Una scala per il paradiso

Pubblicato il 29-03-2025

di Andrea Gotico

L'altro giorno mio figlio arriva da me e mi fa: «Pa’ senti sto pezzo che figo!», e schiaccia play sulla sua list... Tra me e me penso: fa’ che non sia Tony Effe! Fa’ che non sia Tony Effe! Ma al secondo accordo lo guardo e mi viene istintivo di abbracciarlo. Il brano in questione è uscito nel 1971 e ha la durata di circa 8 minuti.

Subito ripenso: ma nell'era degli short di cui siamo più o meno tutti vittime, dove lo trovi un giovane che ha 8 minuti per ascoltare lo stesso pezzo e arrivarci fino in fondo senza skippare? E mi dico: per fortuna io l'ho trovato ed è mio figlio! Alla fine del brano la strepitosa voce di Robert Plant recita pressappoco questo: «Come tutto diventa d’oro... e se ascolti molto attentamente, la melodia finalmente arriverà a te. Quando tutti sono uno e uno è tutto, per essere roccia e non rotolare, e lei sta comprando una scala per il Paradiso». La cosa strepitosa di questo pezzo è quella di avere la capacità di raccoglierti dagli abissi più profondi per poi portarti davvero in luoghi molto molto alti. Non è una questione di musica dei nostri tempi o dei loro. Credo si possa ancora scrivere un’altra Stairway to heaven e possano ancora nascere nuovi Led Zeppelin.

È più che altro una questione di desideri. Di voler puntare in alto o in basso, di voler sprofondare o di elevarsi.
Cosa c’è di più bello di un tredicenne che non sa ancora chi è Jimmy Page, ma mentre cammina con le sue cuffie in via Po fa sogni belli camminando verso il futuro!
 

Andrea Gotico
NP gennaio 2025

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