Viaggio di ritorno per Carlo Nesti

Pubblicato il 31-08-2009

di Carlo Nesti


Presentato in questi giorni, il romanzo di Nesti, notissimo giornalista sportivo e collaboratore da anni della redazione di Nuovo Progetto.

di Carlo Nesti


"Torino, 1997. Si può trovare per terra un biglietto "gratta e vinci" da 100 milioni di vecchie lire, e decidere di non incassare la vincita? Si può inseguire il legittimo proprietario senza un nome, un cognome o un indirizzo a disposizione? Certo che si può, appena varcata la soglia dei quarant'anni, se si ha il coraggio di viaggiare, per 13 giorni, dall'indifferenza alla solidarietà. È una caccia al tesoro alla rovescia, nella quale, evento più unico che raro, è il tesoro ad andare incontro al primo cacciatore. Sullo sfondo, c'è una grande città, Torino, con i suoi anziani e suoi extra-comunitari, con le sue contraddizioni crudeli ma anche stimolanti".

Cari amici, non stupitevi. Sono io, Carlo Nesti, quello che parla quasi soltanto di calcio, e che ora si affaccia in un nuovo mondo: la narrativa. Le Edizioni San Paolo, il grande editore di "Famiglia Cristiana", mi offre una possibilità più unica che rara. Vi chiederete: può esistere un punto di incontro fra chi ha "masticato" calcio tutta la vita, e la voglia di spiritualità, che affiora nel mio libro, rielaborato dopo 10 anni?

La risposta è "sì", a partire da un aneddoto. Se siete amanti della campagna inglese, e vi avventurate dalle parti di Newcastle Underline (Stock on Trent), potete godervi uno spettacolo straordinario. Vi accorgerete, all'uscita da un bosco, che esiste una moltitudine di campi di calcio, rigorosamente in erba naturale, affiancati, uno accanto all'altro. Una distesa enorme, a perdita d'occhio, improponibile per le nostre abitudini.

Noi della Rai la scoprimmo durante gli Europei 1996, avendo come quartier generale un hotel in quella zona: approfittando di un pomeriggio senza lavoro, decidemmo di sfidarci a pallone, giornalisti e tecnici. Dopo un quarto d'ora di camminata fra alberi e ruscelli, pensammo di essere stati presi in giro dalla guida di turno, finché non ci trovammo dinanzi, all'improvviso, questa pianura sconfinata.

Ebbene: se un reporter riuscisse a immortalarla in un "totale", per me, sarebbe la fotografia della vita. E la fotografia stessa, che esprime una metafora esistenziale, vorrei diventasse il simbolo del mio modo di essere. Un credente, un cristiano, un cattolico, che sta imparando ad affrontare l'esistenza in una chiave diversa, e la trasmette a voi, rielaborando esperienze passate e prospettive future.

Ogni giorno c'è un campo di calcio che ci aspetta, una nuova partita che si rinnova, e spesso le partite da giocare sono tante, contemporaneamente.
Occorre darsi da fare, correre, impegnarsi, ed è ciò che conta, davanti alla nostra coscienza, e davanti a Dio, al di là degli esiti. Ci sono la gioia del gol, la rabbia del palo, il pianto dell'eliminazione, e il rispetto delle regole, anche quando sono difficili da accettare.

Il risultato massimo, l'apoteosi del 4-0, e cioè la felicità assoluta, non è di questa vita terrena, ma del "dopo". Conta la volontà di "esserci", e di accettare il destino, se il risultato non è quello atteso. Perdere serve per crescere, e anche laddove la sconfitta sembra foriera solo di dolore, ci accorgeremo 5 mesi, 5 anni, 50 anni più tardi, o nell'aldilà, che può avere avuto un senso "costruttivo", davanti a Dio.

di Carlo Nesti

Viaggio di ritorno
di Carlo Nesti
Ed.San Paolo
 

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