Uomo e natura, insieme si vincerà

Pubblicato il 10-09-2020

di Carlo Degiacomi

Nell’immediato è certo un bene comune occuparsi come priorità a riparare almeno in parte ai danni enormi che il coronavirus ha determinato. Sarebbe interessante che però le misure messe in atto fossero anche indirizzate a modificare scelte e priorità del passato per costruire un nuovo futuro. Il diritto alla salute è strettamente collegato al tema ambiente. Ci siamo ripetuti a più riprese che sul sistema sanitario i ritardi e le pigrizie di ieri non sono più accettabili. Vi saranno fondi per riorganizzarlo. Con quale piano nazionale e condiviso, con quale trasparenza? Quale rafforzamento del pubblico senza ritornare a sprechi insostenibili?

Con quale disponibilità a modificare l’attuale sistema di compiti istituzionali tra regioni e stato? Con quale partecipazione e informazione dei cittadini per avere un controllo? E se tutto invece, viene il dubbio, sarà visto ancora una volta come la possibilità di gestire soldi a livello regionale fuori da qualsiasi visione complessiva e ragionata? «Se pensi all’anno prossimo semina il granoturco. Se pensi ai prossimi 10 anni pianta un albero. Se pensi ai prossimi 100 anni istruisci (e informa) le persone» (Zygmunt Bauman).

Vi propongo un filtro culturale. Un insegnamento che dovremmo avere acquisito anche da questa pandemia sono le interdipendenze ecologiche, ad esempio l’uomo e la natura. L’uomo non può esistere fuori dalla natura.

Possiamo accelerare la presa di coscienza del deterioramento ambientale mondiale e locale? Possiamo valutare le scelte in campo in vari campi con i “metri di misura” del lavoro, dell’ambiente, del sociale? Favorire tecnologie e imprese sostenibili, prestare attenzione alla cura dei territori? Con un occhio al futuro vicino?
Sembra di scrivere il libro dei sogni, in realtà si possono valutare con questi parametri la bontà delle proposte che verranno da vari soggetti (politici, associazioni, enti, singoli personaggi…) per valutare la nostra singola collocazione, per fare le scelte di vita e anche quelle di tutti i giorni.

Elenco incompleto di obiettivi migliorativi rispetto al passato. Abitazioni più confortevoli, città più vivibili, meno traffico e smog, più verde vivibile, cibi più sicuri; modifica alla mancanza regole della globalizzazione; nuovi sbocchi di occupazione; nel lavoro meno fatica fisica, più tempo libero; meno sprechi in generale e in ogni settore; cambio di certi obiettivi di spesa e di consumi riducendo l’indebitamento, dato che sarà grande quello che ci ha procurato l’epidemia sia al Paese che a noi singole famiglie; più rapporto con la natura; meno malattie compresa obesità e malattie da cibo errato, valorizzare la cura preventiva del corpo; meno danni a uomini e ambiente per un utilizzo esagerato di prodotti tossici; più affitto e impiego diffuso di servizi e oggetti, meno spese per proprietà; più capacità di uso di elettricità da fonti sostenibili e produzione diffusa di elettricità; investimenti in infrastrutture pubbliche e loro manutenzione; più attenzione all’uso dei suoli e ai territori; più sicurezza e capacità di reazione rispetto a eventi naturali catastrofici; nuove leggi e applicazione di leggi esistenti di difesa da inquinamenti ambientali che aggrediscono salute e sicurezza; maggiori competenze diffuse, necessarie per la transizione verde di ogni settore economico; utilizzo in particolare di meccanismi incentivanti, non solo di penalizzazioni; diffusione dei nuovi parametri delle analisi dei cicli di vita e dell’economia circolare; l’ingresso di chiavi di lettura ambientali trasversali nelle discipline scolastiche…

L’attenzione all’ambiente vincerà se sarà in grado di declinare bene questi obiettivi dimostrando che sono migliori rispetto alle altre proposte, perché capaci di rispondere insieme a varie crisi e problemi e trasformarle in occasioni.

Carlo Degiacomi
NP giugno / Luglio 2020

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