Vita in circolo

Pubblicato il 06-08-2022

di Fabrizio Floris

Il calo demografico è un fenomeno che caratterizza l’Italia e l’Europa in modo significativo da decenni e continuerà a persistere negli anni futuri. Eurostat stima che la popolazione europea continuerà ad avere un trend negativo fino a perdere, entro il 2100, 30 milioni di abitanti mentre il vicino continente africano raggiungerà i 4 miliardi di abitanti.

L’Italia potrebbe essere la seconda nazione dopo la Polonia a perdere più abitanti. L’effetto non sarà solo il calo della popolazione in sé, ma uno squilibrio nella piramide della popolazione che assomiglierebbe più a un grattacielo dove chi avrà 85-89 anni sarà numerosamente uguale a chi avrà 0-4 anni. In Italia nel 2021 le nascite sono diminuite del 25% rispetto al 2011 e del 50% rispetto al 1964: una riduzione costante e senza soluzione di continuità che tende verso la soglia di un solo figlio per coppia. L’effetto è una continua diminuzione della popolazione residente (almeno negli ultimi 7 anni consecutivi) attenuata solo dal saldo migratorio.

Già adesso in un quartiere come Mirafiori, Torino, quelli che hanno più di 65 anni sono due volte più numerosi dei giovani fino a 15 anni. Un missionario di ritorno dall’Africa mi ha chiesto «dove sono finiti i bambini?». Ci sono, ma sono pochi. A Torino sono 41.979 i bambini di età 0-6 mentre i cani sono quasi 100mila. Gli animali domestici sono cresciuti in modo impetuoso negli ultimi anni e non si sa se siano venuti prima l'individualismo e la solitudine o il cane, fatto sta che il connubio televisione, solitudine, cane ha creato un nucleo apparentemente autoreferenziale. È un fenomeno trasversale che coinvolge tutte le fasce di età e tutte le tipologie famigliari, ma quella che colpisce di più è costituita da coppie giovani che gli inglesi chiamano dink, double incoms no kids, due stipendi e nessun bambino. A Mirafiori cresce il numero di queste coppie accompagnate dal cane oppure di famiglie con un figlio che per fargli compagnia dopo i tre anni gli comprano il cane. Così il parroco alla fine, un po’ sconfortato sostiene: «Meno male che ci sono i cani, i gatti e la televisione altrimenti questa condizione di solitudine sarebbe ancora più pesante».

Eppure come spiega Godbout «C'è una sorta di legge sociale che fa sì che ciò che non circola muore, come avviene per il lago di Tiberiade o il mar Morto. Formati dallo stesso fiume, il Giordano, sono l’uno vivo e l’altro morto, perché il primo dà acqua ad altri fiumi mentre il secondo la tiene tutta per sé». Le società hanno bisogno di continue relazioni di scambio, di dono: perché quello che non circola muore, solo la vita nutre la vita.


Fabrizio Floris
NP aprile 2022

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