Valentina Vezzali: Parata e risposta

Pubblicato il 31-08-2009

di Alessandro Moroni


La parabola della più forte fiorettista di ogni tempo, mamma felice e oro mondiale quattro mesi esatti dopo il parto.

di Alessandro Moroni

In pedana è una furia. 53 chili di peso raggomitolati in 164 centimetri d’altezza. Uno scricciolo, confrontata ad avversarie che la sovrastano in uno sport sicuramente tecnico, ma per il quale la prestanza fisica conta, eccome. Ma ad esserne intimorite sono sempre e solo le avversarie: come la tedesca Anja Muller, che in finale ai recenti Campionati del Mondo di Lipsia si è ritrovata davanti per 6-2; Valentina Vezzali ha “serrato le fila”, facendo ricorso a tutta la residua energia fisica ed interiore rimastale e ha iniziato una lenta e inesorabile rimonta. La tedesca, pur con tutto l’appoggio garantitole dal suo pubblico (e arbitrale, visto che come avviene in tutte le discipline gli arbitri hanno sempre un occhio di riguardo per gli atleti di casa), si è sciolta come neve al sole.

Valentina è una maschera di ghiaccio e non solo per la divisa che la protegge durante le gare: non tradisce la minima emozione, si concentra esclusivamente sull’avversaria. E lo dice: “In un assalto se pensi sei perduta”. Conta solo l’istinto, che ti fa ripetere per centinaia di volte movenze automatiche, acquisite nel corso di migliaia di ore in allenamento. L’istinto animale, e la tecnica… Il Cobra, Valentina è soprannominata: per le sue partenze in flash che lasciano di stucco anche le fiorettiste più brave ed esperte, che si ritrovano la stoccata addosso senza avere avuto alcuna possibilità di reazione. Nessuna ha mai vinto quanto lei: a 31 anni e una carriera tutt’altro che conclusa, possiamo già dire che siamo di fronte alla più forte fiorettista di ogni epoca.

“Vale”, come tutti la chiamano nell’ambiente, appartiene a una razza di sportivi rari: come il suo omonimo e connazionale Valentino Rossi, come Michael Schumacher e, prima di loro, come Eddy Merckx, Klaus Dibiasi e Mark Spitz, che non a caso è stato il suo idolo da ragazzina. Gente che non si è mai abituata alla vittoria e che lo stress e il senso di appagamento lo lascia volentieri agli altri!
Ma da un po’ di tempo, Vale può fregiarsi di un record che la rende davvero unica.

Il 22 giugno 2002 Valentina sposa Domenico, calciatore in forza all’Avellino, conosciuto durante le Universiadi di Palma di Mallorca. Vita dura, quella degli atleti di discipline diverse che si sposano: significa la condanna a non vedersi quasi mai! Gli impegni agonistici condizionano le scelte finché l’anno scorso, all’indomani del trionfo alle Olimpiadi di Atene, Valentina annuncia: ora basta, mi fermerò, è da tempo che desideriamo un figlio. Detto fatto: nel giro di un mese rimane incinta, e il 9 giugno di quest’anno nasce Pietro; nel frattempo l’atleta/neo-mamma ha “messo su” 20 chili!!! A questo punto tutti i commentatori pensano: ok, forse Vale non si ritirerà perché è troppo combattente per farlo, ma di sicuro la stagione agonistica per quest’anno è andata, se ne riparlerà nel 2006.

Per chiunque sarebbe stato così, ma non per lei, non per Vale Vezzali da Jesi, detta Il Cobra.
18 (diciotto!) giorni dopo il parto è già in pedana ad allenarsi, tra lo stupore di tutti. Ma ha solo cominciato, Vale, a stupire; se gli allenamenti necessari a ritornare ai massimi livelli sono massacranti, il “contorno” non è certo uno scherzo: c’è la dieta ferrea da seguire per perdere in fretta i 20 chili accumulati, c’è Pietro da allattare ad intervalli regolari, ci sono i ritmi di vita del piccolo da privilegiare (se un neonato si sveglia alle tre del mattino ed ha fame, di solito non si accontenta della risposta “stai buono, mamma è stanca perché è stata 10 ore in palestra”). Ce n’è abbastanza da fare sclerare chiunque, ma non lei, non Vale Vezzali da Jesi.

All’inizio di agosto le si ammala seriamente l’allenatore, Giulio Tomassini, il maestro di sempre, che l’ha preparata in tutte le manifestazioni in cui ha trionfato fin dal ‘96. Vale si concede qualche momento di sconforto (ha “la lacrima facile”, dice lei…) e niente più: in quel periodo fa il tragitto casa-palestra anche tre volte al giorno, Pietro mangia ogni due ore e mezzo e spesso lei se lo porta in palestra e interrompe gli allenamenti per allattarlo. Alla fine di questo autentico calvario ha ricondotto il corpo ai “suoi” 53 chili, ed ecco raggiunto l’obiettivo: la partecipazione ai campionati del mondo di Lipsia, quattro mesi dopo il parto! “Questa volta non ce la farà a vincere – dicono tutti – è stata ammirevole ad arrivare fin qui, ma farà giusto una comparsata”.

Tutti i numeri di un fenomeno

Valentina Vezzali è nata a Jesi (Ancona) il 14 febbraio 1974.
Sposata dal 2002 col calciatore Domenico Giugliano (ora al Gela, in C1), è diventata mamma di Pietro il 9 giugno 2005. Tesserata per le Fiamme Oro, ha cominciato a tirare a 6 anni nel Centro Scherma Jesi con il maestro Ezio Triccoli.
Dal ' 96 è allenata da Giulio Tomassini. Diplomata in ragioneria con 60/60, è iscritta a Giurisprudenza. È appassionata di tennis e libri thriller, tifa Inter. È la più titolata schermitrice di sempre.
Ai Giochi olimpici ha vinto 2 ori e 1 argento individuali e 2 ori a squadre mentre ai Mondiali vanta 4 ori, 1 argento e 2 bronzi individuali oltre a 5 ori e 1 argento a squadre. Tre volte campionessa europea, ha conquistato 8 volte la coppa del Mondo, con 52 vittorie di tappa (record assoluto di successi). È numero 1 del ranking mondiale da 10 stagioni, ha conquistato 11 titoli italiani. Tra il ' 99 e il 2001 ha vinto tutte le manifestazioni a cui ha partecipato: 2 Mondiali, 2 Europei, 1 Olimpiade, 3 coppe del Mondo, 2 Universiadi, 1 Giochi del Mediterraneo, 3 campionati italiani. Tra il ' 99 e il 2001 ha vinto 56 incontri consecutivi.

La condizione è approssimativa e si vede: Vale sbuffa come un mantice dopo ogni assalto e sembra sempre che non debba più reggersi in piedi, anche perché, al di là del training necessariamente approssimativo, va considerato che in qualsiasi sport a 31 anni non si è più giovanissime, e si incomincia a dover affrontare ragazzine di 22-23 anni, più agili e scattanti; e superpreparate a un evento per il quale hanno potuto allenarsi in tutta tranquillità. Ma nessuna di loro regge all’impatto tecnico ed emotivo con la numero uno del mondo: inglesi, francesi, polacche, coreane, ungheresi, per ultima la lungagnona tedesca che pure aveva fatto delirare l’Arena Leipzig fanno la figura di una barchetta da diporto di fronte a una corazzata della Seconda Guerra Mondiale. Tutte soccombono al morso del Cobra. La classe immensa, la ferrea applicazione, soprattutto la forza mentale stratosferica della Jesina compiono il miracolo. Valentina Vezzali è ancora una volta campionessa del mondo di fioretto, il 9 ottobre 2005, 4 mesi esatti dopo avere partorito. Un record del mondo, se mai vi fu.
Vista dal di fuori, teneramente abbracciata a Domenico o con il piccolo Pietro avvinghiato a lei nel marsupio come un Koala, Vale tutto sembra tranne la maschera spietata di agonismo assoluto che gela il sangue alle avversarie in pedana. È una mamma soddisfatta e felice, e per il futuro ha in mente le cose più semplici del mondo: dare una sorellina a Pietro quando chiuderà con la scherma (è già pronto il nome, Ginevra), diventare Commissario di Polizia, della quale fa parte fin da giovanissima (è in forza alle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato). È disarmante nella sua semplicità e nel suo ottimismo; e ha a cuore le cose più importanti: profondamente credente, dice che la preghiera è per lei facile e naturale come nessun’altra cosa. Non si vergogna a dire che Dio l’ha aiutata in tutto: la gravidanza nel momento desiderato, tutte le circostanze positive possibili, la realizzazione di tutti i desideri. Nel vederla così serenamente determinata non possono non venire in mente le parole del Salmo (“Invano vi affannate, faticate e mangiate un pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno!”), anche se per la verità Vale non è che abbia mai dormito moltissimo, e nell’ultimo anno meno che mai. Certo, è terribilmente facile e naturale vedere in lei un’amica di Dio, una che è vicina al cuore del suo Creatore; una sorta di Predestinata alla maniera di Eric Liddell, il velocista scozzese reso celebre dal più bel film sportivo mai realizzato, Momenti di Gloria.

Oggi Valentina si gode un raro momento di relax con la sua splendida famiglia, segno tangibile di come anche l’agonismo più esasperato si possa coniugare con quanto per lei stessa è la cosa più bella e naturale del mondo: essere mamma, dare la vita. La sua storia, le sue scelte, i suoi risultati testimoniano che il limite di ciò che possiamo ottenere è costituito solo dalla costanza, dalla tenacia, e dall’amore che mettiamo in ciò che facciamo; e che non c’è sforzo o sacrificio che davvero siano insormontabili per chi è innamorato della vita e non è disposto a farsi sconti.

Immagino che ancora per anni faremo il tifo per la più famosa poliziotta d’Italia.
Sempre così, Valentina… fiorettista di Dio!

Alessandro Moroni


IL FIORETTO
I più piccoli iniziano la scherma con questa arma, che può colpire solo di punta, ed è ritenuta da molti la più adatta per imparare le azioni fondamentali. Il bersaglio valido è tutto il tronco, coperto da un giubbetto conduttivo. Testa, braccia e gambe sono bersaglio non valido. In caso di stoccata per entrambi gli avversari, l'arbitro applica la "convenzione": una serie di regole derivanti dalla logica del duello, secondo cui "ha ragione" (e quindi gli viene assegnato il punto) chi attacca per primo, o chi para e risponde, o chi ha l'arma "in linea" (braccio disteso e punta che minaccia il bersaglio valido) prima dell'inizio dell'attacco dell'avversario.
LA SCIABOLA
Anche in questa specialità si applica la "convenzione", ma il bersaglio è più ampio, comprendendo tutta la metà superiore del corpo: il colpo non viene segnalato (come invece avviene nel fioretto) se raggiunge altre parti del corpo. Si può colpire con tutta la lama, quindi di punta e di taglio. E' l'arma più dinamica e veloce, da preferire per chi ha un temperamento vivace e aggressivo.
LA SPADA
Arma che può colpire solo di punta, in tutto il corpo. Non esiste convenzione: il punto va a chi colpisce per primo. In caso di colpo doppio, possibile solo entro 40/50 millisecondi, si assegna un punto ad entrambi. E' la specialità più matura e meditata, ed è quella che più delle altre ha conservato alcune caratteristiche del duello sul terreno.

 

 

 

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