I ragazzi del cricket

Pubblicato il 03-01-2018

di Ale & Eva

di Alessandro Rossi - I ragazzi del cricket sono passati da qui.
Ora che ci approssimiamo nuovamente allo scadere della concessione della Città Metropolitana per il campo e con l’Inverno alle porte, abbiamo voluto lasciare una nostra traccia. Grazie all’aiuto di Matteo Burzio in arte @kamel – urban artist, il logo cricketMANia è ora visibile sul campo da chiunque, scendendo alla fermata Emilia del tram 4. Matteo l’abbiamo conosciuto durante la premiazione dell’ultimo torneo Rock’n’roll cricket vinto dal team Torino Zalmi. Con lui è scattata l’intesa che si è tradotta in azione.

Adesso siamo pronti a lasciare il campo in cerca di nuove terre. Ma c’è più di questo. Il 29 novembre ci laureiamo anche noi insieme a Francesca Brunelli, studentessa veronese interessata all’Asia meridionale e ai processi migratori a Torino. Quel giorno discuterà la tesi di Antropologia culturale ed etnologia all’Università di Torino Sulle linee del campo. Cricket e pratiche identitarie a Torino. Sarà la prima volta che il cricket locale viene documentato in una tesi di laurea. Brava Francesca!

Per l’occasione, indosseremo il nostro vestito più bello e porteremo idealmente sul petto come un fazzolettino, un piccolo pezzetto della tesi che riprende in forma stilizzata il nostro campo da cricket, la nostra tenda. Insieme abbiamo condiviso tantissime ore al campo e nelle scuole. Ha intessuto importanti trame di relazioni da bordo campo, ci ha permesso di avere una visione più underground delle dinamiche tra le diverse componenti presenti attorno, fuori e sul campo. Abbiamo potuto leggere più in profondità tra le righe non più del cricket ma delle vite di questi giovani amici che già ci erano ben note: contadini, minatori, mediatori, fruttivendoli, sarti, barbieri, studenti del politecnico, cuochi, panettieri, imprenditori di se stessi.

Visto da questo punto di vista, il cricket passa dall’evento sportivo al fenomeno sociologico, culturale, antropologico, una terra di mezzo dove ogni ragazzo ha diritto di cittadinanza, un modello d’inclusione parallela anche se poi ci vuole il villaggio.

Alessandro Rossi

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok