FILIPPINE - BASILAN

Pubblicato il 30-04-2021

 
 

FUTURO PER I BAJAUS

 

 

Un percorso di sviluppo umano integrale per le comunità Bajau: dall’isolamento e miseria, crescere nelle capacità e come comunità, per rinnovarsi e darsi un futuro.

Partendo dalla scuola per tutti i bambini e per gli adulti, per poi concretizzare assieme nuove opportunità.

Progetto attivo dal 2003, e a continuare

Il percorso di sviluppo umano integrale per le comunità Bajau dell’isola di Basilan, estremo sud delle Filippine, gli ‘zingari del mare’, è un progetto nato dalla lunga amicizia con Don Renato Rosso, missionario tra i nomadi del mondo, e i Padri Clarettiani: assieme da tempo si lavora con costanza e impegno.

I Samal-Bajaus, uno dei gruppi indigeni che abitano il mare di Sulu, vivevano una condizione di isolamento, assai misera, precaria, e emarginata. La chiave ancora una volta la scuola: prima i bambini, poi gli adulti, crescendo persone per il ruolo propulsivo di leaders per il bene comune. Cammino lungo, ma, il solo dove la comunità matura energie e capacità per rinnovarsi e darsi un futuro.

Sono state coinvolte interamente le comunità Bajau di Maluso – 2.200 persone – di Pangasaan – 300 persone – e altre. Varie centinaia di bambini hanno frequentato i corsi di pre-scuola, per poi accedere alla scuola primaria pubblica, con tutto il sostegno necessario. Un buon numero proseguono nella media e oltre, e alcuni all’università. Ci sono ora i primi insegnanti Bajau. Sono stati costruiti centri comunitari e di apprendimento, con un capillare lavoro di educazione sanitaria e igiene. Il progetto punta a rafforzare l’identità Bajau, in una dimensione di comunità giusta ed armoniosa. Il metodo è la presenza tra la gente, dalla prima missione a Maluso, alle più isolate comunità di Pangasaan, Teleman, Calle Subah e Lumah.


CONTINUE SFIDE

Un percorso lungo, con successi e speranze, ma anche continue sfide.

Innanzitutto, la violenza nell’isola. Anni fa la guerra tra governativi e indipendentisti musulmani; con la raggiunta autonomia un momento di calma, ma negli ultimi anni nuova esplosione della guerriglia:  estremismo islamico, ma anche diffuso banditismo e pirateria. Una concreta la minaccia per la gente, specie le comunità più isolate, e chi con loro lavora - due operatori del progetto anni fa furono rapiti per due mesi. Ma mai è mancata la presenza dei Padri, anche nei momenti peggiori: il progetto è presenza di pace e di Chiesa che nel concreto vive e sostiene la pacifica e proficua convivenza di musulmani e cristiani.

Oggi sono poi sfruttamento del mare e cambiamento climatico a compromettere la già magra capacità di sussistenza delle famiglie basata sulla pesca con tecniche tradizionali – fiocina e apnea.

 

NUOVE RISPOSTE

Oltre al sostegno scolastico e la formazione comunitaria, il progetto si è quindi focalizzato nel ricercare assieme nuove possibilità; sostenibili, e compatibili anche con le esigenze di sicurezza.

Per la pesca, il primo passo è stato creare per i pescatori un ‘mercato’ più equo e ampio. Molti a lungo si sono dovuti rivolgere agli usurai per il sia pur poco necessario per lenze, esche, etc, vendendo poi a loro, svantaggiosamente, il pescato. Si è quindi avviato un programma di microcredito, spezzando un circolo vizioso di sfruttamento.

Il progetto si occupa ora anche della commercializzazione del pescato, acquistando a buone condizioni, conservando, e avviando a diversi sbocchi, inclusa l’alimentazione degli scolari assistiti.

Ma è necessario anche aggiornare i metodi di pesca, per recuperare produttività; per questo si sono studiate nuove tecniche, sostenibili, semplici, che richiederanno investimenti in attrezzature. E avviate piccole strutture di essicazione, preservando per la vendita.

Diversificare resta comunque imperativo. E’ il cambiamento più arduo, ma l’effettivo passo in più.

A Maluso il progetto gestisce un negozio per fornire beni di prima necessità a condizioni buone; l’aiuto che ne viene alle famiglie, diventa lavoro e risorse da investire. Le donne Bajau provano la loro abilità nel lavorare fibre vegetali in borse e altri prodotti molto belli che ora trovano sbocco anche grazie all’e-commerce.

Altre iniziative sono in partenza: dalla produzione di candele, all’allevamento di pollame. Novità assolute per la gente ma adatte al contesto, e alla portata, e che renderanno questi prodotti più accessibili. Sul pesce, occorrerà una svolta: allevare, oltre che pescare. Un’alternativa da cogliere, oggi nell’Asia sudorientale si mangia più pesce allevato che pescato. Si può iniziare con vasche a terra; in attesa poi, sicurezza permettendo, di passare a un diffuso lavoro su granchi e altro. 

La comunità ha ripreso fiducia in sé stessa. Come sarà possibile, desideriamo continuare a sostenere la scolarizzazione dei bambini, i programmi di igiene, sanità e formazione comunitaria, e i progetti di generazione reddito nella missione e nelle famiglie. Capacità per costruire, anche in modi nuovi, il necessario ad una vita autonoma, piena, e degna. 

 

Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo – Arsenale della Pace, Piazza Borgo Dora 61 Torino

IBAN: IT29  P030 6909 6061 0000 0001 481   Banca Intesa SanPaolo

 

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