Su il… molare

Pubblicato il 11-05-2023

di Mauro Tabasso

Bisogna esser innamorati per poter fare innamorare

Quanto si è diffuso lo studio della musica negli ultimi anni? Tanto? Ma no, molto di più!!! Insomma, quando io facevo il liceo, in classe eravamo in due (e quattro o cinque in tutta la sezione) a suonare qualcosa. Oggi se prendete 25 bambini, almeno la metà studia qualche strumento, poi ci sono asili, scuole, licei musicali, oltre a un’imprecisata selva di istituti musicali privati come il nostro Laboratorio del Suono Academy, e questo (almeno dal mio punto di vista) è un gran bene; la musica porta con sé divertimento sano, cultura generale, disciplina, amore per l’arte, sviluppo cerebrale, crescita dei rapporti umani e interpersonali e un mucchio di altri benefici, tuttavia… Eh sì, c’è un ma, e forse più di uno.

Decenni di diffusione di questa salutare pratica non ci stanno (almeno dal mio punto di vista) portando i risultati che potremmo (o dovremmo) aspettarci. Se fate un giro in rete noterete certo che le ultime tendenze (salvo rarissime eccezioni) non ci stanno arricchendo con qualcosa di nuovo e soprattutto di bello e, nonostante le scuole, il livello di acculturazione musicale è spaventosamente basso (soprattutto tra i più giovani). Sale da concerto e teatri sono quasi puntualmente semi-deserti, anche quando i biglietti costano quanto un hamburger e una bibita, ma in compenso una grande fetta di pubblico è disposta a sborsare anche centinaia di euro (quindi il punto non sono i soldi) per il concertone della pop star di turno, cosa buona e giusta, per carità, ma qualche domanda io me la pongo. Che esistano oscure lobby che lavorano occultamente per farci rimanere nella mediocrità? O – peggio – ce ne sono altre che tramano per non farci diventare intelligenti? La confezione dell’aspirina che tutti consumiamo cela in realtà un venefico composto denominato Rimbambene Plus?

Il dentista, oltre a un dente, ci ha devitalizzato anche il cervello? Ma no, su il molare, lo dico soprattutto agli odontoiatri, stirpe di lavoratori che benedico ogni volta che ci vado, perché nel togliermi il mal di denti mi aiutano letteralmente a recuperare il sorriso. Se dobbiamo dare la colpa a qualcuno, essa ricade più facilmente su quelli come me, insegnanti, musicisti, genitori. Sono io che non riesco a far appassionare, a far amare appieno un’arte così bella, ricca e profonda come la musica, vecchia quanto l’uomo eppure ancora così meravigliosamente attuale. Sono quelli come me che devono adoperarsi per trasmettere quanto di buono e di bello la vita e l’arte hanno da offrire. Forse non sono abbastanza convinto, abbastanza credibile, per niente contagioso e men che meno virale. La rete, la connessione sta dando la possibilità a tutti di esprimere il proprio pensiero, e questa è sicuramente una gran cosa, ma il prezzo che paghiamo è che possono dire e fare anche gli imbecilli, sembrando perfino persone intelligenti e colte, e la stupidità, quella sì che è davvero virale.

Non sto invocando la censura (che in passato non si è dimostrata una buona soluzione). Sto solo dicendo che se voglio far amare di più le cose belle devo innamorarmene io per primo, ogni giorno. È questa la vera e dura lotta del mio tempo, nella quale il mio dentista è un preziosissimo alleato (oltre che un buon amico).

Mauro Tabasso

NP Febbraio 2023

 

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