Torneranno i prati
Pubblicato il 12-06-2025
Il male non ha l'ultima parola, il bene dipende solo da noi...
L’ultimo film di Ermanno Olmi è come un testamento. Il racconto crudo dell’orrore in un giorno come tanti sul fronte orientale della Prima guerra mondiale: soldati italiani, i loro tormenti, la loro umanità ferita, il freddo che entra nelle ossa, il rumore assordante delle bombe, la presenza inquietante della morte e della violenza.
Un film di denuncia e di memoria, ma anche di speranza. A cominciare dal titolo: Torneranno i prati. Olmi parlava di trincee, di campi di battaglia, di spazi che prima o poi sarebbero tornati a vivere, ma non si fermava a questo.
«Torneranno i prati!» Sarebbe bello ancorare il nostro impegno e i nostri desideri nella potenza di questa frase. Perché nulla – tanto meno il male – è deciso una volta per sempre.
Tornerà la pace, lì dove l’uomo ha toccato l’abisso. Avrà il volto di un germoglio fragilissimo che non si stancherà di crescere, nonostante tutto.
Tornerà il rispetto, lì dove il più forte crede di dettare legge, arrivando a umiliare, sbeffeggiare, fare come gli pare. Avrà il volto di uomini e donne che ci credono, che non si fermano davanti alla prepotenza.
Tornerà la compassione, lì dove la morte è diventata luogo comune. Avrà il volto di chi si chinerà sugli ultimi non a parole, ma con gesti concreti.
Tornerà la gentilezza, lì dove conta solo gridare, schiacciare punti di vista diversi dai propri. Avrà il volto di chi riscopre il peso e il senso delle parole.
Tornerà la condivisione, lì dove l’individualismo impera e conta solo l’interesse personale. Avrà il volto di gente normale che non vuole più sentirsi sola, ma camminare alla pari con i propri simili.
Tornerà la fiducia, lì dove il male ha distrutto ogni progetto di futuro. Avrà il volto di un bambino che accetterà di dare ali ai propri sogni, che scardinerà la logica del “tanto è così”.
Tornerà l’umanità, lì dove gli innocenti sono stati calpestati, vilipesi, violati. Avrà il volto di chi saprà imparare dalla storia e dagli errori del passato, senza strumentalizzazioni e interessi di parte.
Tornerà la vita, lì dove l’odio ha dettato legge, dove le barbarie hanno sostituito ogni forma di giustizia. Avrà il volto di uomini e donne che con tutta la loro fatica sceglieranno il perdono.
Tornerà il dialogo, lì dove il pregiudizio ha sostituito ogni ragionamento. Avrà il volto di chi vorrà davvero mettersi nei panni degli altri, accettando la sfida della complessità.
Tornerà l’amore, lì dove è stato soffocato, compresso, annientato. Avrà il volto di persone normali che accettano il mistero di ogni incontro e di ogni relazione buona.
Tornerà la passione per il bene comune, lì dove i calcoli di corto respiro hanno sacrificato tutto il resto. Avrà il volto di chi sarà pronto a servire, a mettere in circolo visioni e competenze per costruire società più buone e coese.
Tornerà lo stupore, lì dove tutto è dato per scontato e non c’è spazio per la meraviglia. Avrà il volto di tutti coloro che sapranno commuoversi di fronte alle piccole cose.
Tornerà la profondità, lì dove si crede di avere una risposta per tutto e tutti. Avrà il volto di chi saprà accogliere il proprio limite, la propria finitezza per trasfigurare la realtà e sperimentare già adesso un frammento di infinito.
Torneranno i prati, non ci sono dubbi. Ma dipende solo da noi. Iniziamo…
Matteo Spicuglia
NP marzo 2025