Container solidali

Pubblicato il 06-12-2020

di Mauro Palombo

Veder partire un container di aiuti è sempre un momento di vera festa, vissuto dai presenti all’insegna di una traspirazione gioiosa... Nelle intense ore del carico sembra improvvisamente spiccare il volo tutto il pesante lavoro di preparazione, lungo, che chiede metodo, pazienza, non poca fatica e che nulla sia lasciato al caso. Un imballaggio inadeguato, un posizionamento maldestro, possono avere impatti pesanti.

Dopo il tempo del lockdown, con tutte le cautele del caso, ma con tanto entusiasmo, l’attività è ripresa. Carichi per gli amici padri somaschi in Romania partono frequentemente, via Tir; sono una stimolante consuetudine, che si trasforma in vita per tanti che ne beneficiano, e possono muovere nuovi passi per uscire da situazioni disperate. Altri, per “terre assai lontane” devono affrontare viaggi lunghi e “articolati” sia per mare che per terra.
L’ultimo, partito due mesi fa dopo una lunga preparazione, è appena arrivato a Mkiu, in Tanzania. I principali beneficiari sono i diversi progetti incentrati sulla parrocchia di Mkiu: la falegnameria, il grande impianto fotovoltaico e relativo impianto elettrico per alimentarla assieme a tutte le altre opere – futura accoglienza per bambini, e dispensario-maternità compresi –, le attrezzature agricole, e quelle per le diverse altre attività. Altro materiale – i laboratori di sartoria, le aule informatiche, il materiale scolastico – saranno condivisi anche con la parrocchia di Kipengere, le suore della Consolata, e le suore Teresine, a Iringa. Il container stesso resterà in parrocchia, come locale-magazzino utile e sicuro.

Parte del materiale è stato acquistato – il fotovoltaico e i cablaggi/quadri di comando –, con un importante impiego di risorse che si unisce ai costi stessi di spedizione – offerto dalle mani di amici che si fanno Provvidenza –, ma impiego molto efficiente in termini di rapporto qualità/costo, il che fa appunto pendere la scelta verso l’acquisto e l’invio.

Molto altro viene recuperato. Restituire valore ad ogni risorsa che ancora può averne è un’idea semplice, ma che contribuisce a significativi risultati per i poveri. E risorse particolarmente interessanti sono proprio le attrezzature, equipaggiamenti, utensili e strumenti, come elementi a servizio di un progetto che le valorizza: da macchine agricole a macchine di falegnameria, da macchine da cucire a materiale informatico, e così via.
Si tratta chiaramente di materiale dismesso, ma appunto ancora potenzialmente ben produttivo, per un congruo lasso di tempo. Ognuno viene poi messo a punto e testato da molte mani esperte di amici volontari che mettono a disposizione con grande simpatia gli anni di mestiere accumulati; e sovente colgono l’occasione per comunicarne un po’ a giovani che si affiancano, volonterosi e incuriositi.

Le necessarie risorse economiche, vengono così moltiplicate da risorse tecnologiche, e competenze trasmesse di volta in volta accanto ad esse. In ciascun progetto, in coerenza con lo scenario dove va ad inserirsi, unendo sia soluzioni di tecnologia “adatta” – perché gestibile senza eccessiva complessità nel suo utilizzo – nella manutenzione, con soluzioni di ultima generazione, opportunità studiate e organizzate, per un passo in più a favore della comunità intera.


Mauro Palombo
NP ottobre 2020



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