Non preoccuparti Toret!

Pubblicato il 06-02-2013

di Carlo Degiacomi

di Carlo Degiacomi - A Torino la tipologia delle fontane pubbliche si evolve. Il nuovo convive con l’antico con indubbi vantaggi per tutti. La mia non è una polemica, ma un ragionamento ad alta voce che parte dai toret - le caratteristiche fontanelle verdi a forma di parallelepipedo arrotondato in alto, con l’acqua che zampilla dalla testa di un toro, simbolo della città subalpina - per affrontare un tema culturale.

Oggi c’è il rischio che la crisi ci porti a guardare solo indietro e non avanti, che si scambi il proprio vissuto con il bene comune, che la pigrizia di chi frequenta i siti internet, ma non le strade della città, trasmetta un’immagine deformata del mondo.
Sono questi alcuni degli ingredienti culturali che hanno portato un giornale cittadino a dedicare una intera pagina ad un sito che invita ad adottare i toret (più di 800 tra Torino e cintura ancora funzionanti). Hanno aderito circa 900 persone che inviano anche foto ricordo e rievocano emozioni. Poche per internet e per una zona coma la grande Torino, che chi propone queste iniziative dovrebbe indirizzare anche sul tema delle nuove fontane urbane. Certo un gioco che va bene sul web ma, dato che i toret non sono in via di estinzione, mi chiedo perché i media non diano altrettanto spazio alla fiducia con cui si può bere l’acqua del rubinetto o alle nuove fontane che la Smat (Società Metropolitana Acque Torino) ha inserito nel paesaggio della provincia di Torino.

Si tratta di Punti Acqua a forma di chiosco cresciuti in almeno 60 luoghi della cintura di Torino e che adesso stanno per essere collocati in ogni circoscrizione dopo la positivissima sperimentazione, ad esempio, del Museo A come Ambiente che ha ospitato il primo, erogando nel 2011 ben 1.770.000 litri d’acqua.
C’è sempre qualcuno che fa la coda per riempire le proprie bottiglie di plastica, non solo gente che lavora in strada, operatori ecologici e vigili, ma anche artigiani, muratori, pensionati e famiglie a cui piace l’acqua erogata, un po’ frizzante ma non troppo. Hanno scelto di non esagerare con l’acquisto di acqua minerale, come purtroppo si sta facendo ancora in Italia. Il loro è un piccolo gesto simpatico, ma nello stesso tempo anche polemico contro il costo e l’inutilità della cosiddetta acqua minerale in bottiglia. La diffusione dei Punti Acqua in tutta l’Italia (la prima zona a dotarsi di tanti impianti stradali è stata la provincia di Milano) ha un significato interessante da più punti di vista, specie ambientale.

Le nuove fontane urbane sono tecnologicamente avanzate: disinfettano l’acqua con raggi UV, dosano correttamente l’anidride carbonica, fanno pagare solo il costo del gas. Nel caso in cui non sia attinta per qualche tempo, l’acqua rimasta nel tubo viene sostituita. È un’acqua di rubinetto coccolata e controllata che fornisce un servizio all’altezza dei tempi e dei gusti dei cittadini che fanno la coda. Intanto fioriscono leggende metropolitane secondo cui si tratterebbe di un’acqua speciale. Ma le nuove fontane frizzantine non sono una leggenda, sono un servizio straordinario, abituano le persone a bere l’acqua del rubinetto di casa, ecologica, economica, sicura, come spieghiamo al museo.

Non ho nessun odio contro i toret, anzi li amo molto e credo che abbiano un design urbano stupendo come molti oggetti storici dell’Ottocento e del Novecento. Il toret compare negli atti della Città di Torino. Il disegno originale è stato riportato nel libro Torino città di loisir, edito nel 1996 (a pag. 294, prospetto, sezione e pianta dei disegni di fontanelle da collocare sul suolo pubblico. Data: 1862, un anno dopo l’unità d’Italia. La forma e la decorazione sono uguali ai modelli veri che sono poi stati realizzati). Si può dire quindi che i toret hanno compiuto 150 anni, anche se i primi pare sono stati collocati solo alcuni decenni dopo per le strade della città.

È significativo che i mass media elogino i toret, ma trovo incredibile che non si colga, dal punto di vista comunicativo e informativo, la trasformazione e l’innovazione dei Punti Acqua; che non si intervistino le migliaia di persone che oggi usano questo nuovo servizio; che non si chiedano i dati alla Smat per capire il fenomeno e per verificare quanto si stia radicando; che non si vada nei supermercati ad osservare che sono nati spazi riservati alle acque minerali dove si scrive a chiare lettere che queste bottiglie arrivano dalla regione: se proprio volete comperate queste, e non quelle che attraversano con i tir tutta le penisola. Nei chioschi della Smat l’acqua liscia è gratuita, quella gasata è a pagamento, 5 centesimi ogni litro e mezzo, ed è prelevabile con una tessera prepagata ricaricabile. C’è da augurarsi insomma che si colga la trasformazione e non ci si attardi a presentare come innovativa l’adozione via internet di un toret!

Da parte di chi promuove un sito dedicato al toret, la novità starebbe nel dire: adottiamo un toret e adottiamo insieme la fontana frizzantina vicino a casa, per difendere entrambi dai vandalismi, cosa di cui c’è bisogno per tutte e due i tipi di fontana! Purtroppo! Un fotografo torinese ha passato più giornate davanti alla fontana del Museo a fotografare le persone che vengono a rifornirsi: ecco questo è rock! La foto vicino al toret è simpatica e nostalgica, ma non è rock!

Sulla strada davanti al Museo c’è il Punto Acqua Smat, comodo e accessibile a tutti, mentre in giardino c’è un toret (il primo ad entrare in un museo!) a cui è stato aggiunto un pulsante, per cui non eroga di continuo l’acqua come i suoi fratelli in strada. È una scelta di non spreco, anche se la Smat spiega che far uscire l’acqua a getto continuo dai toret è in realtà un modo per allentare la pressione, scaricare acqua è utile per le tubature e per la rete. Ai due Punti Acqua della Smat già in funzione presso il museo A come Ambiente e presso il Politecnico si aggiungeranno presto undici nuovi chioschi distribuiti nelle varie circoscrizioni. A insediamento completato si prevede una riduzione di circa 300 tonnellate di bottiglie di plastica all’anno. Ecco: essere insieme conservatori e innovatori si può. Se invece si guarda solo ad un aspetto della questione si è conservatori e non si arriverà a capire che il mondo cambia grazie a chi ci premette di cambiare abitudini e a chi ha il coraggio di scegliere e di modificarle.
Potremmo perfino spingerci a capire che la foto vicino al toret antico è un modo individualistico e un po’ grezzo di concepire il bene comune, mentre l’uso diffuso e continuo di una fontana frizzantina di nuova concezione è un modo di attirare l’attenzione su una buona pratica (bere l’acqua del rubinetto) per difendere e diffondere un bene comune.

Un argomento così specifico come il toret può essere uno splendido tema su cui riflettere
per capire vecchio e nuovo e per raccontare altri cambiamenti della città come i vecchi tram di Torino con le sedie ergonomiche di legno degli anni ’20, sostituiti ora dai nuovi treni del passante ferroviario. Un solo mezzo pubblico su rotaia che viaggiando sottoterra collega in breve tempo punti che prima richiedevano due o tre mezzi di superficie. Un argomento di cui parlare in un prossimo numero.

Illustrazione Giampiero Ferrari

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