I doni dello Spirito Santo: Scienza

Pubblicato il 30-04-2006

di Giuseppe Pollano

Un dono per usare la nostra intelligenza alla luce dello Spirito. Di fronte a qualsiasi realtà ci chiediamo: Che cos’è? Come funziona? A cosa serve? La Scienza ci aiuta a comprendere con una visione “allargata”

di Giuseppe Pollano
1. Nel nome della scienza

Questo dono è da capire bene perché l’uomo si è appropriato del nome della scienza come se fosse sua, quale prodotto della sua intelligenza,...
2. Nel nome di Dio

Non si può dimenticare, ovviamente, che tutta la realtà è creazione di Dio e quindi ha in lui la sua provenienza, il suo significato e la sua destinazione...
3. Le verità comunicate dalla scienza

La Scienza di Dio quindi ci illumina per vivere. Facciamone alcuni esempi che possono essere significativi e forti di come Dio vede le cose e, ...
4. Scienza: dono indispensabile

Le deviazioni rispetto a questa lettura della creazione secondo Dio sono numerosissime, sia per ignoranza che per volontà deliberata...
5. Scienza: un dono da desiderare e chiedere
Per la sua importanza nella gestione delle questioni umane, la Scienza è da desiderare e chiedere in ogni circostanza della vita che richieda conoscenza profonda...



NEL NOME DELLA SCIENZA

Questo dono è da capire bene perché l’uomo si è appropriato del nome della scienza come se fosse sua, quale prodotto della sua intelligenza, e in nome di essa si dovessero giudicare “superstizioni” tutte le dottrine da lei non verificate
È indubbio che la scienza è un grande e meraviglioso dono che Dio ha fatto all’uomo rendendolo capace di “fare” scienza, di usare l’intelligenza nel modo migliore. Però dal 1700, almeno in Europa, la scienza ha assunto un carattere egemonico. L’ illuminismo ha fatto suo un antico motto del poeta latino Orazio, “sapere aude”, osa sapere, osa adoperare l’intelligenza, osa andare avanti; questo è positivo, ma ha anche posto una barriera: soltanto quello che l’intelligenza conosce è da considerare, tutto il resto no, per cui la scienza ha preso quell’aspetto che definiamo scientismo. E le altre cose che sai da altre fonti? Niente. E la fede, i dogmi, che l’intelligenza non capisce? Superstizioni.
La scienza umana, e anche il dono della Scienza dello Spirito Santo, in genere si pone sempre tre domande di fronte a un qualsiasi oggetto, a qualsiasi realtà. Prima di tutto si domanda “che cosa è” , poi “come è fatto, come funziona” e, infine, “a cosa può servire”.




NEL NOME DI DIO

Non si può dimenticare, ovviamente, che tutta la realtà è creazione di Dio e quindi ha in lui la sua provenienza, il suo significato e la sua destinazione. Avere questa conoscenza di tutte le cose create è la Scienza che ci viene dallo Spirito.
La tecnica, oggi stradominante nella nostra vita, è proprio l’applicazione pratica della scienza, il risultato di queste tre domande. Risponde a tantissimi bisogni necessari e superflui. Ma ormai avendo dimenticato che il mondo non si è fatto da sé, ma è un dono del Creatore, l’uomo corre il pericolo di fare da sè, e quando l’uomo fa da sé rischia di compiere degli errori. Ecco perché Dio ci illumina e ci fa capire il senso che dà lui alla nostra vita e alle cose che abbiamo attorno. Se siamo saggi ci lasciamo illuminare da questo aiuto che Dio ci dà e lo apprezziamo, come apprezziamo l’intervento di un adulto che si china ad aiutare un bambino.
Io posso suonare e interpretare un bel pezzo di musica scritto da Bach, ma il creatore della musica non sono io, è un altro. Così per la vita: la posso interpretare in mille maniere, ma non l’ho pensata e inventata io, l’ho ricevuta, ne sono l’esecutore, un esecutore che può anche interpretarla male, sbagliare tutto. Per conoscere il senso della vita e come affrontarla dobbiamo rivolgerci all’Autore, che ci dona la sua Scienza. Quando ci accorgiamo che ciò che pensiamo noi è diverso dal pensiero di Dio, dobbiamo lasciarci istruire. È però necessaria una grande umiltà, perché si può benissimo anche ricevere da Dio l’informazione giusta sulla vita e fare a proprio modo.



LE VERITÀ COMUNICATE DALLA SCIENZA

La Scienza di Dio quindi ci illumina per vivere. Facciamone alcuni esempi che possono essere significativi e forti di come Dio vede le cose e, di conseguenza, come le possiamo vedere noi.
Il mondo, la piccola parte del creato a nostra disposizione, il pianete terra e qualche piccolo spazio al di fuori di essa, è un dono di Dio, non è proprietà dell’uomo. Questo significa che quando uso il mondo, non posso semplicemente fare quel che mi pare e mi piace, ma devo tenere conto del fatto che questo dono va custodito. Dall’uso giusto o sbagliato del mondo nasce il problema ecologico. Il mondo è un dono, rispettalo perché si conservi, anzi, si abbellisca. Il libro della Genesi racconta che Dio dona al primo uomo la terra perché la faccia diventare un giardino, ma i nostri rifiuti che diventano montagne, i residui atomici che non sappiamo dove mettere, non sono un giardino. La Scienza, dono dello Spirito, fa leggere alla maniera di Dio il mondo, ci aiuta a sfruttare la nostra intelligenza per rispettare il mondo. Cosa lasceremo in eredità ai nostri figli e nipoti? Il prendi e butta, il consuma e distruggi, non è secondo la Scienza di Dio. Gesù ci ricorda, dopo la moltiplicazione dei pani, di raccogliere i pezzi avanzati perché nulla vada perso. Noi invece siamo tutti piuttosto spreconi, perché la nostra società ci educa così.

Il mondo, dono di Dio, è dato a tutti, non a pochi. Dovremmo ricordare molto di più questa grandissima verità; oggi il mondo è in mano a pochissimi, il 20% della popolazione possiede l’80% dei beni. Esiste il diritto alla proprietà, ma esiste anche il dovere della condivisione, non meno forte e non meno morale. Oggi stiamo tutti vivendo secondo il principio che il mondo sia dato a pochi. È lo stesso modo di pensare di quando, ad esempio a tavola, prendo prima di tutti quello che mi piace di più. E gli altri? Prendano il resto! Questo atteggiamento non è né umano, né cristiano. Allargando lo sguardo dal piccolo dell’individuo alla società, notiamo che abbiamo fatto leggi tali per cui possiamo tenere in tasca ciò che appartiene ad altri e per questo ci sentiamo legalmente onesti, ma Dio non la pensa così. Il mondo è dato a tutti, ecco perché noi società abbastanza opulente, benestanti, siamo molto in debito verso tutti quelli che sono nell’indigenza. È un problema di giustizia distributiva: dare a ciascuno ciò che veramente deve avere. Come è grande il problema! La Scienza fa vedere che il mondo è di tutti, che tutto è di tutti, da distribuire con equità e giustizia.

Nel mondo la persona umana, ciascuno di noi, è soltanto di Dio, non è di nessun altro, neppure di se stesso. Le nostre culture invece sostengono “io sono mio, nessuno mi disturbi, faccio di me cioè che voglio, gli altri sono a mia disposizione, li giudico come strumenti per me”. La Scienza che viene dall’alto ci dice chiaro che ogni persona è soltanto di Dio. Non ci vuole molta scienza politica per rendersi conto di come stanno le cose, qualunque capo o potente o prepotente se la ride del principio che ogni persona è di Dio e poi agisce secondo la sua iniquità. Senza andare a scomodare i grandi dittatori, i grandi tiranni, anche nel piccolo si può dimenticare che ogni persona è di Dio e tendere ad adoperarla per i nostri fini, farla diventare un mezzo e non un fine. Ad esempio nel mondo del lavoro spesso la persona è considerata non in quanto persona, ma in quanto un pezzo utile di un sistema: ti retribuisco, è giusto sia così, ma quanto al fatto che tu sia persona per me è secondario. Quando lo Spirito ci illumina, a poco a poco impariamo davvero che l’altro è, come diceva Giovanni Paolo II, unico, irripetibile, sacrosanto, chiunque esso sia, perché davanti a Dio non c’è nessuna differenza tra una persona e un'altra, Noi invece facciamo moltissime differenze, il ceto, il colore della pelle, l’educazione, i soldi che ha in tasca, l’importanza che ha, se è bello o brutto, se è sano o malato. Gesù Cristo, il Signore, ha dato il suo sangue davanti per tutte le persone del mondo, non solo per qualcuna.

Ancora la Scienza ci fa capire che nella persona umana la vita è soltanto di Dio. Sembra ovvio, ma non lo è, perché oggi si tende a gestire la propria vita e anche la propria morte in modo del tutto indipendente da Dio, pensiamo, per esempio, alla questione dell’embrione o dell’eutanasia: la vita è dell’uomo il quale la prende, l’adopera, la manipola, la utilizza, l’accende, la spegne. La vita è di Dio, non sono leciti né l’omicidio sotto i suoi mille aspetti, né il suicidio, neanche il lasciarsi morire, trascurarsi per mille ragioni, lasciarsi andare, sprecarsi, avvilirsi. La tua vita è un bellissimo tesoro che Dio ti ha donato, perché ne fai un uso così basso, così volgare, così perduto?

Nella persona umana la libertà è inviolabile, libertà intesa qui come il diritto di decidere da se stessi di se stessi. Questo teoricamente è abbastanza ammesso nelle nostre civiltà democratiche, ma in realtà, poi, sotto molti aspetti la nostra libertà è piuttosto catturata, non siamo così liberi. La violazione della libertà degli altri è uno dei fatti più diffusi e più iniqui; quando noi facciamo i prepotenti, quando con la nostra maggiore forza di personalità pieghiamo un altro, schiacciamo la sua libertà, siamo diventati dei padroni, degli oppressori nel piccolo. Quanti rapporti umani sono abitualmente regolati così! Ci sono sposi di cui uno o una dice “è una vita che chino la testa”. Riconoscere che la libertà degli altri è inviolabile ovviamente non esclude la discussione e il dialogo, ma quando l’altro non fa una cosa che io volevo facesse e rompo con lui, ancora una volta non ho accettato che lui fosse libero come me. La Scienza ti fa capire che Dio rispetta la tua libertà infinitamente, qualunque cosa tu faccia egli ti aiuta, ti consiglia, ti perdona, ti richiama, perché ti ama, non ti dimentica e non ti abbandona, trae anche del bene dai tuoi sbagli, però starà al tuo verdetto, quello che hai deciso non ti obbligherà con forza a cambiarlo, non ti salverà per forza contro la tua libertà. Di fatto Dio ti lascia libero come sei, perché ti ama molto. Amare gli altri quando la loro libertà ci contrasta è l’amore più grande e più difficile, è quello di Dio, perché anche mentre mi oppongo a lui, e la mia libertà dunque lo contrasta in pieno, mi ama lo stesso, non mi butta mai via. Per noi è molto più facile buttar via, perché ci fa soffrire che l’altro si opponga, ma quando tu ami anche chi si oppone a te, hai superato la via dell’amore, hai rispettato la libertà inviolabile dell’altro.
Quando nella vita quotidiana un padre e una madre, pur soffrendo, rispettano la libertà di un figlio, se prende delle decisioni che saranno a suo danno, lo seguono, gli sono fedeli, gli corrono dietro, ma non gli metteranno mai le catene addosso, assumono cioè un atteggiamento molto difficile da vivere, ma è molto bello, è molto grande, è come fa Dio.

Chiunque ci nasconde una verità, chiunque ci insegna un errore sapendo che è un errore, chiunque in qualche maniera ci conduce all’equivoco, è gravemente colpevole. Si allevano i piccoli, oggi, senza neppure parlare loro di Dio, questa è una grande omissione: tu cresci, arrivi ai tuoi vent’anni, e non sai neppure chi sia Gesù Cristo perché nessuno te l’ha detto; non ti hanno raccontato menzogne, ti hanno semplicemente nascosto una parte della verità. La persona ha diritto alla verità, ha diritto a non essere ingannata, ha diritto ad essere informata, perché la sua libertà si muove secondo quello che sa. L’intelligenza è critica, io devo sapere giudicare per scegliere.
Abbiamo in noi l’esigenza della verità. Quando due giovani iniziano a programmare il matrimonio si fanno la grande promessa di dirsi sempre la verità, come esigenza di reciprocità onesta, perché se l’altro mi nasconde qualcosa io lo perdo, sono condannato al sospetto e di sospetto non si può vivere, sono condannato all’incertezza.
Noi cristiani dobbiamo stare molto attenti a questa grande esigenza di verità, al non nascondere nessuna verità. La persona sincera e schietta non è la persona che butta la verità in faccia senza attenzione e prudenza, perché la verità può ferire. La schiettezza è una splendida dote, ma la vita sociale, la vita commerciale, la vita politica, la vita culturale sono spesso autentiche educazioni alla simulazione. La Scienza che ci dona lo Spirito fa capire la verità, ma noi che pretendiamo il diritto alla verità lo rispettiamo? Ci sono atei più sinceri di certi cristiani, e io certamente devo stimare la sincerità di quell’ateo molto più che l’ambiguità di quel cristiano.
Cerchiamo allora di non vivere di tortuosità, di pasticci, di simulazioni, di equivoci, cercando di cavarcela sempre, è meglio la schiettezza, infinitamente meglio, anche per noi stessi.

La Scienza dello Spirito Santo ti educa a ricordare che la persona non è mai un mezzo, ma sempre un fine. La scienza ne deve tener conto. Il fatto che nei lager nazisti i medici adoperavano gli internati per esperienze scientifiche paurose e terribili, solleva, giustamente, l’indignazione. Purtroppo oggi la scienza tende sempre di più, in modo velato quando non evidente, ad adoperare la persona come un mezzo utile per andare avanti, lo deduciamo dai tanti problemi che abbiamo sotto gli occhi e di cui parlano i giornali. La Scienza di Dio continua ad affermare che la creatura di Dio non si tocca. Quando poi una persona per ottenere una gratificazione sociale adopera se stessa seguendo delle mode, non di vestiario, ma di cultura che compromettono la salute, la Scienza non è d’accordo. Recentemente in Spagna è stato proibito alle fabbriche di vestiario di produrre abiti di taglia piccola, inferiore alla 38, per contrastare la moda di dimagrire fino a rovinarsi la salute. La pressione sociale ti obbliga, sicché se tu osi andare in giro un po’ in soprappeso sei segnato. Se ti fai strumento di te e ti adoperi a tuo danno è assurdo, è completamente irrazionale, però di fatto lo facciamo.
La persona è sempre un fine, mai un mezzo, devi guardare a lei come il fine del tuo amore, della carità, della pazienza, del tuo servizio, mai, mai, mai adoperare un altro, anche nelle piccole cose.

Altra cosa che la Scienza di Dio insegna e a cui molti uomini non credono affatto, è che la società umana è fatta per la pace. Tutto sembrerebbe smentire questa affermazione, eppure è vera. Dio ha creato la società umana non perché viva una conflittualità perenne, ma per la pace. Ma molti scienziati, filosofi, politologi, affermano esattamente il contrario: Hegel diceva che le guerre sono delle grandi purificazioni, i politici sostengono che siamo fatti per essere amico o nemico, per essere maggioranza o minoranza, che per ottenere un risultato l’unico mezzo è la forza. L’idea che molti obiettivi si possono raggiungere dialogando e non subito con le armi, è ancora un’idea neonata.
Noi crediamo fermamente che la società è fatta per la pace, e quindi la pace è possibile, perché è Dio che garantisce che siamo fatti per la pace. Certamente non viene da sé come la pioggia, occorre impegnarsi. Non è facile essere operatori di pace, ma si può, è un dovere in particolare nel vissuto quotidiano: la pace in casa, a scuola, in ufficio, la pace dove io vivo. Qui ci metto mano perché lo Spirito mi illumina e mi invia a portare pace.

Ciascuno è fatto per incontrare Dio, ciascuno ha il diritto di incontrare Dio, ciascuno deve essere aiutato a incontrare Dio. La società umana è fatta per incontrare Dio, altra verità oggi del tutto dimenticata almeno in gran parte della società occidentale. Le società non vanno soffocate sotto una coltre di ateismo, il che nel secolo scorso è ampiamente accaduto mai come nella storia umana prima. Le società hanno diritto ad incontrare Dio. La Scienza ci dice che, essendo l’uomo e la società fatti per incontrare Dio, essenziale è la libertà religiosa, che si traduce anche nell’esigenza di avere spazi e tempi per poter vivere la propria religione.



SCIENZA: DONO INDISPENSABILE

Le deviazioni rispetto a questa lettura della creazione secondo Dio sono numerosissime, sia per ignoranza che per volontà deliberata. Il dono della Scienza risulta perciò indispensabile ai cristiani, specialmente nelle culture attuali, che sono caratterizzate dalla totale indipendenza da ogni criterio che non sia quello del giudizio puramente umano.

I punti ricordati disegnano come tu pensi la vita, come la interpreti, come ti muovi. Le deviazioni rispetto a come la pensa Dio sono numerosissime e i cristiani, se non stanno attenti, si lasciano abbastanza condizionare. Se traducessimo questi principi generalissimi in esami di coscienza della vita quotidiana, non ci troviamo innocenti. Non dobbiamo scoraggiarci, ma teniamo conto che Dio la pensa diversamente. Ecco perché bisogna chiedere Scienza, soprattutto quando si tratta di problemi pratici, soprattutto quando entrano in gioco i rapporti con le persone. Pensiamo al matrimonio: le persone dovrebbero conoscersi a sufficienza, ma non è mica facile. Chiedere a Dio la Scienza di capire l’altro e di capirsi è prudente saggezza. Non basta chiedere consigli all’amico o all’esperto, chiedere a Dio! Anche nelle cose spirituali spesso non sappiamo come fare o cosa fare. Chi accompagna un altro spiritualmente ha molto bisogno di Scienza: questa ragazza vuole andare in convento, è una vocazione o un’introversione acuta, una paura di vivere? Sbagli in questo campo se ne possono fare, ci vuole Scienza per capire se è Dio che ti chiama o se stai scappando dalla vita. Anche nella vita quotidiana ci sono continuamente problemi morali da affrontare, per cui non dimenticatevi mai di chiedere la Scienza. E questo vale in tutti i campi della vita, come nella politica, per sapere bene come la vede Dio sui poveri, su chi non ha lavoro, su una legge da fare.



SCIENZA: UN DONO DA DESIDERARE E CHIEDERE

Per la sua importanza nella gestione delle questioni umane, la Scienza è da desiderare e chiedere in ogni circostanza della vita che richieda conoscenza profonda (es. matrimonio) o responsabilità comunitaria sia spirituale (es. accompagnamento, guida) che civile (es. politica, economia, cultura).
Ci vuole la luce interiore della Scienza, anche se oggi si chiede poco. “Signore dammi la Scienza”. Ogni giorno dobbiamo chiedere questa luce interiore, Dio darà ispirazioni, consigli, momenti, intuizioni che sono un vero dono suo, ma bisogna chiedere. Cercate di non fare solo da voi, cercate di non fare da voi con il consiglio di qualcuno come voi, mirate più in alto, pregate un poco, sospendete certe decisioni, non abbiate fretta, mettetevi a pregare “Signore illuminami, la tua luce la voglio nel mio concreto in tutte le situazioni che emergono”. Fidatevi di Dio!

Giuseppe Pollano

I doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, ConsiglioFortezza, Scienza, Pietà, Timore di Dio

Vedi il dossier:
Mons. Giuseppe Pollano - riflessioni inedite per la Fraternità del Sermig

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