Ambasciatori

Pubblicato il 24-05-2018

di Chiara Vitali

di Chiara Vitali - In Albania, l’impegno dei ragazzi di don Antonio.

Siamo a metà degli anni Novanta in uno degli stati più poveri tra gli ex sovietici: l’Albania. Il passaggio dal regime comunista alla democrazia è complicato e gli albanesi vivono una situazione di forte instabilità. Il 1997 è l’anno di inizio della “anarchia albanese”: il crollo delle grandi istituzioni finanziarie, che porta sull’orlo della povertà migliaia di persone, fa sprofondare il Paese in una situazione simile a quella di una guerra civile.

Viene dichiarato lo stato di emergenza e per riportare l’ordine è necessario l’intervento di una forza multinazionale.
Davanti al trauma vissuto dal proprio Paese, c’è chi ha deciso di portare speranza: l’associazione Ambasciatori di Pace sta cercando di curare su scala locale le ferite profonde lasciate dagli eventi del ‘97. Protagonisti della ONG sono i giovani della Zadrima, territorio nell’Albania del nord, guidati da don Antonio Sciarra.
vGli Ambasciatori hanno come obiettivo la ricostruzione di un solido tessuto sociale. Le attività portate avanti sono moltissime: percorsi di formazioni nelle scuole, campi estivi, eventi di sensibilizzazione su non violenza e pace, sportelli di sostegno psicologico gratuito per giovani in difficoltà.

L’associazione si occupa anche di un grosso problema sociale: durante l’anarchia albanese è tornata in uso la Gjakmarrja, una pratica tradizionale utile a difendere l’onore della propria famiglia. Questa prevede che per ogni omicidio ci sia una vendetta di sangue, che potrebbe colpire tutti gli uomini della famiglia dell’uccisore sino al terzo grado di parentela. Tale minaccia porta intere famiglie ad un’auto reclusione domestica: gli adulti non lavorano e i bambini non possono andare a scuola. Gli Ambasciatori di pace, oltre a fornire supporto alle famiglie, si battono per l’abolizione della Gjakmarrja.

Le sfide per l’associazione Ambasciatori di Pace sono tanto impegnative quanto importanti. In questa lotta pacifica li accompagna una frase dell’antropologa Margaret Mead: «Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è così che è sempre andata».

Chiara Vitali
PUNTI DI PACE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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