NPEYES - Foto e testi Università del Dialogo

Pubblicato il 30-09-2024

di redazione Unidialogo

La bontà che abbatte i muri e disarma i cuori, la giustizia via della pace, l’impegno per costruire e progettare, diventano le uniche chiavi per dialogare e alimentare la speranza.

Dialogo non è uno slogan, né una parola vuota. È una strada concretissima per superare l’odio e costruire la pace. Significa riconoscere nell’altro il proprio volto e accettare di mettersi intorno a un tavolo, pronti a cambiare qualche idea. Il Sermig lo ha capito nel corso della sua storia, iniziata negli anni ’60, un periodo difficile, di profonda contestazione, di muro contro muro. L’esperienza di un gruppo di giovani amici che decise da subito di crescere attraverso il confronto continuo con maestri e adulti credibili.

All’interno dell’Arsenale della Pace è nata così l’Università del Dialogo, uno spazio di formazione permanente che mette al centro il confronto sui grandi temi del tempo presente in una prospettiva di speranza. Con un obiettivo molto semplice: offrire un orizzonte di pensiero, ma con uno stile accessibile e vicino alla gente, al di fuori di ogni dimensione elitaria.
Un cammino di ricerca del senso della vita che impegna tutti: gente comune, intellettuali, imprenditori, politici, artisti... chiamati a restituire se stessi per costruire un mondo più giusto.

Quel mondo per cui hanno sofferto e lottato due grandi “maestri” del Sermig a cui l’Università è dedicata, il cardinal François-Xavier Nguyen Van Thuan , testimone forte e limpido della drammatica della prigionia e Giorgio Ceragioli, professore universitario illuminato, che ci ha insegnato ad aprirci alla mondialità e a utilizzare la tecnologia a servizio degli uomini, soprattutto poveri e emarginati.

L’Università, inaugurata da Giovanni Paolo II il 31 gennaio 2004 in Vaticano, è strutturata in sessioni tematiche, con incontri a cadenza mensile a cui partecipano rappresentanti di ogni ambito (dalla politica all’economia, dalla cultura alla spiritualità), in dialogo diretto con i giovani dell’Arsenale della Pace.


"Il mio più grande desiderio è di trasmettervi il mio messaggio dell'Amore, nella serenità e nella verità, nel perdono e nella riconciliazione".
François Xavier Nguyen Van Thuan
(cardinale vietnamita a lungo perseguitato dal regime comunista, nella foto con Ernesto Olivero).


"Nell'accettazione delle novità nelle cose e nelle persone sta una delle nostre possibilità più grandi di accoglienza del futuro".
Giorgio Ceragioli
(docente di tecnologia dell'architettura al Politecnico di Torino – nella sacrestia dell'Arcivescovado di Torino 1980 con Ernesto Olivero e i giovani del Sermig incontra il prof. Franco Bolgiani, stretto collaboratore del cardinale Michele Pellegrino).



La principale università di Roma ha preso il nome di “La Sapienza”.
Ma da dove deriva la sapienza se non dall’esercizio continuato e rigoroso della ricerca? E che cosa stimola e promuove la ricerca se non il dubbio? Chi non dubita e si appaga di quello che sa, o che crede di sapere, non arriverà mai alla sapienza, a diventare quei saggi cui la nuova università del Sermig è dedicata. Ma che cosa è mai la sapienza ultima cui giunge l’uomo che conosce i limiti della propria ragione, se non il socratico sapere di non sapere?
Norberto Bobbio

L’Università del Dialogo è una significativa iniziativa del Sermig.
Inizialmente le era stato assegnato il nome di Università del Dubbio, modificato per dare maggior peso alla volontà di creare un’occasione di confronto e portare idee nuove. La risposta al dubbio viene dal cuore di chi ha fede. Il Signore è capace di vincere il male in ogni momento della Storia. La soluzione è l’amore, la bontà che disarma. Chi cerca la verità e la sapienza avrà sempre come criterio guida l’idea che la luce annulla il buio.
Dom Luciano Mendes

Che cosa si intende per profezia degli operatori di pace?
Io riserverei la parola profeti proprio per quelle persone, per quei gesti, per quegli interventi che spiccano e scuotono, che commuovono e anche inquietano, talora anche disturbano, ma poi fanno progredire verso l’Evangelo della pace. I profeti di pace sono un grande dono per la Chiesa, e quindi penso anche come profezia di pace a voi del Sermig che dovete operare in maniera incisiva e non solo ordinaria per la pace.
Carlo Maria Martini



"Non ha senso dire: facciamo memoria perché non succeda mai più. Questa è pura retorica. Invece, dobbiamo cercare di capire perché è successo e ciascuno di noi deve impegnarsi per non ripeterlo".
Antonia Arslan
(scrittrice italo armena, famoso il suo libro La masseria delle allodole in cui descrive la tragedia
del genocidio armeno di inizio Novecento).

"I cartelli della droga ragionano assolutamente in termini economici: solo la domanda criminale genera offerta criminale. Finché c’è la domanda, tu puoi fare di tutto: blindare i confini degli Stati, fare controlli, perquisire, ma non basterà. I narcos troveranno sempre altre strade per far passare la droga".
Lucia Capuzzi
(giornalista e inviata della pagina esteri di Avvenire, esperta di America Latina).

"Di tutti i nostri sogni, Dio può avere quello di poter stare con una persona, poterla incontrare nel profondo, versare il suo cuore nel cuore dell’altro, accogliere il cuore dell’altro".
Cesare Falletti
(monaco cistercense fondatore del monastero piemontese di Pra 'd Mill).

"Cos’è il dialogo? Lo dice la parola. È un logos che attraverso un dia, ossia tra, entra nel cuore degli altri. È l'unico strumento che ha anche Dio per poter lavorare nel mondo".
Francesco Occhetta
(gesuita, giornalista e scrittore).

 



"Beati gli insoddisfatti perché diventeranno cercatori di tesori. Credo che parta da qui la sete di infinito, parta da una insoddisfazione, da una fame che c’è dentro di me, da un qualcosa che mi manca, da un qualcosa di cui sento l’assenza. Noi ci muoviamo nella vita dietro al richiamo di una fame, di una assenza".
Ermes Ronchi
(padre servita, autore di numerosissimi libri di spiritualità).

La fragilità come terreno di incontro, per sperimentare vicinanza e costruire vie concrete di fraternità. Lo scrittore Daniele Mencarelli ne sa qualcosa: un’adolescenza e giovinezza segnate dalla dipendenze, poi un cammino di rinascita e di nuove consapevolezze. Tra le sue opere più conosciute, Tutto chiede salvezza in cui ha raccontato del trattamento sanitario obbligatorio, vissuto quando aveva vent'anni, nell'estate del 1994.

"Il mio non è altro che un lavoro. Io nella vita voglio essere semplicemente Fabrizio. E oggi, dopo tanti anni, posso dire che sì, sono stato fortunato. La bellezza del mio lavoro è che ti costringe a rimetterti in discussione sempre. A me piacerebbe una televisione capace non di proporre modelli, ma di prenderli dalla realtà, perché la vita reale è molto meglio di quello che sembra".
Fabrizio Frizzi
(amatissimo e indimenticato conduttore tv).

"La prima guerra mondiale è stata davvero la prima guerra totale in cui gli Stati e non solo quelli autoritari, militaristi come la Germania o l'Austria-Ungheria o la Russia, ma anche le democrazie occidentali decidono che vincere la guerra è l'unica cosa che conta, che non interessa assolutamente niente quanto spendiamo e quanti morti e feriti, mutilati avremo, perché vincere questa guerra a qualunque costo".
Alessandro Barbero
(storico e scrittore).



CONVERTIRE LE MAFIE
"Spesso dico che ho più rispetto per un camorrista che per un colletto bianco corrotto.
È una provocazione forse eccessiva, ma non la uso a caso. Perché tutto sommato il male è molto più semplice affrontarlo quando lo si vede di fronte, quando tu lo riconosci, quando ha caratteristiche ben precise".
Raffaele Cantone
(magistrato)

 

Ogni incontro è trasmesso anche in diretta streaming sul sito del Sermig (www.sermig.org/diretta) e sui canali social del Sermig (YouTube, Facebook, Instagram). Articoli, foto e video degli incontri dell’Università del Dialogo sono raggiungibili anche su www.unidialogo.sermig.org

 

 



DENTRO LA NOTIZIA "Raccontare delle storie è una responsabilità.
Quella del giornalista è una missione necessaria, mettere i propri occhi e orecchie a disposizione di coloro che per vari motivi non possono vedere e sentire. Come dice papa Francesco, bisogna illuminare le periferie.
Alcune storie e fotografie possono fare la differenza, tramite il potere della parola e delle immagini".
Giammarco Sicuro
(inviato di guerra rai)

 

IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE
"La vita è un’aspettativa, è un’attesa di qualcosa. E anche adesso che sono anziano credo come Frank Sinatra che il meglio deve ancora venire. Io credo che possano ancora succedermi cose fantastiche, con la convinzione di meritarmele".
Pupi Avati
(regista)



LO SCANDALO DELL’ IMPREVEDIBILE
"L’imprevedibile non è eliminabile. E quindi bisogna prepararsi con serietà e sincerità ad attraversare l’avventura umana con uno sguardo un pochino più ampio di quello relativo ai tuoi progetti, ai tuoi sogni o ai tuoi programmi".
Silvano Petrosino
(filosofo)

CON LO SGUARDO DI DIO
"La fede è una visione del mondo che non è la nostra, è un tentativo di guardare il mondo come, soprattutto attraverso le scritture, Dio lo guarderebbe. Quindi è un po’ come mettere gli occhiali di Dio che continua a scrutare, guardare seguire e accompagnare la storia con amore, con misericordia, con passione".
Claudio Monge
(teologo domenicano)

IL DIVIDENDO DELLA FRATERNITA
“Ci sono esperimenti sociali che dimostrano che chi si occupa prima del bene altrui ottiene per reciprocità anche il proprio bene. Reciprocità non è scambio, non è una questione di quantità: il valore è nell’intenzione. Il do ut des vale per i beni privati, ma per il bene relazione vale un’altra logica. Solo così costruiremo società più fraterne.
Stefano Zamagni
(economista)



LE SFIDE DELLA RETE
“Nella rete ci sono alcune “trappole” in cui è facile cadere: un meccanismo di ansia, una febbre da immediatezza. E ancora, l’idea del profilo, l’idea della persona come aggregato di dati … Non siamo più individui, siamo profili, ma più siamo profili più siamo manipolabili e influenzabili".
Chiara Giaccardi
(sociologa)

INTELLIGENZE ARTIFICIALI
"La tecnologia ha sempre un doppio uso possibile: uno stesso utensile può essere usato come arma o come strumento di lavoro. La domanda è come rendere l’AI uno strumento utile alla democrazia e alla comunicazione. Un’idea è mettere una sorta di targa per identificare il prodotto di una macchina".
Paolo Benanti
(presidente della Commissione AI per l’Informazione)

LA PASSIONE EDUCA
"La vocazione più grande sulla faccia della terra è quella della madre, perché partecipa più d’ogni altra alla creazione della vita. Un gradino più sotto ci sono gli insegnanti, perché hanno il
compito di prendere quella vita che le madri hanno donato e metterla in cammino. Questo dà
una gioia, una pienezza che quasi nessun altro lavoro dà".
Alessandro D’Avenia
(insegnante e scrittore)

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