Togliti i sandali, Mosè

Pubblicato il 11-12-2022

di Chiara Dal Corso

«Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: "Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?". Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!". Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!". E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe"» (Es 3,1-6).
Questa meravigliosa icona del XII secolo del monastero di S. Caterina del Sinai rappresenta proprio questo incontro fondamentale.

Incomincia così infatti la vocazione di Mosè e la seconda parte della sua vita. In questo momento non è ancora anziano, ma ha già una famiglia e da anni vive ritirato nel deserto, come un povero pastore. Lui che era stato salvato ancora neonato dalle acque dalla figlia del faraone, e poi cresciuto ed educato nella reggia del Faraone d’Egitto; lui che una volta cresciuto si era accorto che i suoi connazionali ebrei erano maltrattati dal popolo egiziano e costretti ai lavori forzati. Un giorno per difendere uno dei suoi in una rissa aveva ucciso un soldato egiziano e, appena la cosa si venne a sapere, decise di scappare nel deserto di Madian, dove rimase per diversi anni. E proprio lì, nell’umiltà e nel nascondimento del deserto, mentre pascola il gregge, quando sembra ormai a non aspirare a niente di più per sè, incontra Dio.

Il Signore, che gli si presenta come un fuoco che non brucia, parla con lui, lo chiama per nome, e gli dà una missione. Ma prima di presentarsi, il Signore dà questa indicazione a Mosé: «Non avvicinarti e togliti i sandali dai piedi». Togliti i sandali Mosè perché stai su un suolo santo. Togliti i sandali, perché quella che vedi è una manifestazione di Dio. Togliti i sandali, perché chi ti sta parlando è Dio stesso, il Dio di tuo padre, il Dio dei patriarchi, il Dio che salverà il tuo popolo e vuole farlo insieme a te. Togliti i sandali, stai scalzo, spogliato, indifeso davanti a Dio, perchè Lui che è l’Immenso, il Creatore, il Dio che ha fatto il cielo e la terra si è abbassato fino a te, ha preso una forma per rendersi visibile a te, ti parla con una voce che tu possa comprendere. E tu riconosci la sua presenza, ricambia con un piccolo gesto, un gesto che è insieme di rispetto profondo e pure anche di estrema confidenza, di vicinanza intima, di un incontro misterioso e sacro, che per quanto immenso e non pienamente comprensibile risulta tuttavia famigliare, come se quella Voce fosse già nel nostro cuore, la Voce che ci è più cara, più intima, più vicina di tutte le altre.

Tanto è vero che, come mostra l’icona, davanti al roveto Mosè si toglie i sandali, comprende che c’è la presenza di Dio, e poi dialoga con lui, come farà sempre. Si dice più avanti nell’esodo che: «Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico» (Es 33,11).

Qui è raffigurato con gli abiti e la stola come hanno gli apostoli, a indicare che è un “inviato di Dio” perchè accetta la sua missione, e insieme ad Aronne compirà tutto quello che Dio gli chiede di fare, farà prodigi straordinari e condurrà il popolo fuori dall’Egitto. Eppure si dice di lui che era «uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra» (Nm 12,3); come se quel gesto, il “togliersi i sandali” davanti a Dio, l’essere completamente scalzo, abbandonato, cioè docile perchè pieno di fiducia in Lui, sia diventato la chiave della sua amicizia con lui, il suo atteggiamento interiore continuo verso Dio. Ecco perchè tra tanti momenti della vita di Mosè è stato scelto questo per rappresentarlo in un’icona, come vera sintesi dell’incontro con Dio, che è mistero, stupore, rispetto, e allo stesso tempo confidenza, intimità, ascolto, amore.


Chiara Dal Corso
NP agosto / settembre 2022

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