È cominciato così

Pubblicato il 10-09-2024

di Ernesto Olivero

14 maggio 1964. Avevo 24 anni, mi sembrava inconcepibile che migliaia di persone ogni giorno morissero per fame Nel 1964, il Concilio Vaticano II era appena terminato.

Nelle chiese, la messa cominciava a essere celebrata in italiano e non più in latino. La Parola di Dio iniziava così a diventare comprensibile e avvicinabile. Fu un tempo di grande fermento a livello ecclesiale e sociale. Un tempo profetico in cui nacquero tanti movimenti nella Chiesa. Il cambiamento era nell’aria: per le persone comuni come me è stata l’occasione per scoprire nuove possibilità di pensiero e di azione.

Qualche tempo prima di sposarci, Maria mi aveva detto: «Ernesto, come facciamo a mettere su famiglia? Hai troppi impegni, scegline uno e portalo avanti».
Facevo catechismo in tanti posti diversi, ero scout, frequentavo vari gruppi missionari, organizzavo incontri e campi di lavoro con gruppi sparsi sul territorio. Capii che Maria aveva ragione e decisi di andare dietro a ciò che più mi stava a cuore: la lotta contro la fame nel mondo.

Fondai così un nuovo gruppo. Sentivo un fuoco dentro, volevo aiutare altri giovani come me a diventare protagonisti della storia del nostro tempo e fare tutto il possibile per sostenere i missionari e chiunque avesse bisogno di aiuto. Il ricavato delle azioni di sensibilizzazione sarebbe stato devoluto interamente ai poveri, senza trattenere nulla per le spese di organizzazione.
Di quelle dovevamo farci carico noi. A chi mi dava dell’esagerato o dell’ingenuo rispondevo che un ideale è vero solo quando ci supera. Ho sempre pensato che chi ama o ama in grande o fa soltanto parole.

Mi presentai all’Uff icio Missionario diocesano di Torino. Mi diedero la possibilità di scrivere una lettera- appello a tutte le parrocchie per invitare i giovani che lo desideravano a unirsi a me. Risposero alla lettera una quindicina di ragazzi, tra i 18 e i 23 anni, tosti e belli come il sole.
Decidemmo insieme il nostro nome: Sermig, Servizio Missionario Giovani.
Eravamo uniti dagli stessi valori.
Sentivamo con chiarezza che la Chiesa dovesse avere un respiro ampio, universale. Eravamo giovani e volevamo offrire ad altri giovani come noi la possibilità di un impegno che andasse oltre l’entusiasmo di un momento.
Un impegno per la vita.

Ernesto Olivero
Editoriale 
NP agosto / settembre 2024


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