Ciao Cristina

Pubblicato il 04-12-2012

di Marisa Grandis

di Marisa Grandis - L’esperienza di una vita nella lettera di una nonna alla nipotina appena nata. La fatica diventa maestra.

Nel reparto di maternità affondo lo sguardo - la mente e il cuore - in questa piccola culla in cui dorme una persona nuova che Dio ha dato alla terra, alla nostra famiglia, a me.
Ciao, Cristina. E sento che la conosco già: ho pregato per lei quando stava per nascere, quando avrebbe lottato per affacciarsi al mondo, sola nella sua avventura. Non volevo lasciarla sola: ho chiesto a Dio l’aiuto dei suoi angeli, a Maria un aiuto per la mamma. Brava, Cristina, ce l’hai fatta. Questa tua prima fatica è compiuta. Adesso ci aspettano le altre.

Hai già capito che sei nata in un mondo di lotte e di fatiche, ma ti prometto che – viva o morta che io sia – non ti lascerò sola, né lo faranno tanti che ti amano anche più di me.
Sì, perché sei anche nata in un mondo di amore, dove la fatica può essere consolata e insieme possiamo trasformarla in vita nuova, in crescita, in pace, persino in gioia.
Cristina, ti ho parlato di fatica perché sei piccola e non voglio mettere nelle tue orecchiette innocenti e fiduciose la parola dolore.

Sì, c’è anche questo nel mondo e tanti piccolini come te lo conoscono già. Ma come faccio a dirtelo? Devo aspettare che tu lo incontri da sola e che trapeli dai tuoi occhi stupiti? Parlarne potrebbe servire? Eppure… quando sarà ora ne parleremo, magari per imparare a capire un bambino come te che lo sta vivendo. E per non lasciare solo neanche lui. Ne parleremo anche per capire che a tutto c’è rimedio, se si sa come fare. Come?

Cara Cristina, la mia lettera per te incomincia qui, dove ti annuncio una grande gioia: è nato un bambino come te, che ha portato la sua vita di cielo sulla terra e ci ha aperto una strada nuova per uscire dal dolore e entrare nella felicità. Se qualche volta ti sembrerà di essere nata in un mondo maledetto, fin da oggi ti voglio dire: no, coraggio, ci sono tante nuvole, ma un vento le spazzerà e sopra c’è il sole. Quel vento si chiama Spirito, preghiera, compassione, solidarietà.
Ma quante parolone per una bambina così piccola!

Però, vedrai, pian piano le vivremo, una alla volta e ti farai grande, e ti farai forte. Devi diventare più saggia di me, che vorrei insegnarti la saggezza, più forte di me, che vorrei darti forza, più santa di me, che vorrei spingerti alla santità.

Cara Cristina, se ti ho confuso un poco la testolina con la pretesa di aiutarti (questo è un po’ il difetto dei grandi) voglio lasciarti un pensiero semplice da cui incominciare: impara a stare sola, ma non vivere da sola; lascia in pace gli altri, ma non dimenticarli. E quando sarai più grande ti dirò: ama te stessa e ama il prossimo, come dice il vangelo.
Poi sentirai altre parole che ti faranno crescere, ma quelle non arriveranno dalla nonna: c’è Qualcuno che ti chiamerà col tuo vero nome e ti dirà dove devi andare. Se lo vorrai ascoltare, allora sì, incontrerai la lotta tra il bene e il male, la gioia e il dolore, la speranza e la tentazione…

La tua vita diventerà un piccolo campo per una battaglia universale che è già stata vinta, ma che abbiamo l’onore di giocare anche noi, per apparire poi sul podio con il vero, unico vincitore: tuo fratello Gesù.
Cresci, Cristina, cresci, ho delle cose belle da raccontarti.
Con affetto.

La nonna.


Speciale – LACRIME CON LE BRACCIA APERTE 6 / 8

Il dolore subìto e il dolore accolto, il dolore condiviso e il dolore disperato, il dolore del corpo e il dolore dell’anima. L’esperienza dell’uomo di ieri e di quello di oggi. Giovani e anziani, poveri e ricchi, forti e deboli: tante risposte, la stessa ferita, in ogni angolo del mondo. Un viaggio dentro le pieghe e le contraddizioni del più grande tabù dell’umanità, una ricerca di senso che può incontrare la speranza.

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