Guinea Bissau, punti di riferimento

Pubblicato il 16-10-2024

di Mauro Palombo

Un piccolo Paese dove ancora molto manca per una vita quotidiana fuori dalla precarietà. Marcato dalla storica fragilità politica e istituzionale e da quella di un’economia ancora di sola sussistenza.
È importante aprire giorno per giorno, con pazienza e tenacia, dei percorsi su cui costruire qualche stabile opportunità per la gente su cui innestare novità e farle crescere assieme alle persone cui sono dirette.

Questo il senso dell’impegno costante degli amici dell’Associazione Abala Lite, con cui da tanti anni con piacere collaboriamo specie con strumenti, materiali, presenza di volontari tecnici, condivisione di idee e competenze.
Il metodo è sempre quello di lunghe presenze, dell’incontro con le comunità locali, definendo assieme le priorità da affrontare; lavorandoci assieme, responsabilizzandosi, formando giovani alla gestione e manutenzione base delle opere. In un insieme di villaggi, a nord di Bissau, via via raggiunti.
Ormai ben avviata l’orticoltura – con benefici economici tangibili – grazie al lavoro delle donne attente a sperimentare e cogliere possibilità, i temi ora in sviluppo sono molto correlati tra di loro: acqua sicura per il consumo, e sanità di base.
Molti i pozzi realizzati o riabilitati negli anni, installando controlli da remoto sul lavoro delle pompe, fotovoltaiche; ma sempre crescente, anche per irrigare nuove colture, il fabbisogno d’acqua. Oggi si verifica sistematicamente, grazie anche alla presenza di biologi italiani, la qualità dell’acqua per consumo umano di ogni fonte. Adottando poi le misure igienico sanitarie per evitare l’inquinamento degli acquiferi, e mettendo in sicurezza i “pozzi aperti”, autorealizzati dalla gente, come quello di Nague, per potervi attingere senza più contaminazione dall’esterno. Gli apparecchi di autoproduzione di ipoclorito di sodio, che si continua a mettere a disposizione, offrono poi il loro efficace contributo a migliorare e preservare la qualità dell’acqua.
Altrove la sfida è eliminare l’eccesso di ferro presente nell’acqua di qualche pozzo: si sperimenterà l’applicazione di tecniche semplici di filtraggio, che hanno avuto successo in altre realtà nel mondo.
L’assistenza sanitaria non è garantita; un ospedale pubblico chiede contanti prima di iniziare una cura: è facile comprendere la priorità di una sanità di base, diffusa.

In pochi anni, il dispensario realizzato a N’Tchangue è diventato il punto di riferimento di un vasto bacino di utenza. Consultazioni e cure, poi controlli delle gestanti, vaccinazioni, screening ad ampio raggio ad esempio su problemi oculistici – grazie a una “anagrafe sanitaria” appositamente costruita, in collaborazione con l’Istituto Avogadro di Torino. Ora formazione di “agenti sanitari” di villaggio per diffondere consapevolezza su igiene di base, preservare l’acqua, tutelare la propria salute...
Per questo, e per i casi gravi, mettendo in rete strutture di missioni, come l’Ospedale di Nhacra Teda. Valendosi ora anche di una collaborazione promossa con la facoltà di Medicina di Torino, per avviare scambi e formazione di personale sanitario.
Nei prossimi mesi, per il dispensario un ulteriore progetto con la vicina scuola: potenziare molto il piccolo impianto fotovoltaico, grazie all’intervento di Seva for Africa. Sarà possibile gestire elettromedicali, e conservare farmaci/vaccini; mentre la scuola inizierà a realizzare il prossimo “sogno”: attivare una sistematica formazione per gli agricoltori.


Mauro Palombo
NP giugno / luglio 2024

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