Numeri

Pubblicato il 22-05-2019

di Fabrizio Floris

di Fabrizio Floris - Sotto la soglia di povertà.
In un’ora imprecisata della notte mi metto nel letto e conto: 161, 189, 175, non numeri a caso, ma rimando a memoria le cifre scritte nelle ultime buste paga, mai più di tre numeri. Va un po’ meglio quando penso alla busta paga dell’altro lavoro (494 euro). Ma poi “vedo” le spese e capisco subito che la partita doppia non può quadrare neanche con le alchimie della finanza creativa.

Secondo l’Istat lavoro, quindi non faccio parte dell’emergenza lavoro, ma mi chiedo quanti si trovano nella mia condizione? Cosa c’è dietro le cifre in apparenza positive della riduzione del tasso di disoccupazione? Qual è la linea di demarcazione tra l’essere disoccupato e lavorare quando il lavoro non dà un reddito sufficiente? La Costituzione precisa che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad un’esistenza libera e dignitosa. Come può essere definita una retribuzione che si trova al di sotto della soglia di povertà?

Numeri che trasformano i pensieri in ossessioni che ti rincorrono ovunque tu sei, qualsiasi cosa fai. Piano piano ti convinci che prendi poco perché vali poco, che lavori poco perché sai fare poco, che quindi è giusto e non c’è distrazione che ti allontani dai pensieri. La mattina porti i bambini a scuola, poi in biblioteca per connettersi ad internet, consultare offerte e spedire curriculum così fino a sera. Risultati zero, chiamate nessuna, non hai fatto niente, non sai il senso della giornata trascorsa, nessun sorriso, strette di mano: è un peso che ti schiaccia e ti impedisce di muoverti dall’ultima panchina del parco. Ti trascini verso casa, ma non vuoi tornare perché non hai il coraggio di guardare i tuoi fi gli in faccia, per loro non hai fatto nulla.

Riguardo i numeri senza farmi altre domande, senza pensare a chi guadagna dieci volte tanto, senza pensare alle spese, alle bollette. Inverto l’ordine dei fattori lo stipendio è solo una parte: non è molto, ma lo farò bastare, cercherò di pensare che la mia vita non è legata ai numeri, che la mia fiducia non sta nelle cifre, che i miei desideri non sono matematica, che il coraggio non sta nella solidità di una somma in banca. In fondo tutto è in prestito. Sarò costretto a pagare per me con me stesso, numeri contro numeri, prestiti verso debiti: vita in cambio della vita.

Fabrizio Floris
PERIFERIE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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