Vero uomo

Prima di comprare una bici a pedalata assistita, ho dovuto combattere per un po’ di tempo con quel “vero uomo” che si nasconde dentro ogni essere vivente e che solitamente dice: «I veri sportivi fanno tutto con le gambe, il sudore e il sangue! La bici elettrica è per chi vuole la vita facile», solleticando in questo modo quell’orgoglio tipico maschile che ci portiamo dietro dai tempi della clava. Devo dire che – forse per questo motivo – ogni volta che mi ritrovo a superare in salite impossibili qualche settantenne ansimante con una certa nonchalance un po’ mi vergogno.

Ma ogni categoria di sport (e non solo) nasconde atavicamente il suo “vero uomo”. Quando feci il cammino di Santiago alcuni anni fa – circa 750 km a piedi e, a sottolineare questo dettaglio, è il vero uomo che è dentro di me – incontravo spesso persone che criticavano chi faceva questo cammino per amore della natura e non per devozione. Dicevano un po’ schifati: «Sono turisti, non pellegrini». Come se il valore delle cose che facciamo dipendesse solo dalla motivazione. Durante una grigliata lo scorso anno, ho assistito a un’aspra critica al grigliatore che indossava tanto di maglietta con scritto: «Sono un serial griller» perché usava la carbonella invece che della legna. «Il vero uomo – gli veniva detto – usa ceppi di quercia e faggio tagliati dalla propria ascia perché creano aromi più forti e adatti per la carne di manzo. Non parliamo poi del fatto che stai cucinando braciole prese al supermercato, io cucino solo cacciagione da me catturata e poi squartata!» Dovunque vai e qualsiasi cosa fai c’è sempre qualcuno che la fa meglio e per motivazioni più nobili. Mi viene da concludere con una frase di mio nonno: «Non importa dove vai e come ci arrivi, importa il quando, perché solo lì dentro non c’è orgoglio». Se il momento è quello giusto il vero uomo che è dentro di noi non ha più nulla da dire!


Andrea Go
NP Agosto/Settembre '24