo e di medicine, gente spaventata, malati abbandonati, famiglie in pericolo. E magari si finisce ancora una volta a farsi mettere paura dalla possibilità di 800mila profughi in procinto di scappare appunto dalle coste libiche ove sono ricacciati dai combattimenti. Per loro un inferno che continua e che cambia i connotati, dopo la permanenza in quei centri di imbarbarimento ove sono stati ammassati in attesa di avventurarsi in mare. Ma, mediaticamente, passa un messaggio di segno preoccupante, riferito a quanto potrebbe succedere a noi se giungessero sulle nostre sponde, scordando la loro condizione di vita sempre più penosa, sempre più disumana.

L'incendio che ha fatto crollare la basilica di Notre Dame a Parigi ha rimandato ad altre annotazioni. Si sono ingenerate tante emozioni sconfortate in merito ai ricordi di quando appunto si è sostato davanti a quella cattedrale che ha connotato il volto di Francia, da secoli. Come se Notre Dame fosse un po’ la casa di tutti, credenti e non credenti, vicini e lontani, francesi ed europei. Ringraziamo che non ci sono state vittime. Ma pensiamo anche alla incredibile fragilità in cui un prezioso patrimonio affidato da secoli alle nostre generazioni può sbriciolarsi.

Un bene materiale, unico ed emblematico, è andato in fumo. Un bene immateriale ci tallona nell’animo, perché non ci smarriamo, strada facendo, e sappiamo ritrovare la via dell’essenziale in una umanità che ha bisogno di chinarsi sulle vittime della guerra e sulle macerie di un incendio.

Corrado Avagnina
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Rubrica di NUOVO PROGETTO

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