Una scoperta inaspettata
Pubblicato il 20-11-2024
Un progetto di ricerca guidato dalla Universitat Rovira i Virgili e dal Max Planck Institut sta analizzando i resti di 25 individui sepolti tra il XII e il XV sec nel cimitero del castello di Zorita de los Canes, Guadalajara. Nel medioevo la penisola iberica era divisa in piccoli regni in guerra tra di loro, riuniti in due grandi coalizioni: cristiani e musulmani. La fortezza in questione fu conquistata e persa più volte, ma in questo periodo apparteneva all’Ordine di monaci guerrieri di Calatrava, nato con il fine di proteggere i confini con i regni musulmani.
Attualmente sono ben note le vicende storiche relative al periodo in questione, ma è ancora poco conosciuta l’effettiva composizione dell’Ordine. Nel 2014 sono stati così avviati scavi sistematici nella fortezza durante i quali sono emersi i resti di 25 individui, 23 dei quali morti in battaglia. In questi casi le lesioni riscontrabili sugli scheletri sono concentrate in zone non protette dall’armatura, come la parte alta del cranio, il viso e la parte interna della pelvi. È emerso anche che i cavalieri dell’ordine seguivano una dieta tipica dell’alta società del tempo, con un apporto elevato di carne animale e pesci marini.
I ricercatori si sono trovati però di fronte a una scoperta inaspettata. Analizzando i resti dei monaci guerrieri dal punto di vista antropologico, la ricercatrice Carme Rissech ha scoperto che una di loro era una donna. Lo scheletro presentava ferite compatibili con quelle degli altri cavalieri e dunque i ricercatori ipotizzano che sia morta in battaglia indossando l’armatura. Inoltre la donna possedeva sul suo corpo anche i segni che identificano l’utilizzo prolungato della spada. Si trattava quindi a tutti gli effetti di una donna guerriera, di circa 40 anni, alta 1 metro e mezzo, né tozza né snella e abile con la spada. Il suo prestigio era però forse inferiore rispetto ai colleghi maschi perché la sua dieta era più povera di proteine.
Agnese Picco
NP ago-sett 2024