Tracce di silenzio

Pubblicato il 14-04-2018

di Gian Mario Ricciardi

di Gian Mario Ricciardi - Il cammino che porta alla Pasqua: la storia di tutti noi.

Tre giorni speciali. I più attesi. Per i cristiani sono tutto: morte e risurrezione di Cristo. Per chi non crede, tracce di silenzio. Per tutti sono una tenda. All'incrocio di una strada o di una vita. In piazza o strada, un incantesimo nel caotico susseguirsi delle ore. Il giovedì scruta l’umiltà di chi lava i piedi ai senza niente e lo sguardo di chi tradisce. Gesti e sentimenti, sullo sfondo la grande storia e le piccole storie degli uomini. Il venerdì svela la “via crucis” dell’uomo cui cattiveria ed invidia cercano di sfilare anche la dignità come spesso succede. E il dolore che esplode il quel grido. “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato”. Il sabato che come un cinema muto proietta i gesti e i simboli di un mondo senza un cuore o un’anima.

Tre giorni speciali che la cronaca coglie da Antignano a Pocapaglia, da Romagnano a Belvedere Langhe in sequenze di vita trasformate in storia. Dialoghi e parole, un impasto nel quale la finzione è realtà. Di quella sto- ria che ha cambiato il mondo e delle mille storie che popolano paesi, città e periferie. Scene di odio, di ignoranza, di perfidie, di invidie e gelosie. A guardarle sembra di vedere il romanzo di un’esistenza qualunque di uno di noi, tra lacrime e sorrisi, rabbia e bugie, angosce e delusioni, ansia e paura. Tre giorni per risentire, forse, il respiro di Dio o almeno quello della vita e andare oltre le maschere che indossiamo che sempre più hanno le sfumature di infinita malinconia di chi ha perso la speranza. Giovedì, venerdì, sabato: tre verità.

Altrettanti racconti per immagini di ciò che avviene oltre la facciata delle case, i volti di uomini e donne, spezzoni di vita e di vite che vale la pena di leggere, magari attraverso i versi di un poeta, per poter ritrovare, alla fine del cammino, quel sospiro laico che mescola come in una pennellata di colori emozioni e attese, sollievo e felicità, semplicemente un guizzo di serenità che sa di giustizia, tenerezza, soprattutto di quel perdono che fa star bene dentro, credente o no poco importa.

Gian Mario Ricciardi 
TODAY
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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