Il sole del Burkina Faso per produrre ghiaccio nei frigoriferi progettati a Torino

Pubblicato il 23-04-2022

 

Continua l'impegno del Sermig in diverse zone del mondo.
I nostri volontari più tecnologici stanno sperimentando in diverse zone dell'Africa un particolare frigorifero che funziona col sole ma di notte non necessita delle batterie: una grande rivoluzione "green".
Al loro posto si utilizzano le pareti di ghiaccio che si generano di giorno.

electomagazine.it di REDAZIONE ELECTO
 

Il sole del Burkina Faso per produrre ghiaccio nei frigoriferi progettati a Torino
 

In Burkina Faso, uno dei Paesi più poveri dell’Africa, spesso manca l’acqua ma il sole è una garanzia. Dunque è sembrato logico produrre frigoriferi solari, in modo che funzionino dove non c’ è la rete elettrica o l’erogazione dell’elettricità è a singhiozzo. Il progetto è stato avviato dal Sermig insieme con i Fratelli della Sacra Famiglia, che in Burkina Faso sono presenti  con 16 comunità, una Scuola Professionale e un’Officina in cui lavorano circa 60 persone. E che a Torino gestiscono una scuola – dalle elementari alla maturità – e collaborano con varie associazioni a partire da Artaban onlus che da anni opera anche in Burkina Faso, con la realizzazione di pozzi e scuole.

Un primo test sul campo è già stato svolto: un prototipo, realizzato con adattamento di frigoriferi commerciali, ha dato buoni risultati anche alle intense temperature locali. L’utilizzo del fotovoltaico risponde anche all’impossibilità di molte comunità locali di avere accesso alla rete di elettrica urbana.

Monica Falco, volontaria responsabile dei Progetti Didattici del Gruppo Re.Te. (Restituzione Tecnologica) del Sermig, apre le porte del Laboratorio Mozambico del Villaggio globale Sermig di Cumiana, che è l’incubatore di tutte le sperimentazioni tecniche e scientifiche di Re.Te.

Un gruppo di tecnici altamente specializzato nella progettazione e costruzione di frigoriferi ha sviluppato ed innovato il modo di produrre frigo solari: dai sacchetti di plastica con acqua ad un frigo con pareti in alluminio che con il processo di refrigerazione diventano vere e proprie “pareti di ghiaccio” .
Nel 2020 è stato inviato il primo prototipo ed oggi nel 2022 due tecnici qualificati dell’Officina di Saaba della Sacra Famiglia sono venuti a Cumiana per completare il loro percorso di apprendimento svolgendo un corso di 165 ore per imparare la costruzione del frigo solare ERGALC 0208; utilizzando anche come guida anche i 3 video illustrativi che nei mesi scorsi sono stati condivisi con i tecnici.

Da Saaba sono giunti Fratel Valéry Kuila – responsabile dell’area elettrotecnica e Saturnin Zoungrana responsabile dell’area mobili.
Dice Monica: “Valéry e Saturnin sono venuti qui per imparare costruendo due frigo solari in affiancamento ai nostri tecnici e ad Astelav – partner specializzato nel rigenerazione di elettrodomestici con il quale collaboriamo nel Progetto frigo solare”.
Giuseppe Macario ha coordinato un team di tecnici – e curato la parte estetica – che hanno portato allo sviluppo del nuovo frigo: Luigi Alluto, che ha progettato la soluzione tecnica del frigo; Armando Santillo, che ha realizzato la parte sistemistica e Carlo Lombardi, che ha curato gli aspetti elettrotecnici.

Il frigo è alimentato dal pannello fotovoltaico che è collegato direttamente con il compressore che consente di trasmettere il freddo alle pareti di alluminio.
Ogni parete è realizzata da tubi rettangolari al cui interno è inserita acqua e una serpentina di rame percorsa dal gas refrigerante che fa ghiacciare l’acqua. Le pareti di ghiaccio accumulano così il freddo che verrà restituito uniformemente nella cella. Questo sistema conferisce un’autonomia di circa 40 ore al frigorifero anche con temperature esterne di 40 gradi, ovviando così alla mancanza di energia disponibile di notte e nei giorni senza sole. Dice Maccario: “Facciamo lavorare il frigorifero come la vecchia ghiacciaia della nonna dove si portava l’ambiente a 0° grazie al ghiaccio e finchè c’era ghiaccio la temperatura rimaneva a 0°” .

L’attività in Burkina Faso proseguirà con l’invio e la costruzione di altri 5 prototipi, realizzati completamente ex-novo, con l’obiettivo di impostare anche il lancio di una produzione locale; creando nuove opportunità di apprendimento e di lavoro per arrivare a proporre questa innovazione sul mercato, anche se inizialmente su piccola scala.
Valéry e Saturnin esprimono la loro soddisfazione: “E’ una grande gioia per noi essere qui, siamo felici di fare questo corso condotto da formatori qualificati e di recepire le competenze per riuscire a mettere in funzione dei refrigeratori, che saranno una grande opportunità per la popolazione del Burkina Faso”.
Il progetto diventa quindi un’occasione di inclusione sociale per migliorare le condizioni di vita degli individui e offrire loro opportunità educative, occupazionali ed economiche.

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