Qubit

Pubblicato il 04-06-2019

di stefano

di Stefano Ravizza - Dagli anni ’60 in poi si è assistito ad un progressivo aumento della potenza di calcolo dei computer, che è andato di pari passo con la miniaturizzazione dei circuiti elettronici da cui ne è derivata la famosa Legge di Moore secondo la quale “la complessità di un microcircuito, misurata con il numero di transistor in un chip (processore), e la relativa velocità di calcolo raddoppia ogni 18 mesi”. Oggi però questa miniaturizzazione sta raggiungendo limiti fisici sempre più complessi.

Per superare la legge di Moore si sta pensando di realizzare il computer quantistico. L’informatica tradizionale si basa sul concetto di Bit che equivale alla scelta tra due valori (sì/no, vero/falso) quando questi hanno la stessa probabilità di essere scelti. Il computer quantistico si basa invece sui Qubit, le unità dell’informazione quantistica che sono codificati non da 1 o 0, ma dallo stato quantistico in cui si trova una particella o un atomo che può avere contemporaneamente sia il valore 1 sia il valore 0, per altro in una varietà di combinazioni che producono differenti stati quantistici. Sono concetti un po’ complicati che cercherò di spiegarvi meglio la prossima volta.

di Stefano Ravizza
CYBER
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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