Venirne fuori

Pubblicato il 10-06-2025

di Corrado Avagnina

Forse è il caso di tenere i nervi saldi in mezzo a orizzonti mondiali caratterizzati da connotati preoccupanti, con il crepitare delle armi a tenere banco, con i palcoscenici mediatici intasati di figure cosiddette potenti, con le incognite su quanto potrà accadere... Lo stesso diritto internazionale sembra un optional da infrangere senza troppi patemi, in logiche politiche che mettono i brividi per gli scenari che si potrebbero aprire e per la sorte di tanti che non sembrano avere più tutele o scudi. Intanto tutto si mercifica e si pospone a chi sbraita di più, a chi è più spregiudicato, a chi calpesta le regole. Insomma un clima non bello, magari anche un po’ angosciante. L’allarme è dato dal rispuntare di tensioni, violenze, estremismi, razzismi, fanatismi, al punto di tingere di nero il quadro di un’umanità in cui fatichiamo a trovare luce. I più sensibili sono anche un po’ sconfortati, vedendo rispuntare dei fantasmi terribili di un passato neppure tanto lontano che sembravano depennati per sempre. L’ora è delicata, certo. Ma non ci mancano gli appigli per venirne fuori, mettendoci tanta lucidità e buona dose di fatica.

Mai come adesso, forse, è il caso di rimettere in pista quanto sembrava consolidato e invece rischia di essere scardinato a colpi grossolani di piccone, come se alle spalle non avessimo niente; come se stessimo dimenticando tutto ciò che il recentissimo passato ci ha insegnato in termini di sofferenza, lacrime e coraggio. Per nostra fortuna, sul piano geopolitico così in subbuglio, possiamo contare su parole, convincimenti e avvertimenti del presidente Sergio Mattarella che non perde l’occasione per richiamare tutti alla posta in gioco.

Riproponendo l’esperienza matura e importante della “democrazia” in cui essere “protagonisti” e non solo “protetti” o... “provocati” da nuovi rampanti neo-feudatari. Con il traguardo del bene da tenere sempre in pista, avendo davanti alla coscienza i diritti umani, assumendo responsabilità condivise nella tolleranza che rispetta la dignità di tutti e di ciascuno, assumendo uno sguardo critico e umanizzante per cogliere e tamponare le derive che si possono delineare nelle prepotenze dell’oggi, così esasperate e plateali. La democrazia non è passata di moda né “superata”. È l’habitat più maturo in cui riconoscerci cittadini con pari diritti e doveri, chiamati alla corresponsabilità, mossi dall’obiettivo della pace per tutti, pronti allo sforzo quotidiano per creare giustizia sociale.


NP Marzo 2025
Corrado Avagnina

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