Thailandia, la tigre sott’acqua

Pubblicato il 14-08-2012

di sandro

di Sandro Calvani - La più grave alluvione degli ultimi 60 anni ha messo in ginocchio la "tigre dell'Asia", maggiore esportatore di riso al mondo. E cresce la preoccupazione per i prossimi giorni.
Bangkok, 22 Ottobre 2011. Quasi 400 morti, 8.2 milioni di persone senza tetto e sfollati, 350 scuole alluvionate e chiuse sono il bilancio iniziale della peggiore alluvione negli ultimi sessant’anni che in queste settimane ha colpito la Thailandia. Trecento milioni di metri cubi d’acqua arrivano ogni giorno nelle periferie Nord della capitale Bangkok, ormai trasformate in un’enorme Waterworld dove solo le barche possono spostare persone, animali e cose. E altri 8 miliardi di metri cubi di acqua che scendono dal Nord del paese devono ancora raggiungere stanotte o domani la città. Quindici parchi industriali invasi da un metro e mezzo d’acqua hanno ridotto pesantemente la produzione di auto giapponesi e di hard disk per i computer, produzioni fiori all’occhiello della moderna Thailandia.
Il costo economico è previsto nell’ordine di miliardi di dollari che il governo prevede di cercare sul mercato creditizio internazionale e soprattutto in Cina. Lo sviluppo del Paese, una delle tigri economiche dell’Asia, subirà una brusca frenata, un trimestre in negativo e almeno un punto e mezzo del Prodotto Nazionale Lordo perduti. La grande e modernissima università internazionale
Asian Institute of Technology dove lavoro, un orgoglio della moderna tecnologia asiatica è stata evacuata ieri. Migliaia di studenti e 500 tra professori e staff da 90 Paesi hanno visto due metri d’acqua inondare i 55 edifici dello splendido Campus dove si inventava il futuro dell’energia, della robotica, della gestione ambientale del continente asiatico. Da stanotte Bangkok sarà colpita da un forte ingrossamento del fiume Chao Praya che l’attraversa e di tutti i canali delle risaie che attorniano la città che si trova a meno di due metri sul livello del mare. Si teme per la possibilità di danni alle centrali elettriche.
La neo-eletta primo ministro Yingluck Shinawatra, la prima donna a ricoprire l’incarico di capo del governo nella storia del Paese, ha supplicato i cittadini in Tv di non farsi prendere dal panico, un appello coraggioso ma improbabile visto che oltre la metà dei 12 milioni di abitanti di Bangkok vivono in grattaceli moderni, quasi impossibili da abitare senza luce elettrica che muove gli ascensori e pompa l’acqua negli appartamenti. Il governatore di Bangkok ha messo a punto un piano di emergenza per evacuare 12 distretti della zona Est della capitale.

La fabbrica della Honda di Ayutthaya in Thailandia sommersa dall'acqua (foto).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli scaffali di molti supermercati sono stati vuotati dalla popolazione che ha fatto scorte di viveri e acqua nelle case. Gravi anche i danni provocati dalle inondazioni nei terreni agricoli nel Nord del Paese con un un effetto sui prezzi degli alimenti e del riso in particolare; 2,9 milioni di acri (1,17 milioni di ettari) di campi di riso potrebbe essere perduti. La Thailandia è il paese maggior esportatore di riso al mondo, soprattutto per l’Africa, e ha circa 27 milioni di acri coltivati a grano.
Sessanta delle 77 province thailandesi sono state gravemente colpite da inondazioni e frane, e 30 province sono attualmente sommerse. Centinaia di migliaia di volontari e di militari delle forze armate lavorano da oltre una settimana in centinaia di centri di soccorso per aiutare gli sfollati e tanta gente rimasta disoccupata. Ad esempio il centro industriale di Nava Nakorn presso Bangkok, completamente sommerso, ha chiuso e mandato a casa 120.000 operai. E cresce la preoccupazione per quello che succederà nei prossimi giorni.

Sandro Calvani, direttore del centro ASEAN a Bangkok, curatore della rubrica “Orientarsi” di Nuovo Progetto – Sermig, ci ha girato questo articolo pubblicato anche sulla home page di Famiglia Cristiana.

 


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