Un uomo di pace

Pubblicato il 09-02-2023

di Max Laudadio

La semplicità, l'onesta, la gentilezza e l'umiltà possono cambiare un territorio e il rapporto tra le persone

Ci sono uomini che entrano nella memoria di un Paese non per motivi legati alla popolarità indotta dai social media, dalla televisione, dal cinema o da qualche dote artistica involontariamente ricevuta, ma ci entrano per una vita umile spesa in verità. E queste figure sono quelle che prediligo.

Valerio era un mio caro amico. È stata la prima persona che ho conosciuto quando mi sono trasferito in un piccolo paese montano della provincia di Varese, ed è stato colui che ha facilitato l’inserimento della mia famiglia in un contesto che si preannunciava piuttosto chiuso. Capo della Protezione Civile locale, oltre che pedina fondamentale di svariate associazioni di volontariato presenti sul territorio, un uomo che con la sua vita ha mostrato la differenza che passa tra chi sceglie di curare la casa comune e chi invece decide di subire il suo passivo deterioramento. Ma purtroppo Valerio ci ha lasciati presto, troppo presto. Una malattia fulminante ha interrotto i tanti progetti che stava seguendo, lasciando i suoi amici e i suoi familiari senza fiato.

Al di là dell’infinita assenza fisica che la morte produce, ci sono persone che per quello che hanno costruito non permettono alla stessa morte di spegnere la propria luce, continuando così a vivere nelle azioni e nei ricordi della comunità che li ha amati. Per sempre.

Valerio era un uomo semplice, onesto, gentile, umile, premuroso, e questa inconsueta normalità lo ha reso speciale. Esistono uomini attratti dall’affermazione pubblica, dalla ricchezza, dal potere, e non disposti, se non in rari casi, a condividere un mondo meno urlato, meno interessato, e che in fondo risulterebbe per loro anche più redditizio, ma Valerio era perfettamente l’opposto. Con lui ho condiviso come guardare un bosco, come ascoltarlo, come vivere le sue ombre e i suoi spazi vuoti, come renderlo ulteriormente utile, come riconoscere i suoi doni, ma principalmente come diffondere l’importanza della sua esistenza e la necessità della sua cura. Non so se lui abbia mai compreso l’importanza della sua presenza nella mia vita, e non so nemmeno se lui stesso si sia considerato un’eccezione alle brutture a cui siamo abituati; quello che so per certo è che Valerio è riuscito ad accendere una fiammella di speranza, passione, amore, in così tante persone da non poter essere più dimenticato.

A un anno di distanza dalla sua scomparsa, la comunità dove ha speso tutta la sua esistenza, ha sentito l’esigenza di sottolineare l’importanza della sua vita in tutti loro, e continua senza sosta a celebrarlo: un gruppo di amici gli ha dedicato un cippo sulla vetta di una delle montagne che scalava continuamente, altri un museo a cielo aperto tra le trincee costruite ai margini della Seconda guerra mondiale, e che racconta la Pace come unica risposta alla follia della guerra, e tante altre sono le occasioni dove viene ricordato come un esempio da seguire. Anche se, e ne sono certo, che Valerio da uomo mite, umile qual era, non apprezzerà molto questa nostra necessità di assegnare il suo nome a un sasso, a un sentiero, o a qualsiasi altra grande o piccola costruzione che potremmo dedicargli, e me lo immagino intento a mettere in ordine le nuvole mentre ride di noi ancora attaccati alle nostre terrene abitudini.  Però noi, suoi paesani, siamo fatti così e sono convinto che perdonerà con lo stesso sorriso le nostre debolezze.

In fondo, anche io scrivendo questo articolo a lui dedicato, sotto sotto, ho cercato un modo per ricordarlo ancora una volta, e certamente non sarà l’ultima. Valerio è un protagonista perfetto della mia rubrica, perché Si comincia da 1 vuole raccontare il bello che esiste ovunque e, in Valerio, il bello era custodito nella sua anima.

Valerio ha mostrato la differenza che passa tra chi sceglie di curare la casa comune e chi invece decide di subire il suo passivo deterioramento

Max Laudadio

NP Novembre 2022

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