Un chilo a testa
Pubblicato il 13-02-2024
Oggi il mondo naviga a vista. Naviga pensando al proprio interesse, a quello del proprio gruppo, del proprio partito, anzi della propria corrente di partito, del proprio oratorio, banca, impresa, lobby… Ecco perché il gesto più importante, quello che permette a ogni abitante del pianeta di avere da mangiare tutti i giorni, non viene realizzato. Ecco perché milioni di persone continuano a morire di fame in tutto il mondo. Milioni di persone… E poi le tante, troppe guerre, conosciute e no, ricordate o no.
Con vittime, sofferenze, distruzioni vere, reali. Siamo nel 2024, ma sembra di essere fermi all’inizio della storia, ai tempi di Caino e Abele, quando la terra era abitata da sole quattro persone e – per gelosia – fu ucciso l’Abele di turno, ovvero il 25% dell’umanità. Rapportato a oggi farebbero due miliardi di persone...Tra morti e vittime della fame, delle guerre, della povertà non siamo forse così lontani da quella cifra. Anzi… Da questo momento però tutto può cambiare. Cose apparentemente impossibili in realtà si possono fare perché ci sono le risorse per farlo. Le complicazioni spuntano quando non si ha il coraggio di guardarsi in faccia e dirsi la verità. Per l’uomo che si riempie solo del proprio io, l’altro diventa uno schiavo da usare o da abbattere.
L’uomo è come un sacco. Un sacco vuoto sta in piedi solo se lo si riempie di servizio vissuto per piacere, di gratuità vissuta per amore, di sapere e di conoscenze condivise. Altrimenti resta un sacco vuoto, perché l’avidità, l’indifferenza – che fanno apparire gli altri come Abele, l’Abele che muore di fame – non riempiono nulla. La chiave per venirne fuori è seguire la coscienza: trattare gli altri con l’amore che si aspetta per sé.
La fame, la guerra e la povertà si possono combattere con successo: il Sermig che nei suoi primi 60 anni ha visto milioni di persone aiutare altri milioni di persone. Ne sono una testimonianza le migliaia di torinesi che nell’ultimo giorno del 2023 hanno regalato ai poveri cinque tonnellate di cibo. In fondo è semplice, se ciascuno di noi dona anche solo un chilo di cibo, la fame avrebbe tanti nemici in più.
foto: Ernesto Olivero, a bordo di un aereo che trasporta aiuti umanitari a Beirut, mostra una foto di dom Luciano Mendes de Almeida (scomparso da pochi giorni), il primo che ha invitato il Sermig ad aiutare il Libano
Ernesto Olivero
Editoriale
NP febbraio 2024