Il dialogo del presidente

Pubblicato il 10-04-2018

di Redazione Sermig

di Elisa D'Adamo - I ragazzi dell’Arsenale incontrano il premier Paolo Gentiloni.
«In questo anno di governo che cosa ha imparato? ». Nella domanda di Jean c’è tutto il senso di questo incontro: un prezioso momento di dialogo e di riflessione collettiva, che ha visto protagonisti alcuni giovani dell’Arsenale della Pace ed il presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni.

Il botta e risposta con il premier è partito dalla Carta dei Giovani, un documento nato dall’impegno di molti ragazzi, credenti e non, che raccoglie principi e impegni concreti, scaturiti dal quinto appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace di Padova. Il premier avvia il suo intervento sottolineando «quanta serenità e soddisfazione si legge nei volti di coloro che si dedicano alle molteplici forme di impegno sociale.

Certamente oggi la politica istituzionale è molto lontana da tutto questo, tuttavia c’è un serbatoio di responsabilità civile e di volontariato tra i giovani, di cui l’Italia deve essere orgogliosa». La domanda di Roberto solleva la questione del rispetto e dell’ascolto reciproco, soprattutto in tv e sui social media. Gentiloni risponde che «essere profondamente diversi non deve mai impedire di cercare punti di contatto per risolvere i problemi».

Per meglio spiegare questo concetto, ricorda che proprio 70 anni fa l’Assemblea Costituente fu un grande esempio di confronto costruttivo: «Nonostante le grandi differenze politiche ed ideologiche dei vari schieramenti, si produsse quel meraviglioso documento che è la nostra Costituzione».
Oggi nel settore della comunicazione c’è anche superficialità, frenesia ed esagerazione nella contrapposizione, ma il monito per tutti è: «Fare del proprio meglio per se stessi e per gli altri, mettendosi al servizio del proprio Paese».

Durante l’incontro sono stati trattati altri due temi cari ai giovani dell’Arsenale: il grande ventaglio di possibilità a disposizione delle nuove generazioni, cresciuto grazie al progresso tecnologico e alle iniziative dell’Unione Europea ed il fenomeno dell’immigrazione e dell’integrazione. Il premier cita il grande sociologo polacco Bauman, che nei suoi scritti analizza come oggi i giovani si trovino davanti ad una gigantesca contraddizione.

Da un lato c’è libero accesso al sapere, nuove opportunità di muoversi per il mondo, possibilità di scegliere praticamente ogni aspetto della vita; dall’altro questo enorme catalogo di opzioni può creare incertezza e frustrazione.
«Questo è un privilegio ma anche un grandissimo peso», commenta il Presidente, che ribadisce il suo messaggio di speranza: «Credo che i giovani abbiano le risorse intellettuali e culturali per utilizzare in positivo le nuove opportunità.

Tocca a noi Istituzioni fornire occasioni di studio e lavoro per tutti». Sul fronte dell’immigrazione Gentiloni riassume il suo pensiero con un aforisma: «Chi semina esclusione, raccoglie odio! Costruire muri, escludere, separare non è la soluzione; serve regolarizzare il fenomeno, con corridoi umanitari e accordi con i vari Paesi, sviluppando buone politiche di integrazione».
L’incontro volge al termine con la consegna della Carta dei Giovani e con l’invito di Ernesto Olivero al Presidente di farsi ambasciatore di questo documento nei palazzi del governo, tra i partiti e tra i parlamentari perché «ognuno è responsabile dei propri sogni ».

Elisa D'Adamo
ARSENALIVE
Rubrica di NUOVO PROGETTO


 foto: Renzo Busso

 

 

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