Continuo a crederci

Pubblicato il 29-06-2014

di Ernesto Olivero

Stiamo vivendo in un mondo che gioca al ribasso. AAA – cercasi un pugno di giovani disposti a mettersi in gioco per cambiare il mondo verso il bene.

Verso fine maggio ho partecipato a un seminario a porte chiuse invitato da un leader politico italiano. Il tema era stimolante: Italia 2016 missione possibile. Economisti, imprenditori, intellettuali, parti sociali erano chiamati a delineare i futuri scenari del nostro Paese. Anche io ho detto la mia. Ho parlato prima che fosse resa nota la “Relazione annuale sulle tossicodipendenze 2005” della Presidenza del Consiglio in cui si delinea una situazione allarmante: si abbassa a 11 anni l’età in cui gli adolescenti fumano il primo spinello.

Verso i 15 - 16 anni il consumo di stupefacenti diventa abituale. Il rapporto sottolinea che i consumatori di droghe sono insospettabili studenti che si sottraggono al controllo delle famiglie e della scuola. In quell’incontro a porte chiuse ho riferito alcuni dati di una inchiesta fatta tra gli allievi di una grande scuola di Torino che, anche se non così recenti, anticipano e confermano quelli del Governo. Alla domanda: “le droghe… sono entrate a far parte della realtà giovanile?” il 47,5% rispondeva molto, il 40,3% abbastanza, il 6,7% poco, il 3,6% per nulla.

Non possiamo accettare da rassegnati questa realtà. Quando mi capita di parlare ai giovani dico quasi piangendo: “quanti giovani devono ancora morire di niente e per niente prima che ci ribelliamo e rifiutiamo questa cultura di morte”? Ai partecipanti del seminario ho chiesto: “Quando politici, intellettuali, economisti, imprenditori smetteranno di rincorrere se stessi e i propri privilegi e si renderanno conto della realtà, ma soprattutto si impegneranno a trovare dei rimedi? Solo così possiamo pensare a un futuro degno di questo nome per il nostro Paese e non solo! Inoltre, seppur in ritardo rispetto ad altri Paesi, oggi ci troviamo ad affrontare un’altra grave situazione - sicuramente di non facile o semplicistica lettura -: l’immigrazione.

Mi chiedo cosa stiamo facendo per accogliere gli immigrati in uno stato di diritto; cosa stiamo facendo per trovare regole comuni e condivise in vista almeno di una possibile convivenza? Cosa ci prepariamo a fare per le seconde generazioni di immigrati? In Europa la presenza sempre più massiccia di persone che provengono da Paesi in cui i diritti umani fondamentali non sono riconosciuti sta provocando gravi tensioni.

Per spezzare il filo dell’intolleranza e dell’emarginazione occorre che tutte le componenti etniche e religiose che formano il tessuto sociale dell’Europa diano la loro adesione convinta ai valori espressi nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea: dignità umana inviolabile - per le donne come per gli uomini -, libertà di pensiero, di coscienza, di religione (in particolare libertà di cambiare religione o convinzioni senza subire ritorsioni), uguaglianza, solidarietà, democrazia, stato di diritto.

Sono molto preoccupato perché se non ci prepariamo seriamente, nei prossimi anni l’Europa si troverà a dover fronteggiare un esteso e lacerante conflitto sociale. Leonardo sosteneva che il genio arriva dove gli altri si fermano. “Gli altri” per ora siamo tutti noi; tuttavia, se vogliamo costruirci un futuro decente, amministratori, rappresentanti delle religioni, industriali, intellettuali, scuole, tutti noi dovremo valutare attentamente e con saggezza la realtà per cambiare. Mi ricordo di quanto diceva un grande vecchio del nostro tempo, frère Roger Schutz di Taizé, che conobbi quando ero ancora un ragazzo: “un pugno di giovani, determinato e motivato, può cambiare la storia della propria città”.

Ci ho creduto, continuo a crederci e qualcosa di buono insieme a tanti giovani e meno giovani abbiamo combinato. A.A.A. cercasi un pugno di giovani disposti a mettersi in gioco per cambiare il mondo verso il bene. Stiamo vivendo in un mondo che gioca al ribasso. San Paolo scriveva ai Corinzi: “Mi sono fatto Giudeo con i Giudei per guadagnare i Giudei… mi sono fatto debole con i deboli per guadagnare i deboli” ma lui è rimasto Apostolo e ha guadagnato molte anime alla causa del regno di Dio.

Noi invece a volte ci siamo fatti prostitute con le prostitute diventando prostitute, pagani con i pagani diventando pagani, bugiardi con i bugiardi diventando bugiardi. Rimaniamo invischiati con le mafie, con i violenti, con chi nega la dignità alle donne e agli uomini per motivi religiosi o politici, con i sostenitori delle ideologie, con chi usa la scienza e i diritti per i propri interessi, con gli indifferenti, perdendo di vista il bene comune. “Mi sono fatto tutto a tutti per salvarne ad ogni costo qualcuno”, continua san Paolo e questa è una lezione di vita per noi. Dimenticavo di dirvi che al temine del mio intervento in quel convegno a porte chiuse ho invitato i presenti a venire all’Arsenale della Pace ad ascoltare i giovani. Li stiamo aspettando!

di Ernesto Olivero

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