Vera rieducazione

Pubblicato il 16-10-2022

di Chiara Genisio

«Dovremmo avere un progetto per ogni persona, preparare il tempo, il futuro, avviare dei processi personali positivi, di consapevolezza, di costruzione umana e di formazione»: lo sottolinea il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, in merito alla Relazione del Garante delle persone private della libertà presentata a metà giugno in Parlamento. Una lunga e articolata disamina sulla situazione degli uomini e delle donne che in Italia sono private della libertà. «Il sistema carcerario o assistenziale non può essere solo di contenimento – sottolinea ancora Zuppi – perché può avere una funzione straordinaria: aiutare a rimpadronirsi del tempo. E la struttura carceraria deve favorire questo».

Ma “questo” pensiero deve fare i conti con istituti affollati e inadeguati anche sul piano degli spazi, dove i detenuti presenti, 54mila, sono più dei posti letto regolamentari (50.866) e di quelli effettivamente disponibili a causa di lavori e chiusure temporanee (47.784). Un sistema oppressivo che crea situazioni di disagio psichico (più di un detenuto a settimana si suicida: 59 nel 2021, e sono già 29 quest'anno). Lo sguardo del Garante si è posato sui 190 istituti penitenziari per adulti, 41 strutture per minorenni, 10 reparti ospedalieri detentivi e 90 camere, 31 residenze, e oltre 2.000 camere di sicurezza delle forze di polizia. Dei 38.897 detenuti che stanno scontando una sentenza definitiva, 1.319 sono in carcere per esecuzione di una sentenza di condanna a meno di un anno e altre 2.473 per una condanna da uno a due anni.

«Scontare in carcere pene così brevi in presenza delle quali il nostro ordinamento prevede forme alternative alla detenzione – ha illustrato il Garante Mauro Palma – rende nei fatti meramente enunciativa la finalità costituzionale delle pene, che deve essere rieducativa». Un tema importante in agenda da quando si è insediata la ministra della Giustizia Marta Cartabia e sul quale alcune risposte sono arrivate con la riforma penale, in particolare con le sanzioni sostitutive delle pene detentive brevi, fino a quattro anni, che interverranno per ridurre il sovraffollamento. E anche con il potenziamento dell'esecuzione penale esterna. Il Garante ha voluto ancora sottolineare l'importanza di percorsi scolastici e culturali, strumenti fondamentali in un processo di revisione delle condotte e di inclusione. Sono 476 i detenuti che si sono diplomati lo scorso anno scolastico. Sono 1.246 gli iscritti ai corsi universitari, di cui 153 stranieri: rappresentano il 2,3% della popolazione carceraria, in aumento rispetto all'1,3% del 2018.


Chiara Genisio
NP giugno/luglio 2022

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok