Tira un brutto vento

Pubblicato il 29-01-2013

di Gian Mario Ricciardi

di Gian Mario Ricciardi - La crisi alimenta l'egoismo. I rischi di un nuovo riflusso nel privato.

Drogati dalla crisi. È il quarto Natale di recessione. Nel 2008 la batosta, poi nel 2009-2011 la stangata. C'è chi ha perso il lavoro, chi i risparmi, chi la casa, tutti la serenità.
E, quasi inavvertitamente, come una droga, la malattia ci è entrata dentro e sta minando, a volte mutando, i nostri sguardi, forse il nostro cuore.
In giro c'è più egoismo.

È cambiato il vento. Basta girare per città e paesi per coglierlo un po’ dovunque: cresce il numero delle associazioni in difficoltà perché ci sono meno volontari, meno offerte, meno tutto. Meno offerte in chiesa, meno offerte laiche. Languono i conti di chi assiste disabili, anziani, persone in disagio. Austerità, certo, ma siamo ormai al punto di non ritorno.

La stretta continua ha spento gesti di gentilezza gratuiti: per strada, su tram e autobus, nelle sale d'attesa. Si sorride di meno e si è più drastici con chi è in difficoltà, con chi non ce la fa, con chi ci tende la mano e chiede aiuto. Sono cresciuti i suicidi perché troviamo tutti più facile girarci dall'altra parte.

In giro c'è un progressivo affievolimento dei valori fondamentali della vita. È vero che quando il gioco si fa duro non c'è regola che tenga, purtroppo. Mors tua, vita mea. E allora agli uomini e alle donne le cui giornate sono devastate dalla crisi sembra meno grave rubare o rubacchiare, meno ingiusto speculare su chi soffre, mano vergognoso lasciare a terra chi è caduto, non fare la fattura o lo scontrino, pagare in nero o pagare pochi euro all'ora i deboli.

Colpe gravi ma ammorbidite da una sorta di droga che ogni giorno cresce nelle dosi dentro di noi. Per strada comandano i prepotenti, nella fila degli ambulatori tornano i duri, nella vita di tutti i giorni i furbetti che dichiarano il falso per avere l'esenzione mensa e trasporto per i bimbi. In fondo che male c'è – pensano – con tutto ciò che rubano a Roma! C'erano una volta giustizia, correttezza, trasparenza, solidarietà... Ci sono ancora, ma molto meno forti.

È la crisi, certo, che fa diminuire il numero dei donatori di sangue, rende difficile anche trovare i catechisti nelle parrocchie, affievolisce l'impegno dei nonni vigile (cancellati in molti Comuni), ridimensiona quello della protezione civile, riduce i generosi sulle ambulanze, nelle case di riposo, negli ospedali. È la crisi che sta facendo lievitare qua e là molto volontariato, ma a pagamento. Volontari sì, ma con un po’ di rimborso.

Più crisi, meno cuore e anche meno democrazia. È l’effetto sonnifero del governo dei tecnici. Un governo efficiente, forte, con una maggioranza strana ma imbattibile. Decidono, scelgono, fanno. Contemporaneamente al loro fare ecco il disastroso panorama degli scandali in politica: i Fiorito, i Marucci, i Lusi. E via aggiungendo.
La realtà è che, anche qui quasi inconsapevolmente, ci stiamo convincendo (sbagliando) della assoluta inutilità di regioni, di province, di enti vari. Forse si salvano i Comuni, specie quelli piccoli.

Tutto ciò provocherà un nuovo gigantesco riflusso nel privato che è destinato a crescere per anni e le cui conseguenze nessuno sa prevedere. Ma non ci porterà nulla di buono, purtroppo.

TODAY – Rubrica di Nuovo Progetto

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok