Foto delle raccolte

Pubblicato il 16-03-2022

di Redazione Sermig

ISTITUTO COMPRENSIVO S. BENIGNO (TO)

Guerra. Guerra significa discordia, conflitto, morte. Questa è una parola che bombarda le nostre teste da settimane, è ripetuta con un tono pacato, che fa male. Se il solo pensiero provoca in noi dolore, quanto dolore può dare a chi la guerra la vive?
L’annuncio che ci sarebbe stata una colletta è stato imminente, un paio di giorni prima dell’evento, giusto il tempo di comprare un po’ di cibo, di medicinali o di realizzare che avremmo dato veramente una mano ai nostri fratelli costretti, dall’odio, a lasciare la loro casa, la bellissima Ucraina, che oggi è teatro di morte e distruzione ma al contempo di amore e coraggio. Adesso potevamo concretizzare le parole con i fatti, anche se quelle sono comunque importanti.
I professori sono stati i primi ad avvisarci, mi ha colpito la voce con cui ce l’hanno detto, non era un tono di tristezza, lo hanno annunciato in modo diretto, sicuro, con un’espressione come per dire “Tutti insieme saremo una roccia contro il gelo”, anche con la mascherina non è stato difficile percepirla.

Lunedì è iniziata la raccolta.
Per la scuola, sulle scale, nei corridoi, si vedevano scatole e borse che invadevano ogni spazio, ce n’erano di mille tipi diversi: colorate, di carta, grandi, colossali, sembrava di stare in un centro commerciale di New York.
C’era chi aveva borsoni immensi, chi aveva solo qualcosa e chi non aveva nulla ma in compenso era pronto a rimboccarsi le maniche per dare una mano nell’inscatolamento dei beni.
Durante la giornata venivano chiamate alcune classi, una per volta, per aiutare a impacchettare tutto ciò che veniva raccolto; certo non tutte hanno potuto farlo ma, ci si sarebbe potuto scommettere, ne avrebbero avuto voglia.
Quando è stato il turno della mia classe, siamo scesi nell’auditorium della scuola, dove si svolgeva la colletta, e abbiamo avuto una grande confusione davanti ai nostri occhi: c’erano scatole dappertutto, e poi barattoli, bottiglie, lattine, pacchi di assorbenti, pannolini, pasta, sparsi su metà del pavimento, e dall’altra coperte enormi, vestiti e addirittura due o tre passeggini al fondo della stanza.

Tantissime persone erano al lavoro, si aiutavano a vicenda per dubbi o altro, con il sorriso sul volto; c’era una determinazione collettiva. I professori e i volontari che lavoravano sembravano dei veri e propri esperti professionisti, si poteva sentire quasi una piccola sensazione di timore all’inizio. Pian piano questo sentimento svanì e con il passare dei minuti imparavamo in quale scatolone, fra i mille, andavano i cracker, come capire se una scatola poteva essere chiusa o meno.
Ci sentivamo un po’ più grandi.
E’ stato impressionante vedere come tante persone, magari diverse, magari sconosciute, magari in conflitto, si dessero tutte una mano, aiutandosi l’una con l’altra, senza fare distinzione, né esclusione, unite insieme per un obiettivo comune.

Questa è stata un’esperienza “INCREDIBILE” e lo merita questo aggettivo, perché ci ha dato la dimostrazione concreta che la pace può esistere, che non sono “solo parole” quelle pronunciate dai grandi filosofi e che, seppure molti Km ci dividano, gli ucraini sono i nostri fratelli.
C’è stata una grande soddisfazione, in tutti, nell’alzare gli occhi al cielo e ammirare una parete di scatole grandi, piccole o giganti, il ponte che ci unisce all’Ucraina.
Solo alla fine, dopo essersi fermati a guardare, realizzare quanta felicità tutto ciò può donare e immaginare il sorriso di speranza di chi presto aprirà queste scatole colme di amore.

Alice Cavapozzi


SCUOLA PROFESSIONALE IMMAGINAZIONE E LAVORO DI MONCALIERI (TO)
Striscione fatto dai ragazzi dell'indirizzo Grafica Ipermediale


I BAMBINI DI BETLEMME E BOSCHETTO ISTITUTO COMPRENSIVO CHIVASSO DASSO (TO)


PARROCCHIA LONATE POZZOLO (VA)


ISTITUTO COPERNICO-LUXEMBURG (TO)

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